Uochi Toki – Cuore amore errore disintegrazione

Ciò che si trova in “Cuore amore errore disintegrazione” non è Rap. O almeno non è solo Rap. Il che non significa che non valga la pena immergersi, per più di un’ora, nei deliri psicotici e visionari, ma maledettamente aderenti all’esperienza comune, degli Uochi Toki. Musicalmente e liricamente, il sesto lavoro del duo è, a dir poco, insolito. Dimenticate tutto ciò che siete soliti associare all’Hip-Hop: boom bap in quattro quarti, versi regolari, strofe da sedici barre, ritornelli, punchline, incastri e chi più ne ha, ne metta. L’unica regola, qui, è infrangere le regole; e con esse gli stereotipi. La tracklist lo prova, immediatamente: un unico periodo, peraltro delirante, che si snoda lungo i titoli delle dieci tracce senza soluzione di continuità sintattica. La rima, addirittura – c’è qualcosa di più consustanziale al Rap che non la rima? – non si avverte, a volte perché troppo distante dalla classica sede di fine verso, a volte perché, effettivamente, non c’è.

Se, però, volessimo – sbagliando – porre la questione solo sul piano della difficoltà, non avremmo che da renderci conto che scrivere in questa maniera, con queste violazioni grammaticali, queste riflessioni che sfiorano la filosofia del linguaggio, questo fluire naturale degli eventi a cavallo tra realismo e metafisico, sia maledettamente difficile. Un esempio su tutti: <<dici che sono buffo, perché mi immergo e non mi tuffo, perché mi rifiuto di fare rima con quel personaggio belga dei fumetti e cartoni con la pelle blu, i pantaloni bianchi che si muove in branchi nei boschi e nei villaggi>>. Ora, siamo sinceri: c’è qualcosa di più esaltante che vedere smontato in questo modo un caposaldo del genere in cui si tenta di collocare l’autore stesso di questi versi, la rima? Benché la base dei testi sia narrativa, simile quasi a un reportage o a una scrittura diaristica, il piglio dedito al realismo trasmuta velocemente in una natura analitica e avanguardista, fatta di infinite associazioni analogiche e sublimazioni quasi filosofiche del semplice dato reale.

Ogni racconto (ma si potrebbe parlare di una storia unica, in cui l’incontro con una rappresentante del gentil sesso fa da connessione tra le varie tracce) prende avvio dalle vicende narrate – sempre essenziali – e, repentinamente, si tramuta in una serie di considerazioni completamente introspettive ed esistenziali. Potrei tranquillamente paragonare questo stile a quello di scrittori (anche se basterebbe citare le avanguardie di inizio novecento, non si può perdere l’occasione di scomodare Proust) i cui nomi farebbero impallidire i perbenisti appassionati di letteratura, se li sentissero accomunati a una forma di espressione che ancora – ingiustamente – stenta a vedere riconosciuta la sua dignità di arte, come è il Rap. Certamente, si può rintracciare una sorta di trama nel concept dell’album, ma trovo di gran lunga più gratificante lasciarsi andare ai rebus immaginifici che Napo snocciola, senza perdere di vista la consequenzialità degli eventi – perché, in fondo, per quanto narrativamente estroverse, le tracce sono pur sempre degli storytelling – e, più importante, senza mai esimersi dall’essere più che originale, direi quasi un iconoclasta del banale. Nessuna forma di falsità, sia chiaro, né di sperimentalismo a tutti i costi. La lontananza da ogni luogo comune ed espressione artistica codificata è spontanea, naturale, sincera, quasi irrinunciabile.

Non so dire se questo possa essere il futuro del Rap e probabilmente nemmeno i Uochi Toki lo saprebbero fare o vorrebbero che fosse così; certamente, “Cuore amore errore disintegrazione” è un’esperienza che vale la pena sperimentare e rischia di non lasciare gratificati solo i più ottusi – e meno intelligenti – degli ascoltatori.

Tracklist

Uochi Toki – Cuore amore errore disintegrazione (La Tempesta Dischi/Venus 2010)

  1. Appena risalito dall’abisso,
  2. mi sveglio da straniero in un luogo mai visto prima, tuttavia,
  3. dato che per me è naturale trovarmi spaesato nei non-luoghi,
  4. mi basta udire voci lontane per sentirmi a casa ovunque,
  5. permettendomi artifici spontanei,
  6. gettandomi in ambigue immedesimazioni non richieste ma richieste,
  7. violando le conseguenze che la violazione dei sacri limiti tra due persone comporta
  8. …no, sto sbagliando in qualcosa, il nervoso ed il quieto si alternano freneticamente [Feat. Zona mc]
  9. dando origine al più incomprensibile dei mali
  10. che mi esaspera fino ad esplodere la realtà in molteplici “adesso”.

Beatz

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Riccardo Orlandi

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