Rancore & Dj Myke – Silenzio

Si fa un gran parlare di underground, in riferimento al Rap italiano, tendendo spesso ad attribuire a questa classificazione un valore positivo. In realtà, il discorso dovrebbe essere più articolato: se è vero che chi raggiunge il mainstream (sarebbe meglio dire: quei quattro gatti che hanno raggiunto qualcosa di simile al mainstream) raramente mantiene un buon livello lirico, tecnico e contenutistico, è altrettanto vero che non tutto l’underground brilli di rapper dalle doti indicibili, nonostante si tenda spesso a dimenticarlo. Così, se di mc’s che rivendicano stile e credibilità ma vengono ascoltati solo dagli amici e vendono qualche decina di dischi ne abbiamo in gran quantità, forse non è esclusivamente a causa delle ciniche leggi dell’industria discografica ma proprio perché la qualità artistica è inesistente.

Questa breve premessa serve a impedire che un riconoscimento delle doti di Rancore sia scontato. Non si tratta di un rapper che rimane nell’underground perché, artisticamente parlando, si merita di starci, bensì perché la sua scrittura, per essere apprezzata, richiede una dedizione superiore a quella concessa dagli ascoltatori comuni – dai non addetti ai lavori, se così si può dire. Chi ha già avuto la fortuna di imbattersi in un album del duo romano (“Acustico” ed “Elettrico”), saprà quanto le liriche di Rancore necessitino di attenzione e interpretazione; di conseguenza, anche stavolta ci troviamo di fronte a un lavoro che, liricamente parlando, lascia in prima battuta disorientati, ma una volta decifrato regala immense soddisfazioni.

Il percorso delineato dalle quindici tracce, a differenza dei due dischi precedenti, è variegato e vive di riprese e decelerazioni, alternando pezzi più tirati e tecnici (“D.a.r.k.n.e.s.s.”) a episodi molto più intimistici (“Il giorno che non c’è”), a volte vicini al cantautorato. I temi sono estremamente vari: si passa dall’emozionante storytelling multiplo di “Capolinea” (dove è chiaro lo stile musicale ed estremamente emotivo del flow) all’ambientalismo di “Horror fast food”, nello stile delirante e psicotico del nostro (<<vogliamo pace, mangiare alla luce e cagare al buio!>>), dalle mille interpretazioni possibili di “L’eterno ritorno”, densissima di pathos, alla critica sociale sempre estremamente ironica di “Anzi… siamo già arrabbiati“, dalla critica alla scena Rap (<<se la promessa del Rap italiano ha le dita incrociate/pensi sia scaramanzia e che prometta per finta>>) de “La follia” al cyberpunk ironico e malinconico di “L’architetto”. Sebbene molti passaggi siano di difficile assimilazione, le immagini sono estremamente gratificanti (pensate alla fantastica “Dove siete spiriti”) e, una volta assimilate, le strofe regalano grandissime soddisfazioni, anche perché Dj Myke è straordinario nel modo in cui riesce ad assecondare gli umori e i pensieri del suo socio, offrendogli percorsi che all’Hip-Hop uniscono costantemente (e con gusto) Elettronica, Rock e Pop.

Rancore conferma dunque un potenziale che fa quasi impressione, muovendo un altro passo verso l’affermazione, se non nel giro grosso, perlomeno nella cerchia di chi ascolta un Rap intelligente e ben fatto; Myke, dal canto suo, centra l’ennesima prova e dimostra un’originalità che a tanti beatmaker semplicemente manca. “Silenzio” è perciò tra le migliori uscite dell’anno che volge al termine, non c’è dubbio.

Tracklist

Rancore & Dj Myke – Silenzio (Doner Music 2012)

  1. D.a.r.k.n.e.s.s.
  2. Capolinea
  3. Horror fast food
  4. L’eterno ritorno
  5. Anzi… siamo già arrabbiati
  6. Dove siete spiriti
  7. La follia
  8. Il grande falò
  9. Il giorno che non c’è [Feat. Max Zanotti]
  10. Tempi moderni
  11. L’architetto
  12. Il male oscuro
  13. Ottimismo pessimo
  14. Tu leva le parole
  15. Silenzio

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