Shabaam Sahdeeq – Keepers Of The Lost Art

Voto: 4

Non sembra, ma sono passati davvero tanti anni dalla pubblicazione di compilation fondamentali come “Soundbombing” e “Lyricist Lounge”, e da quella che viene ricordata come la rinascita dell’Hip-Hop sotterraneo, che con l’occasione aveva pure affermato la sua orgogliosa indipendenza. Uno dei protagonisti indiscussi di quegli anni e di quei dischi era Shabaam Sahdeeq, conosciuto anche quale membro dei Polyrhythm Addicts, uno di quei talenti che una volta sentiti creano elevate attese per il prosieguo della propria carriera ma che spesso non trovano adeguata corrispondenza tra i mezzi a propria disposizione e l’opportuno sviluppo delle velleità artistiche possedute, arrivando a dare notizie di sé solo frammentarie.

E’ un piacere, quindi, ritrovarlo dopo numerose collaborazioni su album altrui quale protagonista di un corposo disco formato da ben venti tracce (più altre tre per chi sceglie iTunes – anche se non si tratta di chissà quali aggiunte) che si rivela essere qualitativamente molto valido, composto con l’ausilio di un talento lirico di ottimo livello e da produttori che, nella loro diversità, forniscono un bagaglio sonoro tutto d’un pezzo, il che regala al disco uno stampo organico e coerente ai canoni del boombap newyorkese, senza per questo suonare vetusto. Il primo fattore positivo che salta all’occhio mettendosi in viaggio con un disco di tale lunghezza – scelta strategica non sempre redditizia – è senz’altro la bravura del protagonista nel diversificare il proprio prodotto tanto da renderlo godibile e longevo, la stesura dei testi è infatti dettata da differenti stati d’animo che variano dal voler riaffermare la propria posizione all’interno della scena con pezzi tutto stile ed episodi riflessivi volti ad analizzare sia il presente che il riaffioro di un passato spesso non facile, trasmettendo tutte le lezioni ricavate.

I pezzi che colpiscono maggiormente sono proprio questi ultimi, le atmosfere malinconiche di “Playing Games” e “Walk With The Light” si accompagnano molto bene alle rime presentate sotto forma di intelligenti metafore che simboleggiano il lavoro duro per il raggiungimento dei propri nobili scopi e paragonano la musica a una chemioterapia contro le cattive abitudini. Molto valide sono pure le tre strofe concettuali di “Relax”, remixata da Dj Dister con una chitarra tagliata e un famoso sample degli EPMD, “Honor Me Now” è emozionale nel suo citare i soldati Hip-Hop caduti e vede Shabaam chiedere semplicemente, una volta terminata l’esperienza terrena, di poter essere ricordato per sempre attraverso la propria musica. Anche quando le tematiche arrivano a trattare gli aspetti più comuni diviene sempre più chiara la perizia complessiva del lavoro lirico: il forte legame con New York è evidenziato da “He Who Dares”, caratterizzata da flauti e chitarre prelevati forse da qualche poliziesco degli anni settanta, la titletrack, dinamica introduzione al disco molto ben prodotta dal nostro Res Nullius, è quasi massonica nella sua individuazione di una stretta cerchia d’individui ancora capaci di rappare come si deve, stessa bandiera underground che viene sventolata in “Seasons Change” (altra botta in vena di Funk), da ascoltare più e più volte per comprenderne a fondo le metafore.

Persino pezzi brag/battle come “Conceited Confidence”, raggiante grazie ai suoi synth echeggianti, e “Tranquilo”, una mina di Harry Fraud, sono così ben concepiti a livello metrico da distinguersi sistematicamente dalla massa di pezzi che parlano del medesimo tema. I featuring rivestono anch’essi un ruolo molto interessante, Shabaam si attornia di colleghi competenti assieme ai quali crea delle combinazioni di assoluta qualità, ci si delizia presto con i tecnicismi complessi di Skyzoo e Reks (“Speak Truth” è esplosiva pure nella produzione), piace molto la gestione delle sillabe eseguita da Sha Stimuli nello stesso pezzo (“That Dope”) in cui presenzia la particolare e riconoscibile cadenza di Wais P e, pur regalando spazio a leggende del luogo quali Tragedy, il bello sta proprio nel comprendere come l’attore principale non arretri di un millimetro di fronte alla competizione, tenendo sistematicamente alto il livello delle proprie prestazioni.

Grazie a ciò, l’album presenta una continuità complessiva di notevole rilievo, le tracce alla quantità abbinano qualità, susseguendosi senza soffrire cali di tensione (eccetto l’orrida ammiccata da club “Fall In Line”, ascoltando la quale pare di aver sbagliato disco…), quindi ci auguriamo che questa nuova uscita possa dare a Shabaam Sahdeeq quella meritata esposizione che tanti artisti con storie come la sua non hanno mai vissuto appieno. Finché mc’s di tale classe continuano a trovare un modo, seppur lungo e faticoso, di pubblicare dischi, non c’è motivo di temere che la lost art del titolo vada perduta da qualche parte.

Tracklist

Shabaam Sahdeeq – Keepers Of The Lost Art (Below System Records 2014)

  1. Keepers Of The Lost Art
  2. Conceited Confidence
  3. Playing Games
  4. Speak Truth [Feat. Reks and Kamala]
  5. Walk With The Light
  6. That Dope [Feat. Wais P and Sha Stimuli]
  7. Hardbody & Heavy [Feat. Half A Brick and EastKoast]
  8. Tranquilo
  9. Grown Man Hustle [Feat. Eric Rico]
  10. The Come Back Kid [Feat. Skyzoo and F.T.]
  11. Seasons Change
  12. City Of Fame [Feat. Mic Handz]
  13. He Who Dares [Feat. Lewis Parker]
  14. Fall In Line
  15. O.G Certified [Feat. Tragedy Khadafi]
  16. Done It All [Feat. Bekay]
  17. Relax (Remix)
  18. Energon 2 [Feat. Spit Gemz]
  19. Honor Me Now (Remix)
  20. U Don’t Want None [Feat. General DV]
  21. Cut From A Different Cloth (iTunes Bonus Track) [Feat. Hakim]
  22. Do You (iTunes Bonus Track)
  23. Motion Picture (iTunes Bonus Track)

Beatz

  • Res Nullius: 1
  • Ran Reed: 2
  • Lewis Parker: 3, 5, 7, 9, 11, 13, 15
  • Dj Ready Cee: 4
  • Dj Skizz: 6, 10
  • Harry Fraud: 8
  • Teike van Baden: 12
  • Dj Wonder: 14
  • Dj Dister: 16, 17
  • One Take: 18
  • Science: 19
  • AlterBeats: 20
  • Donald Robinson Cole The 3rd: 21
  • Dj Spinna: 22, 23
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