Beastie Boys – Licensed To Ill

Voto: n.g.

LicensedToIll500Immaginatevi il 1986: il Rap negli Stati Uniti è diventato uno strumento utilizzato da afroamericani e minoranze etniche per raccontare la loro vita, i loro quartieri e le loro storie; la moda, gli abiti, lo slang e la cultura di massa stanno assorbendo le novità portate dall’Hip-Hop; la musica black è al centro di trasformazioni radicali, trainando Rhythm And Blues, Jazz e Soul in percorsi del tutto inediti. Ora aggiungete all’insieme un gruppo di tre ragazzi, per giunta bianchi e un po’ eccentrici, che al Rap mischiano con sfacciata naturalezza Punk e Rock: tralasciando l’enorme imprudenza necessaria per tuffarsi in un’operazione musicale così atipica (sì, i Run-DMC in certa misura l’avevano già fatto…), l’iniziativa di Mike D, MCA e King Ad-Rock si rivela un capolavoro assoluto di genialità.

Con una discreta esperienza acquisita nella scena hardcore newyorkese, un paio di EP e qualche aggancio giusto, i Beastie Boys sono arrivati alla Def Jam ed hanno portato per la prima volta un disco Hip-Hop al vertice della classifica delle vendite: era il loro album d’esordio, “Licensed To Ill”. Un classico sì indiscutibile per il successo clamoroso ottenuto (oltre cinque milioni di copie!), ma ancora più per la carica innovativa sprigionata dal gruppo, già padrone della loro unicità. Corresponsabile di quest’inaspettato exploit fu Rick Rubin, che solo due anni prima assieme a Russel Simmons aveva dato vita a quella che nel tempo sarebbe diventata per tutti l’etichetta Hip-Hop per eccellenza, la Def Jam. Unite tutto ed ecco che le tredici tracce dell’album si compattano in una miscela esplosiva e di notevole impatto, il cui manifesto principale è l’immensa “Fight For Your Right”: la chitarrona sullo sfondo, una batteria che picchia forte e i tre mc’s a sputare rime nei microfoni.

Stesso discorso per “Rhymin & Stealin”, “The New Style” (titolo quasi divinatorio…), “No Sleep Till Brooklyn” e così per una buona metà dell’album, riconoscendo qua e là sprazzi di Black Sabbath e Led Zeppelin. I testi dei Beastie Boys, contrappeso perfetto alla durezza dei suoni, trasudano poi un’ironia parodistica e quasi surreale che sfocia in gustose stramberie alla “Girls”, anche se non manca qualche eccentrico esperimento in netto anticipo sui tempi (“Slow Ride”, “Paul Revere”, “Brass Monkey”). In breve, perché questa è una storia raccontata un numero infinito di volte, Michael e i due Adam hanno dato all’Hip-Hop un’impronta capace di perdurare nel tempo e di cui ancora oggi è possibile riconoscere i frutti, perciò l’ascolto di “Licensed To Ill” non è suggerito né raccomandato, è imprescindibile.

Tracklist

Beastie Boys – Licensed To Ill (Def Jam 1986)

  1. Rhymin & Stealin
  2. The New Style
  3. She’s Crafty
  4. Posse In Effect
  5. Slow Ride
  6. Girls
  7. (You Gotta) Fight For Your Right (To…)
  8. No Sleep Till Brooklyn
  9. Paul Revere
  10. Hold It Now, Hit It
  11. Brass Monkey
  12. Slow And Low
  13. Time To Get Ill

Beatz

All tracks produced by Beastie Boys and Rick Rubin