ScHoolboy Q – CrasH Talk

Voto: 3,5

Quella del paragone non è mai stata un’unità di misura che amo tirare fuori dal cassetto. Casi come quello di ScHoolboy Q costituiscono però quel genere di eccezioni che ci costringe a rivedere le nostre regole personali: così come accaduto in occasione dei suoi predecessori, anche CrasH Talk” è un disco che si rivela difficile da leggere se prima non lo si contestualizza all’interno di una precisa sequenza temporale. In questo caso, rimasta in stand-by per circa tre anni dopo lo straordinario Blank Face LP.

Per fare un breve excursus: “Oxymoron” si beccò più di una critica per non aver capitalizzato a dovere – forse anche a causa della pressione casalinga di essere quello-subito-dopo-Kendrick-Lamar – il potenziale mostrato in “Setbacks” e “Habits & Contradictions”. “Blank Face LP” mise invece d’accordo tutti, saldando quegli squarci nello scafo che nel 2014 imbarcavano troppa acqua. Si torna così al presente; e la storia ci ha educato bene su questo passaggio: dare continuità alla (quasi) perfezione è un’impresa complessa. Anche quando decidi di mettere da parte orologi e calendari.

“CrasH Talk” è un piccolo passo indietro in termini di concretezza per ScHoolboy Q, che qui osa meno rispetto al passato, adagiandosi in una sua personale comfort zone. Il che non è necessariamente un male, considerato quanto il ragazzo dimostri di divertirsi – senza versare troppe gocce di sudore… – quando affronta pezzi come Numb Numb Juice”, un purissimo esercizio di stile alla “Groovy Tony”. Anche CrasH”, nella sua semplicità (oltre a riesumare la versione light di un sample notoriamente esplosivo), è il manifesto di un rapper oramai del tutto padrone della sua arte e capace di intrattenere l’ascoltatore con la sola musicalità del flow, senza veicolare cronache particolarmente complesse (<<nigga gotta hit the golf course to get a peace of mind/family friends want a piece of mine/I can tell they all piecin’ up/and I can show ‘em where peace resides/since eight years old, I knew I’d be rich/’cause the college route, it wasn’t ‘bout shit>>).

Ci sono poi episodi come Floating” che, al netto di una performance a tratti letargica di 21 Savage, vanno a toccare entrambi i piatti della bilancia con le giuste proporzioni, trovando un compromesso stilistico ideale. Sempre di droghe e sballo si parla, ma la scelta delle immagini (<<fall in this bitch, transfusion with the drip drop/sauce everywhere and got broccoli in my Ziploc>>) e l’effetto di galleggiamento fornito dalla complicità fra Cardo e Johnny Juliano funzionano a dovere. Alla lista dei pro vanno iscritte di diritto anche l’energica levata di sipario di Gang Gang” e il clima medianico di Dangerous”. Un piccolo gioiello quest’ultima, in cui ScHool propone alcune delle rime più introspettive del disco (<<greet me by my hand ‘til you teach me to float/head is in the cloud with my stomach below/somethin’ ‘bout this feeling, I felt it before/took this pill and it swallowed me whole/pinch me on my arm, is it Heaven or fun?/If I don’t come back, had a hell of a run>>), incorniciate dai vocalizzi magnetici di Kid Cudi e un beat di Dj Dahi che sembra liquefare quella barriera d’asfalto sulla quale si è soliti versare qualche goccia di liquore.

Ecco, la rarefazione di strofe all’altezza di quella appena descritta sono la principale zavorra di questo “CrasH Talk”, che viene inoltre affossato da alcune fasi prive di particolare mordente. Si pensi in particolare a 5200″, alla non brillantissima session tutta californiana di Lies” (con YG e Ty Dolla $ign) e pure a CHopstix”, con un telefonatissimo ritornello (in tutta probabilità pagato a peso d’oro) di Travis Scott.

Il risultato finale è quello di un progetto che poteva sicuramente offrire di più in quanto a profondità, ma che al contempo non vede snaturata l’identità del suo autore; il quale, nonostante la colpevole leggerezza di un posizionamento troppo comodo, ha saputo mantenere un comparto tecnico di alto livello, confermando doti musicali non comuni a molti suoi colleghi. Nel complesso, “CrasH Talk” è un breve pit-stop che, sulla fiducia, ci sentiamo sicuramente di scusare… Ora che il pieno è stato fatto, restiamo però in attesa del prossimo giro.

Tracklist

ScHoolboy Q – CrasH Talk (Top Dawg Entertainment/Interscope Records 2019)

  1. Gang Gang
  2. Tales
  3. CHopstix [Feat. Travis Scott]
  4. Numb Numb Juice
  5. Drunk [Feat. 6LACK]
  6. Lies [Feat. Ty Dolla $ign and YG]
  7. 5200
  8. Black Folk
  9. Floating [Feat. 21 Savage]
  10. Dangerous [Feat. Kid Cudi]
  11. Die Wit Em
  12. CrasH
  13. Water [Feat. Lil Baby]
  14. Attention

Beatz

  • J-Bo and Dj Fu: 1
  • Jake One, G Koop and Dj Dahi: 2
  • Dj Dahi: 3, 10
  • Nez & Rio, Dj Fu and Baby Keem: 4
  • Bekon, Sounwave and Dj Dahi: 5
  • Sounwave and Baby Keem: 6
  • Sounwave and Illmind: 7
  • Jake One and Dj Dahi: 8
  • Cardo and Johnny Juliano: 9, 11, 13
  • Boi-1da: 12
  • Nez & Rio: 14
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