The Lox – We Are The Streets
Il trio Living Off Experience – The Lox, se preferite – ha vissuto un’estate dal sapore d’altri tempi. Il loro “Verzus” contro i Dipset, un verace testa a testa tra Yonkers e Harlem andato in scena in campo neutro all’Hulu Theater del Madison Square Garden, ha reclamato per settimane un posto nelle primissime file degli outlet musicali d’oltreoceano. E, con la medaglia al collo al termine della contesa (d’oro zecchino, condivisa in ex aequo con l’Hip-Hop e con la città di New York), ha dimostrato di poter assemblare, attingendo da sorgenti collettive e soliste, uno dei greatest hits più gagliardi della storia. La verità, però, è che il gruppo ha sì sempre avuto nel proprio mazzo le carte per mettere insieme un capolavoro, ma (per numerosi motivi) non è mai stato in grado di giocare la mano perfetta.
Il loro debutto ufficiale, “Money, Power & Respect” sotto l’egida della Bad Boy Records, mancava quasi del tutto di quella ciccia sonora grassa e imprescindibile quando devi amalgamare le strumentali a tre voci ruvide come quelle di Jadakiss, Styles P e Sheek Louch. Vedetela un po’ come la trasposizione fuori contesto dell’amletico guanciale o pancetta?; è una questione di gusto, equilibrio e consistenza. Ed è quanto mai palese, tanto oggi come lo era allora, che la rotta imboccata dalla label di Puff Daddy dopo la dipartita di Biggie non potesse avere come destinazione un territorio di caccia ideale per gli istinti predatori dei tre emcee’s. Il trasloco alla Ruff Ryders, formalizzato sul finire del secolo scorso, fu un passo azzeccato e necessario. E si tradusse in quel “We Are The Streets” che, pur senza centrare l’area gialla del bersaglio, resta tutt’oggi il fiore all’occhiello della loro discografia come entità unica. Ma andiamo con ordine.
La verità è che ritrovarsi a parlare oggi di “We Are The Streets” sia assai più comodo di quanto non lo fosse all’alba del nuovo millennio, quando fece la sua comparsa sugli scaffali dei negozi di dischi (per chi non c’era ancora o è troppo giovane per ricordarlo, si parla del gennaio del 2000). E ciò perché, nel raccontare la seconda fatica dei The Lox, oramai non prendono parola solo quei (quasi) settanta minuti di musica, ma lo fanno anche gli anni che immediatamente ne seguirono la pubblicazione. Anni in cui l’Hip-Hop attraversava un trafficatissimo crocevia di cambiamenti. L’Hip-Hop stava diventando nuovamente grande. Ma veramente grande. E ciò che fecero questi tre ragazzacci di Yonkers fu, senza tanti giri di parole, di offrire ai posteri un piano da seguire che fosse replicabile su larga scala (a differenza di quel “Blueprint”, di ben altro spessore ma irripetibile, che Jay-Z avrebbe consegnato alla storia una ventina di mesi dopo).
Con “We Are The Streets”, i nostri eroi hanno dato una forma al prototipo del disco Rap dei primi anni duemila, prestandosi al contempo da trampolino per le carriere soliste di tutti e tre i suoi componenti (non identiche nei risultati, a ben vedere). C’era il proverbiale pezzone costruito ad arte per essere dato in pasto alle strade, scassare gli impianti stereo e trascorrere qualche settimana nelle classifiche (“Wild Out”). C’erano i momenti in cui l’Hip-Hop si tirava a lucido (anche troppo), indossando il completo di Prada per concedersi una seratina tra cocktail e signorine (“Ryde Or Die, Bitch”). C’era la necessità di levarsi in pubblico qualche sassolino che si portavano appresso dall’esperienza precedente, formalizzata nella prova solista di Sheek Louch in “Bring It On”. E, infine, c’era l’immancabile classicone, la cui presenza in scaletta era spesso sufficiente a giustificare l’acquisto dell’album: il sigillo in ceralacca fu per l’occasione di Dj Premier, che fece la sua magia in “Recognize” regalando a Jada e soci un pezzo immortale.
E’ per questi motivi che, pur non avendo i numeri per iscriversi alla prestigiosa categoria da quattro stelle e mezzo in su, secondo noi “We Are The Streets” merita di essere riesplorato. Perché, a modo suo, si tratta pur sempre di un tassello di storia: per alcuni ancora da scoprire, per altri da ricordare con un gusto tutto speciale.
Tracklist
The Lox – We Are The Streets (Ruff Ryders/Interscope Records 2000)
- Intro (Skit)
- Fuck You
- Can I Live [Feat. Kasino]
- Built For Bodies (Skit)
- Breathe Easy
- Felony Niggas
- Wild Out
- Blood Pressure
- Recognize
- Rape’n U Records (Skit)
- Y’All Fucked Up Now
- Scream L.O.X.
- U Told Me [Feat. Eve]
- Brains… (Take: 1) (Skit)
- Ryde Or Die, Bitch [Feat. Eve and Timbaland]
- Bring It On
- If You Know [Feat. Swizz Beatz, Drag-On and Eve]
- We Are The Street
Beatz
- Swizz Beatz: 2, 3, 6, 7, 8, 11, 13, 16, 17, 18
- P.K.: 5, 12
- Dj Premier: 9
- Timbaland: 15
li9uidsnake
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