Raige - Buongiorno L.A.

Reviewed by Blond Dee

<<Tra underground e mainstream non c'è differenza; mc, il Rap o è fatto bene o è fatto di merda>>. Così diceva Raige in "Nel cuore della terra", nel lontano 2005, spiegando in maniera inequivocabile quale fosse la sua posizione circa l'eterna diatriba tra Rap (e musica in generale) di nicchia o commerciale. E la sua è una posizione incontestabile. Purtroppo, però, io ho sempre avuto il difetto (o pregio, valutate voi) di dare molto peso alle parole di un cantante e ancora più nel Rap, dove le parole giocano un ruolo fondamentale. Ciò ha ancora più importanza se l'mc in questione è Alex Vella, uno che ha dimostrato di avere capacità immense ("Sotto la cintura" e "Tora-ki" bastano?) che gli hanno permesso di aggiudicarsi una grande credibilità in tutta la penisola: da un artista come lui, nonostante la decisione di realizzare musica vendibile anche all'ascoltatore medio, farei fatica ad accettare pesanti cadute di stile. "Buongiorno L.A." non è né un tributo al Gangsta Rap losangelino, né un progetto partorito nella Città degli Angeli, è un lavoro che s'inserisce perfettamente tra i canoni dell'odierno mainstream italiano: ritornelli canticchiabili che puntano al tormentone; uso qua e là dell'auto-tune; barre chiuse buttandoci una parola senza che vi sia alcun nessun con la frase che la precede (tecnica più che abusata oramai); suoni sintetizzati che rendono spesso le melodie più vicine al Pop che all'Hip-Hop (The Man In Red le definirebbe Hip-Pop); produzioni complessivamente abbastanza anonime; uso di un vocabolario e di concetti a volte un po' superficiali. Ok, abbiamo capito dove collocare "Buongiorno L.A.". Ma veniamo al nocciolo della questione: è musica fatta bene, o no? Sebbene io sia un fan del Raige vecchia maniera, non posso esimermi dal dire che questo suo ultimo album, per il tipo di audience alla quale punta, non è un brutto lavoro. Sia chiaro, non apporta nulla di nuovo e ci sono alcune tracce skippabili, ma Raige con le parole ci sa fare e la possibilità offertagli dalla sua major di disporre di un direttore artistico gli ha permesso di elaborare un prodotto curato in tutti i dettagli. Complessivamente, le tematiche sono un mix tra il riflessivo e il nostalgico ("Dimenticare" può rappresentare benissimo l'atmosfera generale del disco) e i testi sono ben confezionati, specialmente se paragonati a quelli di molti altri colleghi. Laddove vi è un cambio di stile il nostro vira su sonorità più Reggae, con la fresh e canticchiabile "Ulisse" o "Joe Bastianich". Quest'ultima è una delle prove che meno mi ha convinto: primo, non condivido l'idea di inserirla subito dopo un'altra canzone avente un sound tutto sommato molto simile ("Ulisse", appunto); secondo, mi rattrista parecchio dover sentir citare in un disco Rap il vuoi che muoro del ristoratore italo-americano (alla faccia dell'originalità!). A questa prima pecca ne aggiungo un altro paio: "R.A.I.G.E.", che denuncia l'attitudine autocelebrativa e poco comunicativa del Rap italiano, ma che abbonda di banalità (ho vissuto per cinque anni a Torino e credo non abbia nulla a che vedere con Detroit...) e populismi, sprecando la possibilità di trattare meglio un tema relativamente importante, ma che si salva in corner con gli scratch nel finale di una leggenda dell'undergound torinese come Taglierino; poi il ritornello di "Fuori dal Paradiso" (<<ce n'è di bravi però come noi non ne fanno più>> ...a sentire 'ste cose mi cascano gli zebedei!). Gli ospiti sono solo due e non potevano che essere i compagni di sempre: Ensi e Rayden. Se il primo, nella bella "Atlantide", dà prova ancora una volta di sentirsi a proprio agio scambiando il microfono col fratello maggiore (Raige ha dichiarato che si tratta probabilmente del migliore dei brani realizzati a quattro mani dai fratelli Vella - io avrei qualcosa da obiettare), la prestazione del secondo non mi ha convinto fino in fondo e, come accade da un po' d'anni a questa parte, percepisco l'assenza di un qualcosa che nelle sue strofe prima c'era, una sorta di potrei ancora ma non ci riesco più. In conclusione: se cercate un lavoro diverso o che suoni un po' più golden age, "Buongiorno L.A." non fa per voi; se invece il Rap che va per la maggiore è il vostro pane quotidiano, non perdetevelo perché è curato nei dettagli, sicuramente sopra la media e di fatto Raige rimane uno che col flow e le rime ci sa fare, sebbene si sia un po' seduto sugli allori adeguandosi alle richieste del mercato, riuscendo comunque ad elevarsi dalla mediocrità generale che contraddistingue le produzioni mainstream odierne.


TRACK LIST

Raige - Buongiorno L.A. (Warner Music Italia 2014)
  1. La città è buia
  2. Fuori dal Paradiso
  3. Stelle
  4. Domani è un altro giorno [Feat. Simona Molinari]
  5. Nessuno [Feat. Rayden]
  6. R.A.I.G.E.
  7. Dimenticare
  8. Ulisse
  9. Joe Bastianich
  10. Casa mia
  11. Atlante [Feat. Ensi]
  12. Buongiorno L.A.
  13. Party boy (iTunes Bonus Track) [Feat. Danti and Sewit]
BEATZ
  • Mastermaind: 1, 2, 4, 5, 7, 8, 13
  • Big Zilla: 3, 6
  • Zef: 9, 11
  • FATSO: 10
  • Prez: 12
SCRATCH
  • Dj Lil Cut: 6