Posted 4 September 2008 by Mistadave in USA

Public Enemy – Greatest Misses

Voto: 3

Al tempo non fu molto chiaro quale fosse il messaggio che i Public Enemy intendessero mandare con la pubblicazione di “Greatest Misses”, ibrido riuscito a metà che non fece che appesantire la sensazione che il gruppo di riferimento del movimento Hip-Hop della prima era dorata avesse iniziato una discesa inesorabile e definitiva. Sarà stata la scarsa vena creativa di Chuck D e del suo team di produzione, sarà stata l’intenzione di fare una parziale compilation di successi non ovvi proponendoli in chiave diversa (la scarsa adattabilità al conformismo della macchina industriale qui è sempre stata la benvenuta), sarà stata la scelta di voler tracciare una linea che segnasse la fine di un’epoca, senz’altro dettata dal fatto che i tempi avrebbero presto preso direzioni completamente diverse all’interno delle quali i gruppi militanti avrebbero faticato parecchio a sopravvivere.

La buona notizia è che la grinta eruttiva di Chuck in quel momento non era affatto esaurita, per accorgersene basta prendere nota qua e là di qualche sciabolata da maestro (<<never liked what I saw in the law/Indiana trees hangin’ us instead of leaves>>), mentre la cattiva notizia è che “Greatest Misses” presenta solo sei brani inediti e i remix qui proposti fanno rimpiangere l’idea di un EP contenente solo la prima parte del lavoro. Le sei tracce sono pienamente sufficienti, la migliore di tutte è senza dubbio la potente “Hazy Shade Of Criminal”, da cui è tratto il verso sopra citato, seguita dalla dinamica “Tie Goes To The Runner” e l’interessante “Air Hoodlum”, che racconta le vicende di una promessa del basket che si perde nella malavita; tutte dotate del tipico sound alla Public Enemy, non a caso curato dalle due crew di produttori responsabili dei loro passati assalti sonori.

Per i remix vengono invece scomodati nomi quali Jam Master Jay (R.I.P.) e Sir Jinx, ma nessuna traccia è lontanamente all’altezza della rispettiva versione originale: “Louder Than A Bomb” perde tre quarti del perfetto abbinamento liriche/base sentito in “It Takes A Million…”, la base di “How To Kill A Radio Consultant” è completamente piatta e toglie tutto il vigore del testo. “You’re Gonna Get Yours” è l’unica che trasmette entusiasmo, ma è solo una strumentale intervallata da scratch delle sue vecchie parti vocali più significative. Il voto finale non può che essere una media:un 3,5 per quanto di inedito, un generoso 2,5 per i remix. Acquistatelo solo se siete fan accaniti dei P.E. e se si tratta dell’unico titolo che vi manca nella loro discografia, altrimenti non ne vale la pena.