Strong Arm Steady – Arms & Hammers

Voto: 3 –

Per carattere, non sono solito credere nella fortuna, ciononostante non riesco a trovare un attributo migliore per indicare l’occasione capitata agli Strong Arm Steady quando, a gennaio dell’anno scorso, hanno compiuto un sostanzioso salto di qualità grazie alla spinta della Stones Throw Records e al tocco di Madlib, unico produttore di “In Search Of Stoney Jackson”. Fatto sta che un adagio dotato di pragmatico buon senso recita il seguente ammonimento: la ruota gira; il che, ovviamente, non esclude due episodi favorevoli di seguito, però li ritiene un po’ meno probabili.

Smaltita la sbornia di Funk e Soul, agganciata la Blacksmith di Talib Kweli e ricompattata la formazione a tre, gli SAS concretizzano un deciso riavvicinamento al sound west coast, recuperando al tempo stesso un’identità gangsta eloquente, sebbene non particolarmente esasperata. Tra Phil The Agony, Krondon e Mitchy Slick non si ravvisano individualità di spicco, né da un punto di vista puramente tecnico (se dovessi svelare una preferenza opterei per il primo, ma non ci sono divari significativi), né in termini di personalità; il più delle volte quest’equilibrio si tradurrebbe in una mancanza di dinamicità (ve l’immaginate un Wu-Tang Clan di nove mc’s alla pari?), qui, invece, segna un punto a favore del gruppo, poiché la somma delle singole parti aggiunge qualcosina al valore assoluto del trio.

L’aspetto tematico non presenta sfumature importanti, con un primo insieme più d’impatto (“Klack Or Get Klacked“, “Gangsta’s”, “Trunk Music” e altri due o tre brani) e il secondo che comprende qualche riflessione meno superficiale, ma pur sempre di routine, da “All The Brothers” (si notino le presenze di Chace Infinite, KRS-One, Planet Asia e patron Kweli) fino a “When Darkness Falls“. Nulla di originale, sia chiaro, così come lascia decisamente indifferenti buona parte della produzione musicale, alla quale non bastano i beat di Madlib (“Chiba Chiba Pt. 2” segue alla lettera la scia di “In Search Of…”), Blaqthoven e Dj Khalil, cioè la metà migliore di “Arms & Hammers”, per scavalcare la soglia complessiva della sufficienza, tenuta un po’ più in basso da Nottz (pigrissimo), Lamar e Terrace Martin (tra “On Point” e una pernacchia ben eseguita la differenza è minima).

Il nuovo disco degli Strong Arm Steady, tanto per essere espliciti, rischia di venire a noia già entro i primi cinque ascolti, ciò non significa che sia da buttare per intero, tuttavia ho serie difficoltà a indicarne qualche valida ragione che ne suggerisca l’acquisto.

Tracklist

Strong Arm Steady – Arms & Hammers (Blacksmith Music/Element 9 Muzik 2011)

  1. Had Enough
  2. Make Me Feel [Feat. JellyRoll]
  3. Klack Or Get Klacked
  4. Gangsta’s [Feat. Kobe]
  5. Can’t Let It Go [Feat. Blaqthoven]
  6. All The Brothers [Feat. Chace Infinite, KRS-One, Planet Asia and Talib Kweli]
  7. Blow My Horn [Feat. Kurupt]
  8. Trunk Music [Feat. Game]
  9. Much More
  10. On Point [Feat. Too Short]
  11. Chiba Chiba Pt. 2
  12. When Darkness Falls [Feat. Marsha Ambrosius]

Beatz

  • Blaqthoven: 1, 5
  • JellyRoll: 2, 9
  • Dj Khalil: 3, 4, 12
  • Nottz: 6
  • Terrace Martin: 7, 10
  • Lamar: 8
  • Madlib: 11