Willie The Kid and Real Bad Man – Midnight
Ci siamo ritrovati spesso ad apprezzare Willie The Kid più che altro in veste di collaboratore esterno, dato il cospicuo numero di episodi in cui il medesimo è stato chiamato a intervenire in contesti a lui (e a noi) consoni, guadagnando gettoni di presenza grazie a uno stile preciso, curato, che desideravamo testare di nuovo in un prodotto della sua discografia personale, dopo aver già detto a proposito di “Capital Gains“. Nonostante un’attività di lunga data, le note biografiche che lo legano alla lontana con la frangia di affiliati al Wu-Tang Clan (è il fratello minore di LA The Darkman), gli inizi attraversati con la spinta di Dj Drama e la consueta, sebbene poco conosciuta, ventina di dischi e mixtape all’attivo, il quarantaquattrenne di Grand Rapids, Michigan (luogo natio peraltro condiviso con Apollo Brown e Bronze Nazareth), non è mai realmente emerso quale esponente di spicco dell’underground, conservando un profilo tutto sommato basso, al di là di una personalità che farebbe invece intuire la ricerca di agio e appariscenza.
Di certo non è facile scalare la vetta in un determinato filone del Rap, in particolare quando questo è stato esplorato e dettagliato sin dalla notte dei tempi (per quanto, precisiamo, si parli di luxury Rap, non di coke Rap), dando luogo a minuscole realtà che inseguono il sogno, lo toccano da vicino ottenendo anche partecipazioni di rilievo, ma alla fine si perdono nella congestione di un determinato settore, spesso per mancanza di distinzione da chi ha originariamente vergato un certo tipo di percorso. Willie sconosciuto non è, anzi gode del rispetto dei colleghi e sa bene come gestire i propri affari, tant’è che periodicamente dedica un certo grado di concentrazione su attività differenti dalla musica, avendo all’attivo dell’imprenditoria nel settore dei bar e della tecnologia; tuttavia, la sua esperienza in sala d’incisione difficilmente ha proposto qualcosa che facesse veramente andare più in là del puro apprezzamento del suo stile ordinato e pulito, al contrario dell’indubbia qualità dei suoi featuring.
“Midnight“, lavoro eseguito congiuntamente alla produzione realizzata da Real Bad Man, non è in realtà molto d’aiuto nello scostarsi dall’idea appena espressa, nonostante il Nostro dimostri di essere un rapper ampiamente capace grazie alla sua particolare precisione metrica, al di là del fatto che dia, nel contempo, una netta dimostrazione del sapersi districare molto bene nelle argomentazioni preferite, ovvero quelle tendenti allo sfarzo, all’ostentamento materiale e all’abilità nel muoversi a livello economico, rispecchiando fedelmente la sua vita reale. L’intreccio collaborativo con Adam Weissman regala infatti solo sprazzi di un’intesa davvero efficace, la quale non corrisponde necessariamente alla somma dei due talenti posti in gioco, per quanto questa mezz’ora di musica sia comunque capace di regalare pezzi di sicuro rilievo e far intuire aree di miglioramento che, se perseguite con maggiore insistenza, avrebbero senz’altro modificato verso l’alto il nostro giudizio finale.
Non aiuta il fatto che si parta un po’ in sordina, col freno a mano tirato, senza riuscire a limitare i timori del diversificarsi troppo dalla normale area di competenza. “Light It Up”, nel suo non molto invitante connubio tra sax e archi, potrebbe essere una strumentale di un qualsiasi EP di Crimeapple, della cui differenza non si accorgerebbe nessuno; la struttura lirica è perfettamente intuibile e si rifà a chissà quante altre decine di testi simili (<<if I was you I would be embarrassed/if I was me I would be in Paris/sippin’ wine on the terrace>>), nonostante poi si riescano ad allestire accostamenti figurativi interessanti parlando di legami territoriali, carriere sottovalutate e dell’osare prima che il tempo passi. Parimenti, “Really Seen It” fa poco per assestare un colpo deciso alla partenza difficoltosa del disco; per carità, il rapper scandisce tutto con la metodica regolarità di un metronomo, la scrittura è nitida e scorrevole, la strumentale è buona grazie al loop di trombe, nulla però fa gridare al miracolo.
Decisivo è l’ingresso in campo di Boldy James su “Cold Michigan Nights”, il quale calza perfettamente in una delle tante atmosfere spettrali per lui cucite in passato, alla quale Weissman aggiunge fortunatamente una sezione ritmica sventando l’iniziale pericolo dell’ennesima sbobba drumless. Si comincia a intravedere l’ossatura di una traccia ben composta, più elaborata del semplice collocamento del campione a ripetizione, rendendo giustizia alle frecce che il produttore ha già altrove dimostrato di avere in faretra. La presenza di James, oltre che dare finalmente una piccola scossa, sottolinea una decisa differenza carismatica rispetto all’attore principale, delineando una scorrevolezza di tutt’altro stampo: si marca dunque la sensazione di flow standardizzato, di delivery non molto varia, di ritornelli avari d’inventiva, tutti fattori che prendono un peso differente se abbinati ad argomenti che mai tendono a fornire varianti. Willie è infatti sempre consistente ma senza strafare, lo si nota particolarmente in una “And It’s Like That” modellata in chiave piano bar, adornata da un basso profondo e beat switch perfetto; laddove nel reparto schematico lo si segue davvero volentieri, stona invece l’eccessiva insistenza nelle citazioni, così come il contributo di Sonnyjim, terribilmente apatico e noioso, vanifica una delle poche circostanze in cui il beat corrisponde fedelmente alle aspettative.
Il contributo di Real Bad Man cresce infatti progressivamente durante il percorso, cercando di contrastare la poca efficacia dei refrain e la generica monotonia timbrica con esecuzioni di valore. “All Day With It” propone un godibile doppio fondo di trombe, che idealmente fonde Apollo Brown e il Wu-Tang abbinando il tutto a una batteria Jazz; la strofa di Lord Sko è buona, non fa certo cadere dalla sedia dall’eccitazione. “Maxwell’s Peacoat Collection” gioca nuovamente la carta oldie, esperimento ottimamente riuscito sin da quando al microfono c’era l’innata classe di Blu (vedi “Bad News“), intrecciando armonicamente chitarra acustica e il brevissimo loop vocale, che assieme alla dialettica di Willie delinea uno dei momenti più gradevoli della scaletta. “Empires” è invece il pezzo da novanta dell’operazione, l’atmosfera è di forte presa ipnotica, il basso liquido e intenso, ed è proprio questo tipo di tensione a mostrare le maggiori potenzialità del connubio, meglio equilibrando il rapporto tra sostanza e sontuosità dei riferimenti, ponendo il rapper a confronto con un ottimo beat notturno, adatto alla rappresentazione delle attività di strada, permettendogli di risultare misterioso, affascinante, provocatorio e sprezzante dell’antagonismo, scandendo le rime con ritmo, sangue freddo e senso scenico. Seppure si colpisca ancora nel segno con “Nowhere To Go”, più soffice e melodica, nella quale Willie chiude opportunamente le operazioni lavorando di pura precisione, rimane l’amaro in bocca per tutte le potenzialità fatte intravedere ma non adeguatamente espresse, come nel caso di una “Not Going” che scorre tranquillamente nell’anonimato e ancora una “Play The Game” nella quale il rapper imposta diversamente il testo rendendolo più descrittivo, affrontando una figura femminile pericolosa e ambigua, per quanto provocante, su un impolverato loop di flauto che non rilascia particolare entusiasmo.
Il riesame delle considerazioni su “Midnight” porta quindi a una sufficienza senza dubbio meritata per capacità, attestando tuttavia la categoria del prodotto in una casellina affollata, dove si rischia troppo facilmente di perderlo di vista. Un peccato, perché l’impressione che Willie The Kid abbia i documenti in regola per realizzare dischi di ben altra caratura non è affatto variata.
Tracklist
Willie The Kid and Real Bad Man – Midnight (Real Bad Man Records/The Fly, LLC 2025)
- Light It Up
- Really Seen It
- Cold Michigan Nights [Feat. Boldy James]
- Maxwell’s Peacoat Collection
- All Day With It [Feat. Lord Sko]
- And It’s Like That [Feat. Sonnyjim]
- Play The Game
- Not Going
- Empires
- Nowhere To Go
Beatz
All tracks produced by Real Bad Man
Mistadave
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