Zona mc # Scrivere col sangue

Chiunque conosca un po' i Uochi Toki sa che una delle figure gravitanti attorno al loro progetto è quella di Zona mc. Già la presenza nel moniker dell'acronimo mc rende il nostro più aderente a un Hip-Hop meno apocrifo e quest'aspetto è quello che più rimane impresso ascoltando per la prima volta "Scrivere col sangue". Rispetto ai lavori precedenti, è stata quasi del tutto abbandonata la Breakcore in favore di tappeti sonori che, udite udite, possono addirittura essere considerati dei semplici beat. O quasi, probabilmente non semplici. Tuttavia, è innegabile che questo sia un disco più propriamente Rap. Anzitutto i concetti sono più diretti, nonostante l'abbondanza di elementi filosofici e storici ne renda ostica una piena comprensione da parte di tutti (me compreso, ci tengo a sottolinearlo!), ma c'è una certa tendenza allo storytelling à la Murubutu (attenzione, sono due artisti completamente opposti, è un termine di riferimento vago ma può darvi un'idea del tipo di progetto). Zona mc ha infatti un modo di fare Rap che può risultare spigoloso a causa della sua poca simpatia per le chiusure regolari, ma non è affatto privo di musicalità e, in diversi episodi, dimostra di avere un ottimo rapporto col ritmo (si vedano "Odissea di Ulisse il pensionato di Bellaria", dallo splendido ritornello, e "Monomortologo", potentissima traccia conclusiva dal flow funambolico che si vorrebbe lunga almeno il doppio della sua durata), con punte di tecnica che potrebbero essere ammirate anche dall'ascoltatore meno abituato a questo tipo di uscite. Ad ogni modo, tecnica a parte, è il messaggio il dato più esclusivo di tutta la produzione di Zona mc e così vale anche per "Scrivere col sangue". La tendenza, come già detto, è quella verso lo storytelling e la dissertazione di temi come i grandi perdenti della storia, la morte, il sistema economico e la solitudine della malattia, raggiungendo i migliori risultati negli episodi dove l'interpretazione pigia meno l'acceleratore sul pathos (in generale, se proprio si deve cercare un limite in quest'album, si tratta proprio dell'interpretazione, altro fattore che avvicina il lavoro di Zona mc a quello di Murubutu e lo distanzia, invece, da Napo). Non è sempre molto facile, difatti, seguire il flusso e capire tutti i concetti al primo ascolto, ma se si fa uno sforzo brani come il già citato "Odissea di Ulisse...", "Nemici miei" e "Genealogia del debito" non possono non sorprendere per la puntualità delle loro analisi. Musicalmente, va detto che il disco ha degli alti e bassi; i momenti in cui interviene Luigi Funcis (membro di quegli Eterea Post Bong Band con cui i Uochi condivisero l'avventura chiamata "La chiave del 20") sono sicuramente apprezzabili, così come il lavoro sui suoni nella traccia di chiusura e in "Genealogia del debito". Convincono meno il passaggio alla Breakcore, parecchio fuori contesto, di "Notte" (solo strumentale, però), né aggiunge molto alla propria produzione il beat confezionato con Rico, un po' troppo simile a molte altre sue cose. Su tutti va comunque sottolineata con plauso la volontà di Zona di fare in modo che il mixaggio dei singoli suoni trasudi una personalità che si distribuisce in maniera omogenea tra le varie tracce (non dimentichiamo che l'mc assiste come fonico nei loro moltissimi live i Uochi Toki, una band molto esigente per quel che concerne tale aspetto). In conclusione, posso dire che "Scrivere col sangue" non è un capolavoro a causa di una certa ingenuità nel voler dare un qualche valore didattico alle liriche e per le succitate pecche interpretative, ma Zona si riconferma come una vera e propria fucina di idee e di personalità, portatore di una sua concezione del Rap unica e irripetibile (a meno che non si tenti maldestramente di imitarla spudoratamente); sarebbe davvero bello se ogni mc venisse fuori con un progetto che mostrasse in maniera così evidente le proprie fondamenta concettuali.