South Central Cartel – South Central Madness

Voto: 4

South Central L.A. non è il luogo più sicuro del mondo; e poco cambia essere bianchi, neri o viola. Percorrendone le strade, per chi è obbligato a farlo non avendo altra scelta, è essenziale guardarsi le spalle, perché c’è il costante pericolo di trovarsi in mezzo a una sparatoria tra bande, se si è sconosciuti in quartiere è fin troppo facile attrarre sguardi pericolosi e un mucchio di gente, non potendo scegliere tra un ventaglio di possibilità per fuggire dal ghetto, entra ed esce di prigione di continuo. Istantanee che sono alla base del primo lavoro degli (al tempo) esordienti South Central Cartel, eredi di quel filone reality gangsta che mise gli N.W.A. per sempre sulla mappa, con la rimarcata differenza che qui si parla di South Central, non di Compton.

Complessa la cartografia della formazione: Havoc, Prodeje (già…dove abbiamo già sentito questi due nickname?) e Havikk (vabbè, che fantasia…) sono i rapper che si sobbarcano la maggior parte del lavoro, il team Jam-O-Rama e lo stesso Prodeje sono i responsabili di quasi tutta la produzione musicale, tre dj, Kaos, Gripp e Ace, si alternano ai piatti, mentre L.V., vecchia conoscenza, si occupa delle parti cantate in vari punti del disco. Diversi dagli N.W.A., comunque omaggiati con citazioni e campionamenti, perché l’album ospita ampi spazi dedicati alla riflessione sulla realtà circostante, il cattivo gusto è completamente assente e di violenza gratuita giusto qualche traccia.

Più forte è l’astio per il sistema, scarcerato dalle rime di “Conspiracy”, si intuisce una forma di attaccamento a strade pericolose ma care al cuore come raccontano le immagini rappate di “I Get My Roll On”, ci si ferma un istante a pensare alla dannata voglia di far fuori il tizio che ha ammazzato il proprio miglior amico, alla quale subentra il contrasto dell’immagine di un altro fratello di pelle ucciso perché di bandana diversa, concetto portante della profonda “Thinkin’ Bout My Brotha”. Se da una parte il già citato astio viene scaricato definitivamente sul bastardo che ha lasciato da sola la propria madre (la riuscita cover “Pops Was A Rolla”), dall’altra si crea un piccolo spazio per i sentimenti (“U Gotta Deal Wit Dis”), che espone tutti i dissidi mentali derivanti dall’eterna scaletta che ordina ogni volta diversamente la dedizione per la propria baby e per la propria crew. Sono proprio queste ultime due tracce a denotare il gusto musicale dei S.C.C., un mix di James Brown, George Clinton e Zapp inserito su ritmi duri ma vivaci, opportunamente puntellati dalle tastiere che si accingono a diventare il marchio della west coast.

Se si eccettuano le due tracce conclusive, superficiali e tutt’altro che creative (la titletrack è uguale a “How To Survive In South Central” di Ice Cube), il disco riesce pienamente nei propri intenti e si fa ricordare volentieri quale piccolo classico del genere Gangsta legato a uno dei sobborghi più temuti di Los Angeles.

Tracklist

South Central Cartel – South Central Madness (Pump Records 1991)

  1. County Bluez
  2. Say Goodbye To The Badd Guyz
  3. Ya Want Sum A Dis
  4. Conspiracy
  5. Neighborhood Jacka
  6. U Gotta Deal Wit Dis (Gangsta Luv)
  7. I Got My Roll On
  8. Ya Getz Clowned
  9. Hookaz
  10. Pops Was A Rolla
  11. Thinkin’ Bout My Brotha
  12. South Central Madness
  13. Livin’ Like Ganstas

Beatz

  • Prodeje and Jam-O-Rama: 1, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 11, 13
  • Dj Gripp: 2
  • Wes Word: 3
  • Dj Kaos: 10
  • Dj Ace: 12

Scratch

  • Dj Kaos: 2, 6
  • Dj Kaos, Dj Ace and Dj Gripp: 5
  • Dj Kaos and Dj Ace: 8
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