Robust – Fillin In The Potholes

Voto: 3

Seguito del più che gradevole “Potholes In Our Molecules”, questo secondo lavoro di Robust arriva a distanza di quasi dieci anni dall’esordio, anch’esso targato Galapagos4. Com’è già capitato di scrivere su queste pagine, l’etichetta sembra essere particolarmente attenta a pubblicare prodotti che siano aderenti a una certa politica che privilegia prodotti musicali creati per gli amanti di un suono con ben radicate influenze classiche (gli appassionati di sample potranno trovare pane per i loro denti, qui dentro) e per un Rap solido e tecnico, ma comunque sempre all’insegna di una certa ortodossia. Rispetto al precedente lavoro, qui si osa leggermente di meno e i ritmi rallentati e blueseggianti che aprivano quell’album in maniera decisamente singolare, vengono ora riproposti in maniera più tradizionale, spesso messi da parte a favore di campioni vocali Soul inseriti quasi integralmente (come nel caso di “Whats Your World”, caratterizzata da un’interessante Rap in controtempo che tuttavia, a causa della ripetitività del flow, smette di funzionare a dovere dopo la prima strofa).

Il Blues ovviamente emerge in alcuni punti (ad esempio in “Tortured Soul”, brano dal suono cupo e incentrato sulla frustrazione dovuta al mancato riconoscimento del proprio valore), più per esigenze di mood che per vere e proprie ragioni stilistiche, trattandosi di un disco sostanzialmente pessimista (il che lo rende, appunto, un’ideale prosecuzione del predecessore), ma è la riproposizione di fiati Soul e groove Funk a fare la parte del leone, togliendo quella possibilità di dare al disco una sua direzione immediatamente distinguibile rispetto ad altre produzioni. Ovviamente, si tratta di ottimi beat: il lavoro di Meaty Ogre (di cui vale la pena consigliare il bellissimo “Leo Vs Pisces”, se riuscite a recuperarlo), Max, Pore, PNS, Maker, Jackson Jones (produttore di ottime cose in compagnia di Qwel, in passato), Dj Alo, Void Pedal e dello stesso Robust (che si diletta a prodursi da solo nella traccia che, guarda caso, si intitola proprio “Soloist”) è sempre sopra la media, mentre scarseggia la fantasia per quel che riguarda la struttura dei singoli brani, essendo stato scelto semplicemente di alternare le classiche strofe col ritornello, all’insegna dell’approccio di cui abbiamo detto all’inizio.

Robust, da parte sua, se la cava egregiamente al microfono ma, vuoi per il pessimismo latente del lavoro e per un’interpretazione un po’ troppo giù di corda, fatica quasi a emergere, nonostante dal punto di vista metrico sia decisamente bravo, giostrandosi tra extrabeat misuratissimi (in “I Wake Up” riesce a non farmi odiare questa tecnica evitando i numeri da giocoleria che spesso il Rap veloce impone e un orecchio poco allenato interpreta come ben riusciti solo in quanto tali), controllo del tempo e costrutti interessanti (meno che in passato, va ancora ribadito), anche se si fa sentire troppo la mancanza di tematiche che vadano oltre la metafora delle marmitte in strada per esprimere un senso di disagio. Da ascoltare se cercate un mc che sappia riempire bene dei suoni a voi familiari, da evitare se cercate qualcosa di avveniristico e sperimentale.

Tracklist

Robust – Fillin In The Potholes (Galapagos4 2012)

  1. Fillin’ In The Potholes
  2. Soloist
  3. Northern Soul
  4. High Road
  5. Loop Dreams
  6. All I Do
  7. Remember When
  8. I Wake Up
  9. Spare Change
  10. How Ya Livin??
  11. Polluted Views
  12. Tortured Soul
  13. Driftwood
  14. Whats Your World
  15. Pressure
  16. Realism

Beatz

  • Max: 1, 10
  • Robust: 2, 5
  • Meaty Ogre: 3, 9, 12
  • Void Pedal: 4
  • Dj Alo: 6, 15
  • Dj PNS: 7
  • Maker: 8
  • Jackson Jones: 11
  • Pore: 13, 14, 16

Scratch

All scratches by Dj Alo

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