Intervista a Shocca @ Jesolo Lido - Gennaio 2007

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All'MC Hip Hop Contest 2007 abbiamo avuto l'occasione di intervistare Shocca ed ora vi presentiamo l'intervista a pochissimo tempo dall'uscita di "Struggle Music", ultimo suo lavoro discografico prodotto a quattro mani col socio Frank Siciliano.

BleMoro: Vorrei cercare di fare un'intervista con un ordine cronologico. Come nasce Shocca produttore? Se nasce come produttore.
Shocca
: Nasco come dj e produttore contemporaneamente. Ho intrapreso il percorso di tutti iniziando a 14 anni. Compri un mini computer del cazzo per giocare e poi ti accorgi che può fare musica. Poi approfondisci sempre di più e ti rendi conto che con due mezzi in croce puoi tagliare, fare, creare in casa quello che in fin fine vedi in TV: "Beat Street", "Wild Style", i Run-DMC. Quindi a 13/14 anni, quando c'era poco in giro, raccoglievo le informazioni che potevo e pian piano cresceva questo fuoco dentro, questa voglia di fare, di capire.

BM: Avevi veramente due strumenti in croce? Perché si parla di parecchi anni fa...
S: Non avevo un cazzo! Un computer da 200 sacchi, quattro vinili presi da mia madre e basta.

BM: All'inizio quali sono state le tue prime ispirazioni? Quelle che ti hanno fatto venire la voglia di iniziare a produrre...
S: Gli stessi personaggi che mi spingono adesso. Tranne ovviamente quelli nuovi che danno una spinta in più. Posso dirti Premier, Deda, Pete Rock, Next One, Ice One, D.I.T.C, A Tribe Called Quest...

BM: A proposito di Primo, che hai appena nominato, in Italia sei spesso stato considerato il Premier italiano. Cosa ne pensi?
S: Probabilmente anche per la mole, perché mi sto inciccionendo (risate, n.d.BM.). Speriamo non solo per questo. Certamente è un paragone che mi sta stretto, come tutti i paragoni del resto, ovvio che comunque mi fa anche piacere perché abbiamo lo stesso modo di vedere le cose, credo, di fare la nostra musica. Poi cosa vuoi che ti dica, è un soprannome del cazzo e me lo tengo. Turi mi chiama il Premier dei poveri. Per me è un complimento sapere che sono arrivato almeno a suonare vicino ad uno dei miei idoli. È lui che mi ha fatto sempre infottare, cercare campioni, spendere il mio tempo in queste cose piuttosto che fare come i miei coetanei, tenermi lontano dai casini, dalle minchiate. Il concentrarsi insomma in una cosa creativa, positiva e non solo andare in giro ad ubriacarsi. Lo faccio lo stesso, ma con un minimo di consciousness, YO!

BM: Le tue basi raramente sono strumentali nel senso di essere suonate con degli strumenti musicali. Nel futuro ti interesserebbe campionare musica dal vivo? E restando su questo tu comunque suoni qualche strumento musicale "tradizionale"?
S: Questa domanda si collega benissimo al mio disco nuovo, "Struggle Music", perché trascende quella barriera molto delicata tra i radicali che vogliono solo sample e quelli che guardano ai Roots come ad un punto d'arrivo. Secondo me si può integrare tutto, avendo uno spirito di osservazione realistico. Col cuore si può fare tutto: in questo disco ci sono delle parti suonate, parti classiche calde, chitarra. Io comunque qualcosa di teoria musicale la so, perché purtroppo da piccolo i miei mi hanno fatto fare tre anni di violoncello e quindi mi viene facile pigliare due o tre note, costruire due accordi. Perché l'Hip-Hop, come la musica Soul e Funk, ha questa forza, che è anche un limite, di poggiare bene o male su un certo tipo di accordi, se vogliamo su un numero ristretto di accordi. È la sua forza, la sua semplicità, la sua immediatezza ma anche un suo limite. Suonando gli strumenti quindi si cerca di andare oltre. Riassumendo tutto questo vaneggio: abbiamo messo della roba suonata nel nostro disco nuovo.

BM: Riguardo all'Italian Job che hai formato con Don Joe e Shablo, ci sono progetti, un album in uscita? Come procede la situazione?
S: Il problema è che è difficile beccarsi. Quando potremo vederci con regolarità ci metteremo sotto. Non certo per un album strumentale, ma per un disco con delle bombe di mc's stranieri, europei ed americani. Però serve un'etichetta che ci creda e che spenda dei soldi in questo progetto. Se noi tre ci mettiamo a fare un disco, lo facciamo con i controcoglioni e quindi con un budget alle spalle.

BM: La Best Sound ha fatto una cosa simile per il disco di Dj Jad. Ce l'hanno mandato per avere una recensione e, indipendentemente dal fatto che piaccia o no, nell'album ci sono grandi nomi...
S: Con i soldi di Franco Godi si compra tutto. Ti dico, se io avessi Krumbsnatcha nel mio progetto cercherei di valorizzarlo diversamente da come è stato fatto in questo caso. In Italia attualmente non c'è nessuna etichetta che ha un potere monetario per poter sviluppare un progetto così. Una major al contrario ha il potere monetario ma non ha la visione per dirigere questo tipo di cose. Ci vogliono quelle classiche etichette del cazzo tedesche o inglesi, quelle di frontiera che sono un po' Hip-Hop, un po' Drum'n'Bass. Queste etichette sono dinamiche, sanno dove puntare, sanno vendere e sanno fare soldi. Questo è l'unico modo. Becchi un KRS, un Big Daddy Kane, gente che comunque non costa miliardi, e con 20-30.000 euro hai una bomba! Tutto il mondo aspetta una cosa del genere, voglio dire che tutti aspettano KRS o Daddy Kane su dei beat decenti. In America loro sono considerati dei vecchi, perché lì non hanno memoria storica. Dopo due anni tu sei merda, non esisti più. Noi europei che siamo...EUROPEI, abbiamo un retaggio enorme, sappiamo ricordare, abbiamo il cuore, sappiamo riprendere e valorizzare gli artisti che ci hanno dato i brividi vent'anni prima.

BM: Hai lavorato con Stokka e MadBuddy e quindi conoscerai l'alter-ego Tasters, Stokka come Cookie Snap. Hai anche tu un alter-ego del genere? Al di là dell'Hip-Hop, in altri generi, magari un'identità nascosta?
S: Guarda ti dico una verità, ma te ne dico un pezzettino, diciamo così: ho fatto un disco House un po' di anni fa in Francia. Solo sample, sai quelle cose House belle tipo Duft Punk. L'ho fatto per alzare un po' di cash, tutto qua.

BM: Tornando alla scena italiana, c'è qualche mc col quale non hai ancora lavorato con cui ti piacerebbe collaborare? Anche qualche emergente...
S: Vorrei lavorare con Turi ma non c'è mai stato il modo. Spero di poter lavorare con Kaos per il suo prossimo disco, perché non abbiamo fatto a tempo a beccarci per questo. Di emergenti ce ne sono tanti di bravi, ma adesso proprio non mi viene in mente nessuno, dovrei proprio mettermi a pensare.

BM: A livello mondiale?
S: See, a livello mondiale. Dai ti dico proprio i primi che mi vengono in mente: Promoe, svedese, Mos Def, The Game, KRS-One, poi mi piacerebbe dare una mano a ripigliare la carriera dei Das EFX magari con un bel singolo in Giappone, con una di quelle robe che solo i giapponesi le cagano.

BM: Quindi dei Das EFX non hai condiviso le loro cose da "How We Do" in poi?
S: Come tutti! In America se non sono curati da una grossa etichetta finiscono così. È un po' la croce e delizia di quello che sta succedendo adesso. E' tutto completamente guidato. Quindi se loro non sono indirizzati in una certa maniera non combinano niente. Sono dei Kings comunque. Però come tutti gli americani sono schiavi di essere flash. Hanno questa ossessione. L'1% è sempre stabile sull'onda, tutti gli altri li vedi per strada come dei morti, fanno merdate controvoglia.

BM:  Sento che ti stanno chiamando per andare a fare il Dj Set, ho una domanda a proposito di questo: le due serate precedenti c'è stato Master Freeze ed ovviamente, per motivi di lavoro, mettete delle hit. Questa sera ci risparmi "Simon Says" e "Ante Up" o ce li dobbiamo risorbire? Se dovessi seguire i tuoi gusti e il tuo estro, quale sarebbe il tuo Dj set utopico e ideale?
S: Inizierei un po' con D.I.T.C., farei un viaggetto nel G-Funk classico, ma giusto una pillolina, dopo di che tornerei a New York andando su fino al '95 e al 2000. Risparmierei cose scontate, anche se non è mai possibile, poi farei un po' di Funk e finirei con un po' di roots reggae, taaaac! Sarebbe il top. Io me li porto sempre i dischi, ma tanto non lo faccio mai. Stasera faccio un po' di grezzate mischiate ad un po' di roba leggermente più conscious tipo The Game, Blackstar...

...il giorno dopo...

BM: Che differenza c'è tra un produttore italiano ed uno americano, per come si è visti?
S: Dovrebbero essere la stessa identica figura, solo che in Italia ti devi arrangiare di più.

BM: Negli Stati Uniti può avere un senso vantarsi, tirarsela parecchio come rapper o produttore poiché c'è un certo rapgame, cosa che in Italia però non c'è affatto. Come ti poni rispetto a questo atteggiamento largamente diffuso tra gli italiani?
S: Mi fa tristezza, mi sento molto distante da questo modo di essere. È inutile che fai il VIP quando non ci sono i circuiti, i soldi e l'esposizione per esserlo. Io sono me stesso e credo che sia la cosa migliore.

BM: Adesso che c'è Internet hai la possibilità di entrare in contatto anche con ragazzi molto giovani, miei coetanei. Via MySpace una rapper italiana piuttosto conosciuta nell'underground ti aveva contattato per avere un tuo parere sulla sua musica e aveva ottenuto un commento di tutt'altro genere e argomento. Questo è un episodio che riguarda te, ma accade piuttosto spesso che rapper e produttori più o meno in vista, si approfittino di questa loro piccola popolarità...
S: Questo episodio non me lo ricordo e non voglio nemmeno ricordarmelo, però può capitare per quanto credo che ci debba essere un limite. Ovviamente se mi contatta una ragazzina per avere un parere su un prodotto glie lo do volentieri, anche se è negativo, perché penso che loro cerchino un parere sincero. Non sono né un porco né uno sfigato, sono un ragazzo normale come tanti altri...

BM: In "60 Hz" figurano diversi Dj's a scratchare, ma tu?
S: Mi piacciono le cose molto semplici, mi piace costruire con le frasi, ritornelli in maniera molto elementare, ma non è facile. Comunque no, io non mi definirei neanche un turntablist, sono un producer a cui piace scratchare, mi piace saperlo fare normalmente, non mi piace chi fa troppo casino, chi usa troppa tecnica, chi fa troppo bordello, perché è solo una maschera! Guarda che fare mille crabs, mille minchiate, fleare, è tipo ginnastica, è molto più difficile esprimere un po' di stile in maniera semplice, pulita e musicale. Un ragazzino di oggi quando inizia a scratchare vuole subito fare bordello, mentre una volta cominciavi con tutti i basics, no? E secondo me è quella la strada giusta.

BM:Soddisfatto di ieri sera?
S: See... (molto poco convinto, n.d.B.)

BM: Non l'hai messo tu, credo Paone, "Play That Funky Music, White Boy". Ringrazialo da parte mia! È apprezzabile che un pezzo così sia stato messo in un posto del genere in cui sono presenti molti breakers, che ne capiscano o meno di Hip-Hop è relativo, ma...
S: Dopo tre ore eravamo scoglionati, la gente era stanca e cominciava ad andare via, ho cercato di mettere cose abbastanza real ma non c'era risposta, allora poi devi rimettere quella merda...e alla fine ci siam detti ma vaffanculo, mettiamo un po' di Funk, ci piace.

BM: "Pop Shots" di ODB infatti è durata circa trenta secondi...
S: Urlavano con Ludacris! Io non ne posso più.

Ringraziamo Shocca per la disponibilità, e ci vediamo nei negozi di dischi per gustarci "Struggle Music"; fatevi un giro sul sito www.unlimitedstruggle.com!