Beastie Boys – Hot Sauce Committee Part Two

Voto: 4

BBoys2011500Il tempo viaggia veloce… Sono difatti già passati due anni da quando era stato inizialmente annunciato l’atteso ritorno dei Beastie Boys, “Hot Sauce Committee”. A causa dei noti problemi di salute di MCA, fortunatamente risolti, la situazione rimasta in sospeso si è finalmente concretizzata, i brani sono stati riveduti nel mixaggio e la scaletta modificata, con il disco a vedere la luce trasformandosi improvvisamente nella Part Two, scherzetto degno della fama dei tre mattacchioni di New York. I risultati, come da tempo ci hanno abituati dei mostri sacri come i Beasties, sono più che soddisfacenti e il disco si rivela essere un gradevole ritorno alle idee innovative di “Check Your Head” ed “Ill Communication”, comprese tecniche di registrazione più ruvide che cancellano ogni traccia di quel suono stranamente pulito che aveva contraddistinto l’intero “To The 5 Boroughs”.

L’effetto è un nuovo capitolo  nell’espansione delle frontiere musicali che i Beasties stessi hanno frantumato in passato grazie a collaborazioni di stampo Reggae, strumenti mischiati a loop adeguatamente filtrati, cavalcate Punk ed un brano strumentale, insieme di caratteristiche totalmente assenti dal loro ultimo sforzo datato 2004 (non contando “The Mix-Up”, ovviamente, che strumentale lo era per intero). I tre fanno buon viso a cattivo gioco girando in positivo gli anni che avanzano (<<my rhymes are like wine as I get older>>; <<I check my rear view mirror, mc’s ain’t gettin’ closer>>), e già dal singolo, “Make Some Noise”, sembra proprio l’ex malato Adam Yauch il soggetto più in forma del trio, che con l’inconfondibile raucedine mischia abilmente rime da battaglia con considerazioni umane a lui sempre molto care. L’essenza di questo nuovo disco è simboleggiata da tre situazioni in particolare: “Nonstop Disco Powerpack” splende nella sua semplicità strutturale, propone una batteria minimale abbinata a bordate di basso e versi che omaggiano alcuni dei rapper dai quali i Beastie Boys si sono sentiti ispirati da sempre; “Say It” potrebbe essere la nuova “So Watcha Want”, essendo in possesso del riff di chitarra giusto e di un’alternanza al microfono pressoché perfetta; “Long Burn The Fire” è un braggadocio rappato su un beat ruvido e la carta della distorsione delle voci viene giocata correttamente. Ad-Rock, Mike D ed MCA mantengono inalterata la chimica che li tiene uniti ormai da una vita, destreggiandosi con disinvoltura (come sempre) nel gestire una strofa a testa piuttosto che interagire tutti e tre sulla medesima.

Musicalmente, la versatilità dei tre non è in discussione: “Don’t Play No Games That I Can’t Win” è una felice collaborazione in chiave Dancehall (da sempre fissa di Ad-Rock) con l’estrosa Santigold, “Multilateral Nuclear Disarmament”, nonostante il titolo tradisca impegno sociale, è una più che gradevole traccia strumentale, “Lee Majors Come Again” ricorda le origini del gruppo, il Punk appunto, e propone un ritornello ritmicamente irresistibile che si fa largo tra i riferimenti retrò già insiti nel titolo stesso. L’accoppiata tutta targata New York con Nas sarebbe stata più accattivante se il rapper del Queensbridge non si limitasse ad essere l’ombra di ciò che fu, anche se “Too Many Rappers” riesce tuttavia a recitare il proprio ruolo guerrigliero anti-novellino (<<I start to reminisce when I miss/the real Hip-Hop which I persist>>, sostiene con orgoglio Mike D). “OK”, altra traccia che contraddistingue l’ottimo inizio dell’album, spinge sul bottone dell’Elettronica mischiandola ancora agli strumenti e risulta anch’essa minimale nella costruzione del beat, così com’è semplice la struttura delle strofe e del ritornello. La parte finale dell’album è quella che soddisfa invece meno: “Tadlock’s Glasses” esagera con le distorsioni e diventa incomprensibile a livello lirico (difetto già riscontrato pesantemente in “Ill Communication”), “Here’s A Little Something For Ya” non convince soprattutto a livello sonoro, infine “Crazy Ass Shit” pare più un clone di “Skills To Pay The Bills” che altro.

Capacità di intrattenere, scherzi a non finire (“The Larry Routine”), rime da combattimento, giochi di parole, consapevolezza di aver acquisito uno status tale da potersi sempre e comunque divertire facendo musica sono le componenti che si vorrebbero sempre sentire da dischi dei Beastie Boys, che a mio avviso hanno correttamente scelto di abbandonare gli eccessi politici di “To The 5 Boroughs” per tornare a rivestire i loro panni naturali. Quelli di eterni ragazzi, ancora oggi che sono abbondantemente salpati oltre la soglia dei quaranta, ragazzi che ancora una volta fanno Hip-Hop a modo proprio, come solo loro sanno fare, con una longevità da fare invidia.

Tracklist

Beastie Boys – Hot Sauce Committee Part Two (Capitol Records 2011)

  1. Make Some Noise
  2. Nonstop Disco Powerpack
  3. OK
  4. Too Many Rappers (New Reactionaries Version) [Feat. Nas]
  5. Say It
  6. The Bill Harper Collection
  7. Don’t Play No Game That I Can’t Win [Feat. Santigold]
  8. Long Burn The Fire
  9. Funky Donkey
  10. The Larry Routine
  11. Tadlock’s Glasses
  12. Lee Majors Come Again
  13. Multilateral Nuclear Disarmament
  14. Here’s A Little Something For Ya
  15. Crazy Ass Shit
  16. The Lisa Lisa/Full Force Routine

Beatz

All tracks produced by Beastie Boys

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