Us3 – Hand On The Torch
La Blue Note Records, fin dal 1939, col suo papà Alfred Lion si è sempre occupata di Jazz. La label di New York permetteva ai musicisti di essere coinvolti in ogni aspetto della realizzazione di un disco, cosa che, indubbiamente, le diede la possibilità di accrescere il valore delle opere prodotte e aprirsi a un vasto orizzonte musicale. In questo viaggio infinito, la Blue Note ebbe dei passeggeri illustri e innovativi: Thelonius Monk, Tadd Dameron, Donald Byrd, Herbie Hancock, Us3, Madlib… Madlib?! Eh già.
Le contaminazioni e la voglia di stare al passo, come nel caso della formula Hip-Hop + Jazz, ebbero il loro massimo apice con “Hand On The Torch”, nel 1993. Un progetto indubbiamente studiato per un pubblico ampio, in linea con le tendenze jazzistiche dei primi novanta – pensiamo a gruppi enormi come ATCQ, De La Soul e Gang Starr, o artisti non appartenenti all’Hip-Hop come Miles Davis col suo testamento “Doo-Bop”. Ma gli Us3 sono più band che gruppo Hip-Hop. Un sestetto, inglesissimo, accompagna il Rap morbido e impostato di Kobie Powell, al suo unico album e ora conosciuto come voce dietro ai cartoni animati di emittenti internazionali, tra cui Nickelodeon. Powell risente di una mancanza di mordente e si percepisce la sua poca vicinanza alla scena, calcolando che nello stesso anno uscirono, tra gli altri, Lords Of The Underground, Onyx, Cypress Hill…
Va da sé che le metriche e lo stile risultavano già indietro se facciamo un raffronto con i liricisti che stavano cambiando il Rap. Tutto ciò non ne toglie però la godibilità e forse è proprio quello il punto di forza di Kobie: non troppo sottotono, non troppo fuori sede, in giusto equilibrio col resto del gruppo e in simbiosi con palati meno concordi al Rap di strada. I campioni celebri che subito ci vengono all’orecchio li troviamo a inizio percorso, con “Cantaloop (Flip Fantasia)” che riprende “Cantaloop Island” di Herbie Hancock e diventerà il tormentone Us3 (40esima posizione negli USA) grazie alla tromba di Gerald Presencer. Hancock utilizzato, assieme a Horace Silver, anche per “Eleven Long Years”. Ma abbiamo anche Thelonius Monk, Lou Donaldson, Art Blakey e altri big Blue Note. Uniti agli eroi Jazz samplizzati, i musicisti prendono il ruolo di looper con spazio, qua e là, a soli che si perderanno per strada, timidi e a tratti solo accennati nel boom-cha. Una commistione tra sample scovati nell’immenso archivio della label e parti suonate che crea comunque i giusti presupposti per un masterpiece del Jazz Rap che si conficca con eleganza nella Storia.
Ma non abbastanza vicino alla scena, sempre ai margini quando si parla di Hip-Hop anche se, di fatto, di esempi così ne abbiamo… Abbiamo già citato Madlib?
Tracklist
Us3 – Hand On The Torch (Blue Note Records 1993)
- Cantaloop (Flip Fantasia)
- I Got It Goin’ On
- Different Rhythms Different People
- It’s Like That
- Just Another Brother
- Cruisin’
- I Go To Work
- Tukka Yoot’s Riddim
- Knowledge Of Self
- Lazy Day
- Eleven Long Years
- Make Tracks
- The Darkside
Beatz
All tracks produced by Mel Simpson and Geoff Wilkinson
Scratch
All scratches by Geoff Wilkinson