Sano Business – Underground troopers
Il mio rapporto con il Rap di Bassi e soci è sempre stato ambivalente e si è interrotto col suo terzo album solista e il lavoro collettivo della Sano Business. Ciò che ho sempre ammirato in loro è stata la capacità di riproporre in maniera palese un modello americano, riuscendo a infilarci un po’ di sana ironia (ai tempi, visto che col passare degli anni quest’aspetto è andato lentamente scemando), fin dallo storico brano sul secondo lavoro di Fritz Da Cat, “Microphone check 1, 2 what is this” (quello dove i CdB urlavano come degli esagitati). E poi si tratta di un gruppo di persone la cui professionalità dovrebbe essere il punto di arrivo di ogni artista Rap italiano, dato che i loro live erano perfetti già un quindicina d’anni fa. Sfortunatamente, la continua ricerca di un suono derivativo e certi testi scritti col pilota automatico (è naturale quando si realizza così tanto materiale a una distanza di tempo ravvicinata) hanno un po’ mitigato il mio entusiasmo personale nei confronti di questi signori, anche se resta immutata la sfida per i pregi di cui sopra.
“Underground troopers”, disco del 1998, è caratterizzato da una copertina molto figa (che citava esplicitamente l’ottimo “Starship Troopers” di Paul Verhoeven) e da un suono piuttosto sotterraneo (ma nulla di anche solo lontanamente sperimentale, lo dico qualora vi stiate aspettando un “Funcrusher…” italiano), mette da parte ogni velleità conscious e si concentra dunque su un Rap solido e senza troppi fronzoli, quasi mai improntato alla tecnica (anche se in “Cani e gatti”, la mia canzone preferita del progetto, Bassi tira fuori una strofa insolitamente complessa per i suoi standard) e dotato di una chiarezza invidiabile. Nulla di criptico, dunque, in queste dodici tracce, ma solo un sound piuttosto grezzo e cupo, supportato da un flow adeguato, pur senza colpi mirabolanti.
L’aspetto produttivo – Bassi a parte – è curato dai fidi Hakeem, Bosca, Zeta e il buon Kaso (che fine hai fatto, Fabio?), mediamente di buon livello, con una menzione speciale per Bosca (mi spiace che questo signore non sia mai diventato famoso, me lo ricordo ultimamente solo su “Di vizi di forma virtù”) che arricchisce la traccia solista di Cush con un beat molto adatto e non eccessivamente newyorchese. L’episodio più potente è comunque la divertentissima “Timberland boots”, in cui i Balordi celebrano la grandezza e la spacconeria dei celeberrimi scarponcini, al tempo una specie di must per l’abbigliamento Hip-Hop (anche se io non ne ho mai avuti, ci tengo a dirlo). L’andatura è questa, il tono anche; un disco da avere per capire da un lato la versatilità di questo team e, dall’altro, per avere in collezione uno dei lavori più fieramente underground usciti negli anni d’oro del Rap italiano (magari in coppia con “The Micragnous EP”, di poco precedente), senza però pretendere sonorità inaudite, visto il periodo in cui è uscito e la filosofia molto pratica della SB.
Tracklist
Sano Business – Underground troopers (Sano Business 1998)
- Pollice su (CdB)
- U.G.M.C.s ’98 (CdB)
- L’uomo sbagliato (Bassi Maestro)
- La mia squadra (Rido Mc)
- Illigul bizniz (Cush)
- 48 x 98 (Bassi Maestro)
- Cani e gatti (Bassi Maestro e CdB)
- Sempre lo stesso (Bassi Maestro)
- Timberland boots (CdB)
- Pollice su (strumentale)
- Sempre lo stesso (strumentale)
- Timberland boots (strumentale)
Beatz
- Kaso: 1, 10
- Bassi Maestro: 2, 6, 9, 12
- Dj Zeta: 3, 7
- Hakeem: 4
- Bosca: 5
- Vez e Dj Vigor: 8, 11
Jonathan
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