Mecna - Laska
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Reviewed by Lord 216
Il tempo passa. E fin qui tutto chiaro. Passa per le persone,
passa per la musica. Il problema è come noi ci rapportiamo al tempo che passa:
stiamo a guardarlo, facciamo finta di non vederlo oppure ci nuotiamo dentro?
"Laska" fa riflettere, da questo punto di vista. Andiamo con ordine. Mecna
partiva da "Disco inverno" e "Disco inverno rare & unreleased", in cui aveva
messo in chiaro determinate cose: anzitutto la capacità di scrivere per immagini
in maniera efficacissima, poi una spiccata predilezione personale per l'inverno,
riflessa nella musica, nella scelta di sonorità poco solari (sì, lo so, detta
così fa schifo, ma avete capito il concetto, dai...), ma anche in uno sguardo
diretto già avanti, diciamo oltre il canone classico del pezzo Rap. Che
non significa necessariamente verso i pezzi cantati (non so voi, ma io
quest'idea che un rapper che evolve inizi a cantare l'ho trovata sempre poco
digeribile, ma vabbè). Poi venne il cornetto, per la gioia di talebani vari,
polemisti, opinionisti colpevolisti e innocentisti e più o meno chiunque in quel
momento non avesse di meglio da fare e una tastiera sottomano. E casserò
allegramente l'argomento, se non per sottolineare che tra le parodie ci sono
state alcune delle robe più lollose dell'interwebz dell'ultimo anno. Ma, come
dicevo prima, il tempo passa. Passa per le persone, che a una certa decidono di
fare un disco nuovo, e passa per la musica che è (fortunatamente) il riflesso
della vita delle suddette persone. Perciò che fa il buon Corrado? Se ne va in
Norvegia con un amico musicista, una chitarra, una scheda audio e inizia a
buttare giù le idee che poi diventeranno "Laska". Lo fa ribaltando il paradigma
di "Disco inverno" (spariscono quasi tutti i featuring, cambia quasi del tutto
la rosa dei produttori), come simbolicamente si capisce già dal colore della
copertina. Di sicuro va a pescare manate piene d'ispirazione in altro, che sia
Nu-Soul, Elettronica o qualsivoglia altro nome sia stato dato a 'sto tipo di
suoni (perdonatemi, sono un cane nelle definizioni e il mio aggiornamento alle
tendenze sonore è fermo al 1995), insomma, sta in un range di beat mid-tempo che
sono decisamente in secondo piano rispetto alla voce (peraltro bellissima, ma
questo si sapeva già da prima!). E veniamo al punto forte dell'album: il tempo
passa, e la scrittura cresce; quella di Mecna esplode. Il viaggio è tutto
interiore, qui si entra nelle relazioni e nella vita di questo ragazzo che si
racconta esplicitamente ma senza diventare mai didascalico, giocando sul
contrasto tra il freddo dell'immagine/del personaggio e l'empatia suscitata da
una sorta di identificazione transferale con gli stati d'animo. Insomma, Mecna
mette fuori un disco difficile ma con l'appeal per piacere a molti. Difetti? Se
ne dobbiamo trovare dirò che le sonorità, per gusti personali, sono troppo
moderne e distanti da quelle cui sono abituato, ma va anche detto che non ho
comprato "Laska" cercandoci pezzi di autoesaltazione su campioni classici. Il
tempo passa, dicevo all'inizio. Passa per la musica, passa per le persone. Passa
anche per il vostro affezionatissimo scrivente, che probabilmente una decina
d'anni fa sarebbe stato tra l'esercito degli opinionisti da cornetto e
altrettanto probabilmente avrebbe scritto una recensione riassumibile in che
cazzo di genere è questo? e si sarebbe sprecato in battute da caserma sulle
minorenni che vanno a farsi i selfies agli instore. Mentirei se dicessi che non
mi manca un po' la giovanile testadicazzaggine, ma mentirei se dicessi che non
passo buona parte del mio tempo a riscoprire dischi che ai tempi cassai senza
troppo rifletterci in nome della suddetta. Ergo, mi godo "Laska" approcciandomi
con attenzione e senza pregiudizi: tiro fuori cose belle, altre meno, ma nel
complesso ne do un giudizio più che positivo. Vedremo come passa la prova del
tempo, che continua a passare, per la musica, per le persone...e anche per i
dischi! |
TRACK LIST |
Mecna - Laska
(Macro Beats Records 2015)
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BEATZ |
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