Vakill – Armor Of God

Voto: 4

La bellezza della scena Rap degli Stati Uniti è, secondo me, ravvisabile nella poliedricità che la stessa musica acquisisce a seconda delle diverse zone geografiche in cui nasce. Se ci spostiamo da est verso ovest, passando dal sud o spingendoci a nord e nord-ovest, notiamo un pullulare di stili differenti e allo stesso tempo interessanti. Ognuno ha degli aspetti propri e marcati, ma tra tutti mi attira particolarmente il caso di Chicago. Forse la scena della Città del Vento non è molto celebrata e spesso viene relegata a settori molto underground, ma di mc’s e producer talentuosi ne conta davvero molti e senza dubbio i Molemen e la loro famiglia ne sono un esempio lampante.

Il rapper più dotato fuoriuscito da questo movimento sotterraneo è senz’altro Vakill e la successione di album da lui prodotti è testimonianza di un’evoluzione costante e soprattutto imperniata su una crescita qualitativa complessiva. Anche “Armor Of God” non è altro che un tassello del grande mosaico costruito e in continuo sviluppo, il rapper mette in fila diciassette tracce di ottima qualità che sprigionano impressioni di strada e di periferia malata da far impressione. Per antonomasia, la zona sud di Chicago e, più in generale, le sue periferie, sono teatro di vita dura; vita caratterizzata dalla continua lotta contro le tentazioni che portano a un percorso impervio, quello dei soldi facili a costo di infrangere la legge e di rischiare di lasciarci la pelle.

E’ proprio partendo da ciò che Vakill anima i suoi racconti, condendo il tutto con storie di morte, sofferenza e duro lavoro che spesso ripaga con la soddisfazione di famiglie unite, le quali fanno da contrasto alle sbarre che il più delle volte attendono chi a quelle tentazioni ha ceduto. <<I’m from the era where we murk the bearer of bad news like Leonidas/and family don’t speak til tragedy reunite us/scout to see who tightest and slay hoards/who want to test V-A sword?>>. Il flow del rapper di Chicago si presenta come sempre di ottima fattura, con la sua particolare cadenza che sembra essere fuori dal beat, ma che immancabilmente non perde una rima. L’incisività prima di tutto. A dare una mano ci pensano, come da buona tradizione Molemen, delle produzioni che presentano suoni principalmente cupi, ma che danno vita a un collage di ritmiche diverse, passando dalla traccia più rapida sino a quella lenta e riflessiva, adatta ai toni conscious. Alle macchine si alternano ottimi beatmaker, tra i quali, manco a dirlo, Panik e Memo, anche se una delle migliori tracce è prodotta dall’onnipresente Jake One (la titletrack); ciò che in ogni caso ritorna sempre è la diversificazione dei campioni, arricchita da pianoforti, archi, così come da suoni più industriali e synth, ma è altrettanto immutabile anche l’energia sfoderata da Vakill e soprattutto la forte personalità che traspare globalmente lungo tutto il tragitto.

Ancora una volta, Chicago ha colpito: nella sua diversità e nella sua ricchezza, non resta che lasciarsi trasportare dall’ennesima ottima uscita che rappresenta la città.

Tracklist

Vakill – Armor Of God (Molemen Records 2011)

  1. Intro
  2. Hi Ate Us
  3. Armor Of God
  4. Mean Mug Muzik
  5. Sick Cinema
  6. Heavy
  7. Endless Road [Feat. Vizion]
  8. The Apology
  9. Wild Wild
  10. Beast Ballad [Feat. Crooked I, Rhymefest, Juice and Nino Bless]
  11. Appetite To Kill
  12. You Don’t Know [Feat. Astonish]
  13. I Came 4 U
  14. Armorgeddon
  15. A Lynched Legacy
  16. Bi-Polar
  17. Proof

Beatz

  • Elbert Campbell: 1
  • Panik: 2, 4, 5, 6, 10, 11, 12, 13, 16
  • Jake One: 3, 14, 17
  • MGI: 7
  • Joe Blow: 8
  • Bluntologist: 9
  • Memo: 15
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