R.A. The Rugged Man – Die, Rugged Man, Die

Voto: 4 | Reviewed by Dr. What?

Duemilaquattro, Nature Sounds, nuovissima casa discografica che rischia di diventare l’etichetta degli attesi: dopo “No Said Date” di Masta Killa, a novembre rilascia anche l’attesissimo debutto solista di questo bianco mc di Long Island a molti sconosciuto (e si prepara al botto per fine marzo 2005 con l’uscita di Black Market Militia: Hell Razah, Killah Priest, Tragedy Khadafi e Timbo King!). Che R.A. avesse qualche rotella fuori posto ce n’eravamo già accorti dalle brevi apparizioni targate “Soundbombing” e “Eastern Conference” e dalla pornografica strofa in “Botton Feeders” sul disco degli Smut Peddlers, ma in “Die, Rugged Man, Die” la sua follia spicca davvero il volo raggiungendo picchi altissimi e a volte masochistici, come nell’assurdo skit “Pick My Gun Up”, nel quale chiede alla sua donna di picchiarlo ripetutamente in testa con la pistola per migliorarne la prestazione sessuale… Ma andiamo con ordine.

Il booklet, che lo vede ritratto in mezzo a bersagli in un poligono da tiro o con delle armi in mano, in realtà non dice granchè; a dare un più concreto preavviso su ciò cui andiamo incontro è invece una piccola frase sul fondo dell’immagine: any similarity to actual persons living or dead are completely intentional. Ed è proprio vero! R.A. non le manda a dire e spara a mille su tutti e su tutto, ma con un’arma speciale che risulterà essere il punto forte dell’album: il sarcasmo. Va bene, la vita non gli ha riservato niente di felice (<<I seen my little brother Max fall asleep and he ain’t never wake up>>), nessuno l’ha aiutato più di tanto (<<now I’m stuck on a wack label/they say you see the way you behave now wonder why the label hate you/they say he’s a beast, he’s a creature/keep him in the other room, don’t let him see Aaliyah>>), è bianco (<<white powder, snow white, snow, hit the ho right/white dred slow life, white snakes, so white>>), sottovalutato (<<the most underrated in Hip-Hop history/think I care if you disagree?/You ain’t got no song out/and right now you’re busy listenin’ me>>) e a un certo punto arriva anche a pensare di farla finita (<<I made peace with myself now how ‘bout that/I hated life I wanted to die a few years back>>); ma, come spesso accade, sono le frequenti difficoltà a farti rinascere più forte di prima.

Ecco allora l’intelligenza dell’uomo prima dell’mc: dal primo all’ultimo secondo, senza particolari cali di tensione o di umore, dotandosi di pungente sarcasmo e spietata ironia (<<Alchemist, you still my little buddy/althought you stole that Royce the 5′ 9” “The King” beat from me>>), The Rugged Man elude tutta la sua rabbia verso il sistema discografico autocelebrando la bestia che c’è in lui e dando vita a un progetto che risulterà essere fresco e divertente, accompagnato da produzioni che calzano a pennello con l’intenzionalità dell’mc. Nove diversi producer, senza mai scadere nel mainstream o senza sprofondare nel più cupo underground, mantengono con sample canterini e sghignazzanti la linea ironica del rapper. Tra tutte le tracce devo per forza segnalare “How Low”, dove White Mendingos si permette di campionare la sacra “Planet Rock” di Afrika Bambataa, ma che possiamo perdonare visto il risultato ottenuto: uno stratosferico breakbeat dal pesante sapore old school che i breaker apprezzeranno sicuramente. Pochi ma azzeccatissimi i featuring: perfetti e mai banali come sempre Masta Killa e Killah Priest in “Chains”, la palma di miglior partecipazione va però a un cattivissimo Timbo King che a mio avviso vince la sfida tra le razze sull’immaginario ring di “Black And White”.

L’unica nota negativa (se proprio vogliamo definirla così) è la ripetitività di R.A. nel ribadire in più tracce l’importanza dei grandi del passato, l’ammirazione per Kool G Rap e la sua presenza, sebbene silenziosa, in quel periodo d’oro per l’Hip-Hop. Ma ci si abitua presto. Vi consiglio quindi di prendere in considerazione “Die, Rugged Man, Die”: nonostante non abbia un messaggio profondo che vi cambierà la vita, è un’uscita divertente che accompagnerà i vostri momenti di puro cazzeggio. E chi è che non li ha?

Tracklist

R.A. The Rugged Man – Die, Rugged Man, Die (Nature Sounds 2004)

  1. Lessons…
  2. Casanova (Fly Guy)
  3. A Star Is Born
  4. Chains [Feat. Killah Priest and Masta Killa]
  5. Dumb
  6. On The Block
  7. How Low
  8. Mitch Blood Green (Interlude)
  9. Midnight Thud
  10. Black And White [Feat. Timbo King]
  11. Brawl
  12. Die, Rugged Man, Die!!
  13. Pick My Gun Up (Skit)
  14. Dà Girlz, They Love Me
  15. Make Luv Outro

Beatz

  • Koran The L.T.D.: 1
  • “You Can Ask” GIZ and CALOGERO: 2
  • Nigga Nilez: 3, 5, 12, 14
  • Ayatollah: 4, 15
  • Jocko: 6
  • White Mandingos: 7
  • DJ Luciano: 9
  • Dev One: 10
  • J Zone: 11
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