Rancore – Musica per bambini

All’improvviso o quasi, considerato il mesetto scarso di preavviso, ecco ripiombare nell’affollato circo del Rap italico Rancore con questo nuovo ed eccellente lavoro, tanto snello sul lato marketing quanto pingue dal punto di vista lirico & musicale. Dieci tracce una più bella e coinvolgente dell’altra, col rapper romano libero di agire in completa autonomia anche sul fronte produzioni dopo la – col senno di poi – inevitabile rottura del sodalizio artistico che l’ha legato a Dj Myke per ben sei anni e quattro progetti. Già da una prima lettura dei credit appare infatti evidente la volontà/necessità da parte del protagonista di prendere in mano la propria musica, in totale autonomia per essere così libero di modellarla e vestirla su misura addosso a ogni singolo testo. Non può quindi stupire né la scelta autarchica in ambito rime, con zero featuring zero, né tantomeno le peculiari scelte che caratterizzano le strumentali, con nuove leve alle produzioni quali Jano e Meiden affiancate da nomi più noti del calibro di Dj Aladyn e Marco Zangirolami, più l’inserimento di parti suonate al basso, batteria, piano e chitarra. Tutti e tutto sotto la stretta e rigorosa supervisione di Rancore medesimo, ovviamente.

Questo strano composto a base di eterogeneità e autosufficienza si rivela fin dai primi ascolti assolutamente perfetto per valorizzare al massimo il talento lirico di Tarek, cristallino certo, tuttavia difficile tanto da gestire quanto da valorizzare e recepire. A maggior ragione in questo “Musica per bambini”, un album nel quale l’mc si presenta in più vesti, non solo ermetico e rabbioso ma anche schizofrenico, logorroico, nonché sorprendentemente accessibile e ironico. L’avvio è buono ma senza sorprese con la furiosa e frontale “Underman”, trait d’union con il passato – non a caso estratto come primo singolo – e pezzo tramite il quale Rancore ricorda menù (<<musica che non parla di soldi e medaglioni/per questo quando l’ascolti mi dici che due coglioni!>>) e ingredienti (<<la notte nel letto dormo sempre sul bordo/così metto sotto al letto tutti i mostri che porto/la mattina piano piano sotto il letto mi sporgo/li riconto/poi li segno sul diario di bordo>>).

Chiarito ciò, cappuccio rigorosamente calato sulla testa, Tarek esce dalla propria stanzetta per mischiarsi alla folla e descrivere quel che vede e sente, dalla depressione dilagante in un paradossale e irreale silenzio (“Depressissimo”) alla superficialità di “Giocattoli”. Ci sono poi anche momenti più ordinari e facilmente assimilabili, ad esempio “Skatepark”, pezzo chitarroso dal sound in stile Assalti Frontali in cui Rancore ricorda la passione adolescenziale per skate e rapporti connessi, oppure “Centro asociale”, altra traccia immediata e frizzante sulla standardizzazione e mercificazione del Rap nostrano (<<racconto strazi/problemi cretini/perché mi ringrazi?/Perché sono lontano dagli altri ragazzi/che fanno i cattivi/poi succhiano cazzi>>). Ribadito che siamo al cospetto di un grandissimo disco nella sua interezza, ci sono però tracce che mandano subito e definitivamente al tappeto, con rime che colpiscono forte e in maniera irreparabile. E’ il caso di “Sangue di drago”, meraviglia nella quale parole e musiche si fondono, eleganti e orchestrali, per descrivere il becero utilizzo che viene fatto della paura per fomentare tensione e odio: <<ora sto cantando a tutto il reame/che hanno ucciso un drago che non è reale/ma un nemico creato da chi veste bene/su un cavallo grande ma nutrito male>>.

Stile decisamente differente eppure stessa (altissima) valutazione per “Questo pianeta”, pezzo conclusivo che vede Rancore, su una strumentale spigolosa e sintetica opera di 3D, sputare parole e rimandi di ogni tipo, generatori di confusione e caos, una sorta di vendetta verso un mondo vissuto da alieno: <<io voglio solo tornare nel mio pianeta/in quella semplicità che non c’è più/ricominciare a sognare questo pianeta/parlare in modo che con me ci sia anche tu/ed ascoltare il mio cuore nella pineta/ed ascoltarti in modo da addormentarmi/poco a poco, in una posizione quieta>>.

In conclusione, “Musica per bambini” ci pone di fronte a un rapper in grado di descrivere e descriversi da più angolazioni, ma sempre con stile e coerenza; e per questo è la prova provata della maturazione raggiunta da Rancore, un artista a tutto tondo, capace di muoversi con le proprie gambe su terreni differenti e in ogni tipo di condizione emozionale. Parafrasandolo: disco bellissimissimo.

Tracklist

Rancore – Musica per bambini (Sony/ATV/Hermetic 2018)

  1. Underman
  2. Giocattoli
  3. Beep beep
  4. Depressissimo
  5. Sangue di drago
  6. Skatepark
  7. Centro asociale
  8. Arlecchino
  9. Quando piove
  10. Questo pianeta

Beatz

  • Jano e Rancore: 1
  • Jano: 2
  • Meiden: 3, 7, 9
  • Rancore: 4
  • Marco Zangirolami e Jano: 5
  • Giancane, Dj Aladyn e Rancore: 6
  • Meiden, Rancore e Jano: 8
  • 3D: 10
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Gabriele Bacchilega

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