Vordul Mega – The Revolution Of Yung Havoks

Voto: 3

Probabilmente conoscerete Vordul Mega come il tipo dei Cannibal Ox che non è Vast Aire. Da quando il duo di Harlem diede un bello scossone al sottosuolo con “The Cold Vein”, sotto la guida spirituale (e musicale) di El-P, Vordul è sempre stato l’elemento del gruppo che si è esposto di meno ma che, per qualche strana ragione, ha incuriosito di più. Il suo stile asciutto, calmo, quasi accarezzasse le parole nelle sue rime, faceva da curioso contraltare ai deliri filosofici e al barocchismo formale del suo corpulento socio. Poi, come in ogni gruppo musicale che si rispetti, viene la voglia di tentare la strada dell’album solista, prova non facile, soprattutto quando le aspettative create attorno al proprio personaggio si fanno consistenti…

Ebbene, se con “Look Mom…No Hands” Vast non ha convinto completamente gli ascoltatori (e, in particolare, i fan dei Can-Ox), “The Revolution Of Yung Havoks”, il debutto di Vordul, potrebbe ricevere un’accoglienza ancora più fredda da parte di chi attende un ritorno allo stile tipico della Def Jux. Il disco, infatti, esce per la Nature Sounds (già artefice della pubblicazione dell’attesissimo “No Said Date” di Masta Killa) e, se si escludono i contributi di Blockhead e Omega One (noti per le collaborazioni con Aesop Rock), il resto delle strumentali su cui viaggia il pacato storytelling di V-Mega è fornito da personaggi emergenti, come Belief, Ruddy Rock e Dev 1, ma soprattutto ha un carattere meno complesso e sofisticato.

A parte un paio di brani (“Neva Again” e “In The Hood”, in compagnia del bravo Karniege), che risultano essere i meglio riusciti del disco, il resto di “The Revolution Of Yung Havoks” scorre più o meno gradevolmente, ma senza offrire spunti interessanti. Un po’ perché Vordul non sempre sembra dare la spinta sufficiente a coinvolgere l’ascoltatore nella sua performance, un po’ perché spesso manca una piena armonia tra beat ed esecuzione del pezzo (ciò emerge soprattutto nelle tracce prodotte da Belief, ben sei). Gli altri mc’s che partecipano a “The Revolution…” provano a colmare queste lacune e in parte ci riescono, soprattutto Jean Grae (ancora una volta relegata al solo ritornello!) in “Believe” e Vast Aire in “Handle That” (pezzo che vede riuniti i Cannibal Ox su un beat astratto, ma stranamente rimbalzoso rispetto ai loro standard).

Nonostante Vordul sia un mc tutt’altro che mediocre, “The Revolution Of Yung Havoks” è un lavoro che non aggiunge nulla di diverso alle sue caratteristiche e capacità; proprio per questo può risultare poco emozionante e non del tutto convincente.

Tracklist

Vordul Mega – The Revolution Of Yung Havoks (Nature Sounds 2004)

  1. Neva Again
  2. Spitamatic [Feat. C-Rayz Walz]
  3. Holla Ill
  4. Hell Yeah
  5. Hard Times
  6. Blade
  7. Stay Up
  8. In The Hood [Feat. Karniege]
  9. Pray
  10. Believe [Feat. Jean Grae]
  11. Struggles
  12. Handle That [Feat. Vast Aire]
  13. Megallah

Beatz

  • Opto: 1
  • Ruddy Rock: 2
  • Soul Purpose: 3
  • Belief: 4, 6, 7, 9, 10, 13
  • Dev 1 aka The Prof: 5, 8
  • Blockhead: 11
  • Omega One: 12
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