Revolutionary Rhythm – From The Soul

Voto:4 –

Davvero ti ascolti quella roba? Ma dai, ma come fai? Non cantano nemmeno. E neanche suonano strumenti veri. In pratica parlano e basta… Pensateci: quante volte vi è capitato di trovarvi nel mezzo di una conversazione dai toni vagamente simili a questi? Impegnati a spiegare al profano della doppia acca di turno cosa trovate di tanto speciale nell’ascoltare gente che paga le bollette a fine mese snocciolando rime in sequenza su qualche grasso loop? Ancora oggi, nonostante goda di una popolarità senza precedenti (e in continua ascesa), questa cosa chiamata Hip-Hop – in tutte le sue variopinte manifestazioni – rimane per molti un groviglio indecifrabile e da schivare (o da schifare) a priori.

Accantoniamo per un secondo i tecnicismi – barre, metriche, beat, sample e quant’altro – e ragioniamo solo in termini di sensazioni. L’Hip-Hop ha sempre avuto un’intrinseca capacità di sposarsi alla perfezione con qualsiasi scenario si pari di fronte ai nostri occhi. E’ un dato di fatto. C’è l’album perfetto per le giornate di sole, quello da ascoltare nelle grigie domeniche di autunno, il disco che incornicia alla perfezione una gelida mattina invernale e quello ideale per un allegro venerdì sera. Il tutto, amplificando la portata sensoriale di ciò che ci circonda. Per i meno pratici con la sinestesia, è un po’ come applicare alla realtà attorno a noi una sorta di filtro Instagram in formato audio; e tutto questo, come ci insegnano i Revolutionary Rhythm con From The Soul”, si può fare anche senza disporre di un budget mostruoso alle spalle.

Questi tre ragazzi di L.A. impiegano poco più di un quarto d’ora per trovare le coordinate di un asse che resta sospeso fra tradizione e modernità, senza mai perdere l’equilibrio. Prendete Los Angeles Haze: puoi farla passare in cuffia anche in piena notte, a febbraio, ma quando le sue nebbie mattutine ti avvolgono l’impressione è quella di ritrovarsi ad ammirare il tramonto in un Jazz cafè sulle rive del Pacifico. L’entrata crepuscolare dei fiati, a braccetto coi graffi di Dj Million Faces, risveglia all’istante quel genere di sfumature che riportano le lancette di cuore e mente indietro di un paio di decenni.

Niente a che vedere, tuttavia, con la solita operazione nostalgia, che tenta di far breccia nel cuore dei più integralisti a colpi di fotocopie. Quella di “From The Soul” è una musicalità che affonda sì le radici nel calderone della tradizione – strizzando più volte l’occhiolino alla costa atlantica – ma lo fa riscrivendo quegli stessi spartiti con un inchiostro nuovo e brillante. Senza scomodare paragoni diretti, ma è un po’ (nel concetto) quello che ha fatto a suo tempo Joey Bada$$.

A bilanciare l’equazione al mic troviamo Kid Abstrakt e Predominance i quali, pur mantenendo un’impostazione metrica piuttosto lineare, non lesinano i virtuosismi improvvisi e sfoderano quella parlantina dai contorni smooth che, nonostante i colori dello sfondo (si pensi alla titletrack oppure a Break It Down), ti ricorda costantemente che hai i piedi sull’altro versante degli States.

Il viaggio, come detto, è purtroppo breve. E infilare un paio di tappe in più nel tour – portando il minutaggio oltre quota venti – non avrebbe guastato. In tutta onestà, però, il giro vale il prezzo del biglietto. Anche perché, diciamocelo: dove pensate di trovarlo un volo per Los Angeles a soli cinque dollari?

Tracklist

Revolutionary Rhythm – From The Soul (No label 2019)

  1. Turn It Up
  2. Los Angeles Haze
  3. From The Soul
  4. Chillin With Dj Million Faces
  5. Break It Down

Beatz

  • GUMS: 1
  • Waahiid: 2, 3, 4
  • Smuff Tha Quiz: 5

Scratch

All scratches by Dj Million Faces

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