Torae – For The Record

Voto: 3,5/4

Nonostante Da Young Veteran sia in giro da parecchio, “For The Record” non è che il suo album solista d’esordio, il quale segue a vari mixtape (per quanto sia difficile considerare tale anche “Daily Conversation”) e alla prolifica collaborazione con Marco Polo di due anni fa, quel “Double Barrel” che aveva decretato pressoché definitivamente l’ascesa di Torae. Se quest’ultima citata era stata un’esperienza costruita sulla chimica tra l’mc e un solo produttore, fornendo al pubblico un disco underground molto duro e combattivo, il progetto in esame viene strutturato in tutt’altra maniera, accostando basi procurate dal meglio del meglio della vecchia scuola east coast (a leggere la lista vengono le vertigini) e scrivendo un disco che non tralascia sicuramente l’approccio aggressivo verso il microfono, ma che in diversi momenti riesce a sondare un’interiorità che fa emergere la persona e non solo il rapper.

Non è un concept album in nessun modo, anche se la partenza potrebbe trarre in inganno: l’intro rappresenta difatti il giorno del diploma alla high school, momento in cui Torae pensa, contrariamente ai compagni, già a una carriera nell’Hip-Hop, tra palchi e studio d’incisione, ben sapendo cosa fare del resto della sua esistenza e raccontando alcuni istanti della sua esperienza negli interludi/dialoghi inseriti in seguito in mezzo ad alcune delle tracce. L’interazione con Marco Polo è ad ogni modo riproposta, anche se nella sola “You Ready”, beat di grande impatto e liriche da combattimento atte a sgonfiare l’avversario di turno; in questa e in numerose altre occasioni la ferocia di Torae è il primo aspetto a colpire e il tutto è contornato molto bene da tecnica e intelligenza nell’uso dei vocaboli, riscontrando difatti abbondanza di metafore, assonanze e doppi sensi. “Alive” è invece la traccia che fa intuire gli intenti dell’album, si stende su una base dura caratterizzata da un campione che odora di anni ’70 e fa esplodere al suo interno tutta la voglia di emergere, il credo sul quale scommettere tutto, lo scopo di un ragazzo che ha già un progetto in testa e possiede il talento per portarlo avanti.

L’alternarsi tra il battle Rap e il lasciarsi vedere a 360° viene portato avanti con la dovuta proporzione, la scaletta delle tracce è impostata attentamente e non corre il pericolo d’annoiare: “That Raw” e il suo intrigante vibrafono dal gusto mid-nineties (indovinato, è opera del Chocolate Boy Wonder) sono le circostanze ideali per un Rap incisivo, incessantemente energico (<<I’m the reason Hip-Hop cops be patrollin’ the block>>); “Over You” gli si contrappone trattando temi sentimentali e personali, colpendo nel segno grazie all’intensità della base e al cantato ben eseguito. E ancora, laddove “Reflection” e “Panorama” – quest’ultimo è un ringraziamento a ogni produttore presente nei crediti – scavano più a fondo, la forza bruta tiene nuovamente il bilanciamento alla pari grazie alle prestazioni furiose di “Shakedown”, un beat di 9th Wonder che fa tremare i muri proprio come le liriche, e “For The Record”, titletrack dove il sogno diventa ancora realtà e, di conseguenza, sopra il beat dell’idolo Premier si tira fuori tutto quello che si ha dentro, come quando si gioca una finale.

L’equilibrio e il senso di compattezza globale del lavoro perdono qualche giro in circostanze sporadiche e, nonostante la presenza di molti grandi nomi dietro ai bottoni, c’era spazio per fare un po’ meglio: “What It Sound Like” è un esperimento riuscito maluccio per un Illmind troppo vicino ai sintetizzatori alla Lil Jon; “Changes”, a firma Diamond D, non c’entra proprio niente col resto del disco e interrompe il ritmo troppo di netto; “Do The Math” è di un Large Pro che pare accontentarsi di piazzare il campione d’epoca e nulla più, per di più l’idea di fondo, che propone una serie di situazioni ipotetiche alternative alla realtà, non è certo nuova.

Dopo quattordici anni di duro lavoro, una lista di partecipazioni lunga come un papiro d’altri tempi e una dedizione che l’ha portato a ottenere i risultati desiderati, Torae risalta meritatamente nel quadro globale dell’Hip-Hop sotterraneo contemporaneo. Come dice lui stesso nell’intervista che apre “Reflection”, siamo a quota due di tre sogni realizzati: il primo era rappare su un beat di Premier, il secondo su una base di Pete Rock, il terzo firmare per la Def Jam. Speriamo però che quest’ultimo non si avveri mai, altrimenti rischiano di rovinarcelo…

Tracklist

Torae – For The Record (Internal Affairs Entertainment 2011)

  1. Intro
  2. Alive [Feat. Wes]
  3. You Ready
  4. What It Sound Like [Feat. Pav Bundy]
  5. Shakedown
  6. That Raw
  7. Do The Math
  8. Changes
  9. Over You [Feat. Wes]
  10. Imagine
  11. Only Way (Interlude)
  12. For The Record
  13. Thank You
  14. Reflection
  15. Panorama [Feat. Mela Machinko]

Beatz

  • Torae: 1
  • Khrysis: 2
  • Marco Polo: 3
  • Illmind: 4
  • 9th Wonder: 5, 11
  • Pete Rock: 6
  • Large Professor: 7
  • Diamond D: 8
  • E. Jones: 9
  • Eric G: 10, 14
  • Dj Premier: 12
  • Nottz: 13
  • Fatin: 15
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