Sick Damn e Clas K. – Clasdamn

Eh sì, l’underground – di scuola romana, nello specifico. Dite quello che vi pare, tacciatemi pure di nostalgia, oltranzismo, atteggiamento conservatore, ma non c’è niente come un po’ di sano Hip-Hop proveniente dal basso, dal sottosuolo, dalla pancia. Loro sono Sick Damn e Clas K.: rapper, produttore, all’occorrenza fonico e grafico il primo, molto attivo da solista e in una sfilza di joint venture – ad esempio “Dove comincia la notte” è solo dello scorso novembre; produttore, turntablist, all’occorrenza fonico e grafico il secondo. Sulle nostre pagine si è già parlato dell’uno e dell’altro, da “Quick shit volume 1” con Lise e l’autarchico “Radio Ramirez”, al gioiellino “Underlife” con FFiume e il collettivo “Da Specialists”; questi e non soltanto questi ci hanno convinto subito a seguire il link che annunciava l’uscita di “Clasdamn”, pubblicato a un paio di giorni dallo scoccare del nuovo anno e rivelatosi con altrettanta velocità un progetto più che degno d’attenzione.

In poche parole, a renderlo tale è anzitutto il posizionamento inequivocabile del duo, che si esprime appunto attraverso formule classiche, consolidate, di facile lettura: Sick Damn è al microfono, Clas K. alle macchine e ai piatti, punto. Il titolo 50/50 esprime questa simmetria e traccia i contorni di un’operazione identitaria, che non scende a compromessi per gusti e toni né si avventura in inutili disamine su attualità, società e chi più ne ha, ne metta; le origini e i riferimenti sono evidenti, il disincanto idem (<<io lo faccio così, a discapito de’ view/fotte ‘n’cazzo del tuo slang, il tuo band o la tua crew/io lo faccio pe’ ‘sta gente che pe’ me vor di’ de’ più/i sogni co’ ‘sta merda non li famo e manco tu>> – l’introduttiva “06”), cornice espressiva supportata da un carattere melodico per lo più scuro, declinato in undici brani – per poco meno di mezz’ora – che non lasciano spazio a fraintendimenti. Anche perché, coi suoi modi (spicci), le citazioni di stampo rigorosamente capitolino e una dura intransigenza (<<sputo rime solamente per bisogno/tu cosa non faresti p’avverare il sogno/infatti non mi fido di chi ne fa un lavoro/è solo arte, resta tale, sinno’ me moro>> – Lise in “Overlook”), l’impronta è chiarissima.

Al netto di un’ovvia filiazione, di un senso di appartenenza che emerge con decisione, dal finale scratchato di “Cellophane” e “Zero chill” a un immaginario riconoscibile, intriso di quella (buona) retorica che piace a tutti gli appassionati di Hip-Hop (<<qui non c’è provare, solo fare come mantra/rispetta la mia banda, chi gravita intorno/chi gratta, chi dipinge, chi balla e chi alza il conto>>“Boston”), “Clasdamn” vanta però un pregio che non può mai essere dato per scontato: è efficace nella dimensione tecnica come in quella stilistica. Sick Damn ha una scrittura solida, lineare, non aspettatevi incastri troppo complicati o flow che variano ogni due barre, è nella scelta di ogni termine, nella loro collocazione all’interno del verso e nell’interpretazione mai sopra le righe che le sue strofe si trasformano in racconto, sequenza di immagini (e il cinema è una sua evidente fonte d’ispirazione), con una naturale predilezione per le tonalità più cupe. Aspetto che Clas K. asseconda con una gamma cromatica di pari tenore, abbinando Jazz e synth, note sinistre e scenari notturni, composizioni classiche e deliziosi tagli griseldiani (“Overlook”).

A chiusura del cerchio: l’omaggio di “Meglio che ***” a “Meglio che scendi” di Kaos, brano che rielabora il medesimo sample e, laddove non si fosse capito, conferma un certo tipo di attitudine (<<faccio solo Rap hardcore, tu fai quello che conviene>>); infine, un’appropriata manciata di featuring, in particolare Lise, ricordato sopra, Slim Not in “Boston” e Panz – tra le voci più ingiustamente sottovalutate di Roma – in “Quattro mosche di velluto grigio”. Facendo la somma, l’album raccoglie le buone prove di tutti i partecipanti, è equipaggiato con un sound omogeneo, curato fin nel minimo dettaglio, e si rivolge a un’utenza specializzata; tutto il resto non c’è, l’introspezione più sofferta, l’ambizione cantautorale, il refrain orecchiabile, l’amore struggente, il campione che piace perfino alla mamma, la collaborazione paracula – e non possiamo che esserne felici.

Clasdamn” non scuoterà l’Hip-Hop dalle fondamenta, ma è un ascolto soddisfacente, che dunque ci sentiamo a priori e senza troppe chiacchiere di consigliarvi.

Tracklist

Sick Damn e Clas K. – Clasdamn (No label 2025)

  1. 06 [Feat. Supernintendo Chalmers]
  2. Mai mio
  3. Boston [Feat. Slim Not]
  4. Robbery ‘25
  5. Overlook [Feat. Lise]
  6. Mature kush freestyle
  7. Cellophane [Feat. Rockepheler]
  8. Quattro mosche di velluto grigio [Feat. Panz]
  9. Zero chill
  10. Meglio che ***
  11. Avias [Feat. Nev Sanders]

Beatz

Tutte le produzioni di Clas K. tranne la traccia #11 di Sick Damn e Clas K.

Scratch

Tutti gli scratches Clas K.