South Central Cartel – All Day Everyday

Voto: 3,5 | Reviewed by Doro Gjat

Def Jam Records è un nome che, per un amante dell’Hip-Hop, ha lo stesso significato che Air Jordan può avere per chi adora la pallacanestro. Qualità, longevità e stile da vendere sono termini che si adattano a entrambi i brand, quasi a significare che qualsiasi prodotto porti quel marchio è per definizione un colpo sicuro. La storica etichetta fondata da Russel Simmons e Rick Rubin negli anni ‘80 ha regalato agli appassionati della doppia acca una sfilza di capolavori che, in buona parte, rientrano di diritto tra i classici del genere; nei primi ‘90, però, la lancetta della bussola aveva cominciato a spostarsi pericolosamente verso ovest, dai grattacieli di New York alle soleggiate boulevard di Los Angeles, grazie a nomi quali N.W.A., Snoop Doggy Dogg e Dr. Dre.

Dal 1989 al 1993 i figli bastardi dei ghetti di L.A. si erano piazzati nei primi posti delle classifiche e sembravano non volersene andare più. Il mercato stava cambiando, in altre parole, e il colosso discografico newyorkese non aveva assolutamente intenzione di rinunciare alla sua fetta della torta. All’ombra di questi presupposti nasce la Def Jam West, spin-off californiana dell’etichetta che puntava a fare del sano talent scouting tra i figli illegittimi del Gangsta Rap brevettato da Ruthless e Death Row (le due più celebri etichette degli albori del sound G californiano). “All Day Everyday” è uno dei risultati meglio riusciti di quest’operazione, anche se non può essere considerato un classico neppure all’interno della sola corrente del Rap west coast.

I South Central Cartel sono un collettivo di ragazzi dell’area metropolitana di Los Angeles capitanati da tali Havoc The Mouthpiece e Prodeje (i nomi vi dicono niente?), già responsabili di “South Central Madness”, “‘N Gatz We Truss” e la compila “Murder Squad Nationwide”, e “All Day Everyday”, per quanto si inserisca di diritto nel filone del G-Funk anni ‘90, non ha rimandi diretti a “The Chronic” di Dre né ai classici della Ruthless pubblicati in quella decade (al massimo ammicca ai compari C.M.W. di MC Eiht). Non abusa dei sample e dei fischi west più tradizionali, ha piuttosto un suono scuro come le notti nelle alleys di South Central, pieno di chitarre e bassi suonati, rinforzato da batterie solide, più vicine alla pacca di una produzione east coast che ai kick zuccherini di Warren G.

E anche le storie narrate da Prodeje e soci, ai tempi poco più che ventenni, hanno poco da spartire coi vicini di casa di Long Beach: niente party fino alle 6.00 del mattino e niente gin & juice, nel cuore del ghetto losangelino la priorità è sopravvivere. E tra la celebrazione del lifestyle californiano della titletrack, la re-interpretazione di un classico come “Let’s Get It On” di Marvin Gaye su “It Don’t Stop” (con la partecipazione ai cori di L.V., che i più attenti tra voi ricorderanno come il tizio che canta il ritornello di “Gangsta’s Paradise” di Coolio), il groove lento e avvolgente di “G’s Game” e il vocoder di “S.C.G.’z”, “All Day Everyday” si conferma un disco d’indubbio valore per gli amanti della west coast. Da riscoprire.

Tracklist

South Central Cartel – All Day Everyday (Rush Associated Labels/Def Jam Records 1997)

  1. West Coast Gangstas
  2. I’m A Rider
  3. Niggas Git Dealt Wit
  4. It Don’t Stop
  5. All Day Everyday
  6. Hit The Chaw
  7. G’s Game
  8. 4 Yo Ear
  9. W.C. Rocks
  10. Can I Roll Wit U
  11. Da Bomb
  12. Champagne Wishes
  13. Funk U Up
  14. No Get Bacc
  15. Gangsta Luv Pt. 2
  16. S.C.G.’z
  17. Family Thang (CD Bonus)

Beatz

  • Prodeje: 1, 4, 7, 11, 13, 15
  • Prodeje with the additional production by Robert Bacon and Tomie Mundy: 2, 5, 14
  • Havikk The Rhimeson with the additional production by Robert Bacon and Tomie Mundy: 3, 16, 17
  • Havikk The Rhimeson: 4, 6, 12
  • Richie Rich: 8
  • Prodeje with the additional production by Tomie Mundy: 9
  • Sean T: 10
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