Vinnie Paz – The Cornerstone Of The Corner Store
Giunto alla sua quarta fatica da solista, Vinnie Paz ha saggiamente abbandonato gli eccessi allegorici di facciata, il cui stridio ha iniziato gradualmente a farsi sentire con la rudezza acquisita dal suo impianto lirico una volta completata la transizione da ologramma verbale dei primi Jedi Mind Tricks alla sua attuale forma. Lasciatosi alle spalle le metaforiche lande ghiacciate di “Season Of The Assassin” e le sterminate pianure desertiche del “…Serengeti”, il rapper di origini agrigentine ha fatto ritorno a una dimensione più domestica e terrena, elevando la bottega all’angolo della strada a pulpito per elargire alle masse i suoi ruvidi vangeli di strada.
Un cambio di direzione, se così vogliamo definirlo, che disinnesca alla fonte ogni possibile forma di eccessive aspettative concettuali – tradite invece pesantemente lo scorso anno con “The Thief And The Fallen” – e permette al flow di Paz di sguazzare nella consueta miscela di sacro e profano delle sue liriche (<<This an empty place bol, trust me, don’t go there /the Jezebel dwell there, way too many hoes there>>) che, benché lievemente ossidate in termini di originalità, grazie alla forma mantengono intatta tutta la propria potenza d’arresto. E’ il caso della maligna “Philo: Metatron: Wisdom”, incastonata in una cornice arida e solenne scolpita dal minore dei fratelli Jackson di Oxnard, il quale sfodera in altre due occasioni l’ampiezza del proprio repertorio incanalando la prepotenza di “Herringbone” e sfoderando il proprio tocco cancrenoso nell’imbastire la musicalità antitetica di “Hebrew Tau”, ennesimo attestato dell’efficacia dello stile di Vincenzino su ritmiche pesanti e compassate.
Il suo lato furente prende ulteriore corpo in “Iron Tusk”, accompagnato da Conway The Machine, un personaggino che in quanto a veemenza potrebbe tranquillamente candidarsi a rimpiazzo ufficiale dell’artisticamente defunto Jus Allah: la sintonia fra i due nell’assalire le scabre texture scolpite da 7L è totale, l’uomo giusto al posto giusto – e non è un caso considerati i numerosi abbinamenti vincenti in “…Cornerstone…”. In “The Void” il ritornello di Eamon, sdoganato nell’underground da R.A. nel 2013 e oramai alla quarta apparizione al fianco di Vinnie, è pura adrenalina, il timbro acuto di Ghostface s’incastra alla perfezione in “Herringbone” e, proseguendo di mazzata in mazzata, non ci si può scordare dell’afflato ferino di Ras Kass nella potentissima “Gospel Of The Worm”, che sulla carta, considerata la firma del nemico dell’umanità alla voce produced by, non poteva che essere la traccia più attesa…e a giusta ragione.
E’ un peccato che la solidità di “The Cornerstone Of The Corner Store”, anche se solo per una manciata di minuti, venga meno proprio sul più bello. I tre brani che seguono la produzione di Stoupe costituiscono difatti il ventre molle dell’intero ascolto. Praticamente uno sfogo fisiologico di adrenalina, su alcune delle produzioni meno ispirate dell’album (“Pistolvania 2”, “Alcapurrias”), privo di qualsiasi valore aggiunto. Per non parlare dell’inquietante ritornello in stile G-Unit di “Yev Kassem”. Fortunatamente ci pensa Dj Eclipse a smanettare a dovere col defibrillatore, tirando il disco fuori dall’impasse con una roba alla Eric B. & Rakim in “Ninety Three” (e ve lo assicuro: un titolo più appropriato non si poteva trovare!), che Vinnie completa sfoderando una cantilena vintage degna di un episodio di Yo! MTV Raps. Un grande omaggio, rivolto all’era che l’ha formato come mc, che anticipa l’ambizioso gran finale di “Writings On Disobedience And Democracy”, continuazione del discorso intavolato in “You Can’t Be Neutral On A Moving Train”: nel complesso, la sua personale “Nature Of The Threat” ispirata agli scritti di Howard Zinn.
Tutto secondo copione. “The Cornerstone Of The Corner Store” è esattamente ciò che ci saremmo aspettati dal caro Vinnie Paz e questa, di per sé, dovrebbe già essere una buona garanzia per la maggioranza dell’audience sintonizzata sulle frequenze JMT. Certo, il disco non riesce ad aggiungere nuove sfaccettature al suo profilo artistico, ma al contempo cementa lo status della sua ventennale opera discografica a imprescindibile pietra angolare del sottosuolo musicale d’oltreoceano.
Tracklist
Vinnie Paz – The Cornerstone Of The Corner Store (Enemy Soil Entertainment 2016)
- Intro
- Philo: Metatron: Wisdom
- The Void [Feat. Eamon]
- Steel Sharpens Steel [Feat. Demoz]
- Iron Tusk [Feat. Conway The Machine]
- Limb From Limb [Feat. Ransom]
- The Ghost I Used To Be [Feat. Eamon]
- Herringbone [Feat. Ghostface Killah]
- Moroccan Jewels [Feat. Hus Kingpin and Smoovth]
- The Coffin
- Hakim [Feat. A.G. and O.C.]
- Hebrew Tau [Feat. Jakk Frost]
- Gospel Of The Worm [Feat. Ras Kass]
- Pistolvania 2 [Feat. Jakk Frost and Malik B.]
- Alcapurrias [Feat. Agallah and Demoz]
- Yev Kassem
- Ninety Three
- Blood Addicton
- Writings On Disobedience And Democracy
Beatz
- Ish Quintero: 1
- Oh No: 2, 8, 12
- Buckwild: 3
- C-Lance: 4, 7, 11, 14, 15, 19
- 7L: 5, 9
- Teddy Roxpin: 6
- Psycho Les: 10
- Stoupe and C-Lance: 13
- J-Zone: 16
- Dj Eclipse: 17
- Alkota: 18
li9uidsnake
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