Themselves – The Free Houdini

Voto: 4,5

Leggere la lista degli ospiti del nuovo disco dei Themselves per me, patito delle collaborazioni più nascoste del circuito Anticon, Big Dada, Mush e Def Jux, è stato qualcosa di estremamente piacevole. Mi sono subito detto guarda un po’ ‘sti stronzi, evidentemente si sentono ancora. E oltretutto spaccano il culo più di quando sembravano fare a gara a chi fosse il più strano. Sentire Dose One che duetta con Why?, Sole e Alias è sempre bello ed era da un po’ che non succedeva, ma è soprattutto risentire Dose che se la rappa come solo lui sa fare con Aesop Rock e Slug, riportandoci ai bei tempi di “Odessa” e “Drawbridge” e dei Deep Puddle Dynamics, che mi ha stampato un grosso sorriso in faccia. Per non parlare poi delle presenze di Buck 65 e Busdriver. Ancora più piacere mi provoca il ritorno a un po’ di sano Rap e a un bel posse album (completamente gratis nella sua versione free, un mp3 di 40 minuti mixato da Odd Nosdam, scaricabile per 90 giorni dal sito dell’Anticon al prezzo di un’iscrizione alla newsletter della label di Oakland, e in versione deluxe con l’aggiunta delle collaborazioni con Passage, Alias e Dj Andrew) come “The Free Houdini” dopo le deviazioni Post-Rock, Post-Pop, Post-Aminchia che l’Anticon ha preso negli ultimi anni coi vari Three More Shallows (bah) e SJ Esau (bah).

Siamo tutti d’accordo sul fatto che l’effetto sorpresa dell’underground è passato un po’ di tempo fa, che nessuno si scandalizza più per l’uso dell’Elettronica nell’Hip-Hop, che i manifestanti con i cartelli La Def Jux e l’Anticon rovinano l’Hip-Hop sono spariti, che gente come Pete Rock e Large Professor ormai sta diventando di nicchia come lo erano El-P o Madlib tempo fa, che l’Anticon ha avuto la sua golden age con dischi come “Bottle Of Humans”, “The Other Side Of The Looking Glass”, “Them” e “Personal Journals” e poi la sua fase calante nella quale ha riproposto ed esasperato la formula che ha fatto la fortuna dei suoi boss. Sì, siamo tutti d’accordo. E’ così quindi che Adam Drucker e Jeffrey Logan, più che provare a stupire e scioccare come avrebbero fatto qualche anno fa, hanno deciso di fare ciò che sanno fare meglio; il primo il suo tipico Rap supersonico e iperstratificato, il secondo i beat schizoidi.

Lasciando un po’ da parte (ma neanche tanto) il Pop alternativo dei Subtle, Dose e Jel chiamano un po’ di vecchi e nuovi compagni di merende con microfoni e giradischi e tornano a suonare e cantare la loro personale visione dell’Hip-Hop attraverso testi molto spesso ricchi di ironia verso quest’ultimo, cuciti su batterie sconnesse ed Elettroniche aggressive e alienanti, in bilico tra episodi di cazzonaggine più Funky come “Kick The Ball” assieme a un sempre più rauco Buck 65 (non si era dato alla danza?), “The Medicine” con l’instancabile Slug, l’emozionante ritorno della congrega cLOUDDEAD in “Rappin’ 4 Money” (uno dei punti più alti di tutto il disco) o “Rappers Is Modelship” e più Elettr(on)ici e picchiati in stile Subtle come “Know That To Know This”, vera lezione di flow di Dose e Aesop Rock, “1 For No Money” con un Sole sempre più immerso nel rumore, “Party Rap Sucks” nella quale Busdriver si lancia nei suoi soliti flussi verbosi da attorcigliamento di lingua e le eccellenti prestazioni di Passage in “Puzzled” e Alias (perché non si fa sentire più spesso?) nel Rock digitale di “Crossection Of Wreckage”.

E’ inevitabile soffermarsi sulla presenza di ospiti così illustri, ma sarebbe un delitto non rimanere sbalorditi dall’enorme prestazione di Dose One, mai come in questo disco così piacevole da sentire; un artista che sembra non finire mai le idee e il fiato, stavolta più quadrato e fluido, padrone assoluto dei ritmi strampalati di Jel, capace di oscurare i suoi compagni, siano essi mc’s, produttori o dj. Coloro che hanno sempre trovato difficoltà nel seguire la sua voce nasale snodarsi tra accenni di Rap, cantilene ossessive, sibili, cantati acuti e stonati (in proposito arriva addirittura ad automandarsi a fanculo dopo l’intro cantato di “Party Rap Sucks”), stavolta si troverà davanti più un mc con la m maiuscola che l’eccentrico nerd bianco anticoniano che tutti conoscono e che tanti non sopportano.

In questo disco c’è molto più Hip-Hop di quanto vi sareste mai aspettati. Rinascita Anticon? Ne riparleremo dopo “Crowns Down”.

Tracklist

Themselves – The Free Houdini (Anticon 2009)

  1. Pay That Piper
  2. Oversleeping
  3. Know That To Know This [Feat. Aesop Rock]
  4. Kick The Ball [Feat. Buck 65]
  5. 1 For No Money [Feat. Sole]
  6. Rappers Is Interns (Freestyle)
  7. Party Rap Sucks [Feat. Busdriver]
  8. Long Time Coming [Feat. Lionesque]
  9. Swarm Of Bee II
  10. Back 2 Burn [Feat. The Pedestrian]
  11. The Mark
  12. Keys To Ignition [Feat. Serengeti]
  13. Roman Is As Roman Does
  14. The Medicine [Feat. Slug]
  15. Free&Void
  16. Rappin 4 Money [Feat. cLOUDDEAD]
  17. Rappers Is Modelships
  18. Puzzled [Feat. Passage]
  19. Crossection Of Wreckage [Feat. Alias]
  20. Each Ant In Their House

Beatz

All tracks produced by Jel except track #16 co-produced by Odd Nosdam

Scratch

  • D-Styles: 11
  • Dj Baku: 17
  • Dj Andrew: 18, 19
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