Salmo – The island chainsaw massacre

Premesso che nessuna recensione potrà rendere giustizia a questo disco, vi avviso che stavolta abbiamo tra le mani qualcosa di davvero diverso. Fate un giro online e vi renderete conto di quanto entusiastica sia la ricezione di “The island chainsaw massacre”: c’è chi, in virtù della deflagrazione di originalità, lo affianca addirittura a Dargen, per quanto diametralmente opposto nelle atmosfere. Non si può certo dare torto a tutta quest’euforia, né al paragone: i nomi di chi, come i due mc’s in questione, tentano di evolvere il Rap sono tragicamente pochi, ma uniti dallo stesso obiettivo. Il ragazzo, qui, classe ’84, ha un curriculum musicale dell’altro mondo (Punk, Stoner, Metal, senza contare i precedenti Hip-Hop) e più palle di tutti i ventenni invertebrati che infestano la scena underground coi loro dischi d’esordio cronicamente identici l’un l’altro. Ma andiamo con ordine.

La produzione musicale – tutta a cura dello stesso Salmo! – ha dell’incredibile: ci si trova davanti a continui cambi di direzione accomunati da un gusto per la sperimentazione unico, passando dalla Drum’n’Bass (“L’erba di Grace”), al Metal (“Street drive-in”), fino all’Elettronica, senza dimenticare qualche tappa vicina all’Hip-Hop più classico (“La prima volta”, sebbene il sample orientaleggiante e il drum non proprio convenzionale la mantengano a un alto livello di originalità). I testi, in quanto a tendenza iconoclasta e rabbia esplosiva, non sono da meno – considerando anche che Salmo ha una voce particolarmente intensa e un timbro a dir poco incazzoso. Il clima è assolutamente cupo, senza via di scampo. L’introspezione la fa da padrona, ma il filtro artistico non è mai assente. Almeno per una volta, non ci troviamo di fronte a certe autobiografie in rima in cui il rapper di turno ci racconta le proprie disgrazie in maniera più o meno convincente: Salmo non smette mai di essere fedele a un tipo di poesia sporca tutta sua, violenta ma sofferente (<<scrivo versi tra i non morti nella fase REM/vivo auto depressivo in note requiem>>, giusto per fare un esempio), con tratti di inaspettato lirismo.

Le tracce sono tutte di altissimo livello, ma non si può fare a meno (dopo un lungo spareggio con “La prima volta”) di assegnare a “Yoko-ono” la palma per il miglior episodio del disco: uno storytelling così allucinato e spaventosamente narrativo, spalmato su un beat che campiona nientemeno che “Come Together”, si era visto raramente. “The island…” è più di un ottimo punto di partenza. Forse è davvero una svolta per il Rap italiano. C’è chi ha già tentato di far incontrare D’n’B e Rap, così come esistono tentativi di fondere l’Hip-Hop con altre correnti culturali (i rapper che arrivano dal Punk o dal Metal non sono così rari), ma i risultati sono stati spesso deludenti sul livello della scrittura o talmente difficili da metabolizzare da fare del proprio elitarismo un ostacolo. Salmo sposa, non temo di affermarlo, alla perfezione ricerca musicale, originalità di pensiero e abilità letteraria. Se Dio vuole, qualcuno che prenda l’Hip-Hop e lo faccia crescere, in barba ai talebani dell’old school e agli sputtanatori professionisti, con una scrittura intelligente, personalità e spessore, è arrivato. Non è l’unico, certo, ma di sicuro è uno di quelli che è riuscito a esserlo nella maniera più felice.

Tracklist

Salmo – The island chainsaw massacre (KICK OFF! Recordz 2011)

  1. Morte in diretta
  2. L’erba di Grace
  3. Il senso dell’odio
  4. Back on track [Feat. En?gma]
  5. Vuoto
  6. La prima volta
  7. Dj Valium
  8. Prima di dormire
  9. Skit
  10. Rancho della luna
  11. Los ojo del Diablo [Feat. El Raton]
  12. Munchies [Feat. En?gma]
  13. Yoko-ono
  14. Un Dio personale
  15. Driveaway
  16. Nella pancia dello squalo
  17. Machete flow (Pass Out remix – bonus track) [Feat. El Raton]
  18. Street drive-in (bonus track)

Beatz

Tutte le produzioni di Salmo

Scratch

  • Dj Slait: 1
The following two tabs change content below.

Riccardo Orlandi

Ultimi post di Riccardo Orlandi (vedi tutti)