Peter Rosenberg – Real Late

Voto: 3,5/4 – –

Presents… E’ il termine che sembra mancare tra l’intestazione e il titolo; ovvero tra Peter Rosenberg e “Real Late”. Chi è Peter Rosenberg? In poche righe: professionista radio e TV, dove passa dal wrestling all’Hip-Hop, voce e volto noti nell’ambiente soprattutto per le sue conduzioni su Hot 97, responsabile di due mixtape che ne chiariscono molto bene le preferenze in materia – “What’s Poppin Volume 1” e “The New York Renaissance”. In soldoni, quella che stiamo per commentare (e, senza fare il giro lungo, che vi invitiamo ad ascoltare) è una compilation, né più né meno; realizzata però con ottimo gusto, secondo uno schema che prevede la partecipazione di una folta rappresentanza dell’underground east coast, tra veterani e giovani già in rampa di lancio, con inediti che seguono spesso la scia imposta dai laboratori Griselda. Parallelo, quest’ultimo, da prendere con le pinze, non alla lettera: diciamo che, senza le scosse telluriche causate dai ragazzi di Buffalo, il disco e la scena tutta avrebbero avuto un’andatura differente.

Non a caso, il secondo dei tredici brani in scaletta, “Stain”, è a firma Westside Gunn: su un giro di pianoforte che BVLVM e JR Swiftz programmano alla maniera di Daringer (con l’aggiunta, però, di un robusto strato di cassa e rullante), il rapper va di pilota automatico, minaccioso come da protocollo (e ci ripete per tre volte <<shot it twenty-two times, but I hit four niggas/figure fours, it’s Figaros on my neck>>). Apprezziamo a prescindere, sebbene le cose si facciano decisamente più serie in “Hallways”, dove tale Disco Vietnam (che, come vedremo a breve, nell’insieme cala un valido tris) propone una strumentale ipnotica e scarnificata fino all’osso a Roc Marciano e Flee Lord; il duo non si fa pregare e risponde con eleganti chiusure e rime interne alla barra, posizionando l’asticella parecchio in alto (<<I’m back and I’m better than ever/feds tryna to catch us, we in the Nebuchadnezzar/it’s just a Tesla, just a test run/don’t accept any replicas, niggas is really regular>> è senza dubbio materiale di prima scelta).

Bene, anzi molto bene, “Next Chamber” con Method Man, Raekwon e Willie The Kid (fratello di L.A. The Darkman): il beat di Graymatter (dopo averci deliziato con “Unlearning” di Evidence) è bello rotondo, nel ritornello ci sono gli scratch su “Rainy Dayz” di Rae e Ticallion toglie un po’ di polvere dalle corde vocali con pennellate come <<after I smoke a rapper, pluck the ashes in his drink/don’t really care what rappers think/I bring it back to “Cuban Linx”, the flow don’t go extinct>>. Quota Wu-Tang Clan che viene completata da “Snake Eyes”, capeggiata da Ghostface Killah e tanto più suggestiva per via del riuscito coinvolgimento di Crimeapple (Jim Jones c’interessa invece meno…), duetto che speriamo di rivedere ancora all’opera in un prossimo futuro, quindi da “Wu Generation”, affidata a una metà dei 2nd Generation Wu (Pxro, iNTeLL e Young Dirty Bastard) più un certo SickInTheHead (loro affiliato, se non erro): prove in ambo i casi godibili, anche grazie al proficuo apporto di Disco Vietnam, che in particolare nella seconda – sample di corde, fiati nel refrain ­- cita senza ricalcarlo il sound di RZA e discepoli.

Infine, nei trentacinque minuti complessivi facciamo la gradita conoscenza della female mc californiana Vel The Wonder, peraltro supportata da una legnata di Dj Skizz; annotiamo ulteriori combinazioni – penso a Flee Lord e Stove God Cooks in “Marcus Smart”, reduci dalla comune timbratura in “Frank Murphy” di WSG – che ci auguriamo abbiano nuovi sviluppi; incrociamo un paio di volte Buckwild (ed è sempre e comunque un piacere), che in “Words Of Meyhem” ribadisce l’intesa con Meyhem Lauren e in “Midnight Sunday”, per Rasheed Chappell (anche lui ha un album fuori col produttore della D.I.T.C., “Sinners And Saints”), estrae dal cilindro un autentico pezzo d’eleganza, ricordandoci come mai sia lì da una trentina d’anni; Homeboy Sandman, come sappiamo, non prende al contrario nulla sul leggero e in “Dear” coglie l’occasione per raccontare (con un pizzico d’ironia) l’ennesimo dei suoi tanti lati: <<is every human being built for being in a couple?/Maybe not, maybe so/or maybe it’s based on if you trying to have a baby/which I’m too lazy for/some people say I’ll regret that decision when I’m 84>>.

Sì, magari a Smoke DZA, Ransom e Styles P potevano girare qualcosa di meno fiacco, discorso che vale anche per Eto e Jay NiCE, mentre di Fly Anakin e Nickelus F conoscevo solo qualche featuring e non credo approfondirò oltre; tolto ciò e senza penalizzare troppo “Real Late”, non c’è che dire: la selezione organizzata da Peter Rosenberg sta in piedi anche dopo ripetuti play e tanto basta per segnalarla tra i progetti che varrà la pena scoprire nel corso di questi mesi estivi.

Tracklist

Peter Rosenberg – Real Late (Real Late Records 2021)

  1. Real Late (Vel The Wonder)
  2. Stain (Westside Gunn)
  3. S.R.D. (Smoke DZA, Ransom and Styles P)
  4. Marcus Smart (Flee Lord and Stove God Cooks)
  5. Hallways (Roc Marciano and Flee Lord)
  6. Mind Over Matter (Eto and Jay NiCE)
  7. Next Chamber (Method Man, Raekwon and Willie The Kid)
  8. Words Of Meyhem (Meyhem Lauren)
  9. Snake Eyes (Ghostface Killah, Crimeapple and Jim Jones)
  10. Midnight Sunday (Rasheed Chappell)
  11. Wu Generation (2nd Generation Wu and SickInTheHead)
  12. I Want It All (Fly Anakin and Nickelus F)
  13. Dear (Homeboy Sandman)

Beatz

  • Dj Skizz: 1
  • BVLVM and JR Swiftz: 2
  • Buck Dudley: 3
  • Zoomo: 4
  • Disco Vietnam: 5, 9, 11
  • Benji Socrate$: 6
  • Graymatter: 7, 12
  • Buckwild: 8, 10
  • GRiMM Doza: 13
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