Milano/Hong Kong...
Blema:
Kave, su RMZ la cosa più recente che ti riguarda è "28", del 2009. Cos'è
successo in questi cinque anni?
Kavemura: è successo un po' di tutto, non ultimo il mio
trasferimento in Asia (Shanghai, Hong Kong...). In realtà ho pubblicato
qualche beat-tape nel frattempo, ma è materiale passato abbastanza in
sordina.
B: hai pensato di mollare, hai cambiato generi musicali,
semplicemente non avevi tempo per tornare a produrre...?
K: più che altro, essendomi trasferito così lontano ho
abbandonato il mio equipment in Italia e di conseguenza un certo metodo
di produrre ad esso legato. Diciamo che mi sono preso del tempo per
studiare nuovi metodi compositivi e raccogliere nuovi stimoli. Solo
quando ho nuovamente sentito la necessità mi sono rimesso a produrre con
l'idea di pubblicare qualcosa.
B: un tema che secondo me riguarda te e quindi "Every dog has its
day" è la solitudine. Mi sbaglio? Non ci sono featuring, alcuni titoli
rimandano al tema del viaggio ("Seagulls", "1000 goodbyes", "New
Life"...) e la musica contenuta nell'album riporta l'ascoltatore a un
viaggio interiore, è bello ascoltarlo anche da soli. La solitudine ti
aiuta nel creare musica? Oppure hai un team asiatico di persone/producer
fisicamente presenti con cui lavori o con cui hai un confronto?
K: credo che tu abbia centrato la mia dimensione musicale. Ho un
approccio molto personale, nel senso che la musica mi ha dato negli anni
la possibilità di scrivere un diario interiore fatto di sensazioni ed
emozioni. Un diario che se riascolto a distanza di anni mi riporta a
certi avvenimenti o contesti che avevo intorno nel periodo in cui ho
composto un certo beat. La solitudine è anche una parte importante della
mia vita personale, viaggio spesso per lavoro e trascorro un sacco di
tempo in stanze di alberghi e ho necessariamente imparato ad apprezzare
la solitudine e stare bene con me stesso, pur non rifuggendo la vita
sociale, che alla fine è ciò che mi dà veramente gli spunti per
produrre. Se parliamo del momento in cui fisicamente mi metto a
produrre, in genere sono da solo nel mio appartamento, o con qualcuno
che mi bivacca per casa...
B: e in che modo viaggiare in diverse parti del mondo ha
influenzato la tua musica? Da un produttore occidentale che si
sposta in Cina uno si aspetterebbe una cosa tipo "Beat Konducta In
India".
K: (ride, ndBlé) ...infatti aspettatela a breve, visto che ho
collezionato un tot di vinili di musica cantonese degli anni '70 e '80,
roba da culto, colonne sonore di Kung Fu movies etc. No, scherzi a
parte, le influenze sono molteplici e credo di aver avuto bisogno di
alcuni anni affinché la mia mente assimilasse appieno il cambiamento di
contesto. Per il resto, sono sempre affascinato dalla World Music e
cerco di fondere alcuni elementi per cosi dire esotici con metodi
compositivi propri dell'Elettronica di stampo europeo.
B: è difficile attribuire un genere musicale alla tua musica. Tu
come la definiresti?
K: davvero difficile definirla, anche perché mi piace l'idea di
poter sempre essere libero di sperimentare qualcosa di nuovo.
Recentemente mi è venuto fuori questo termine, Deep Hop, che credo renda
bene. Mi appassionano le atmosfere Ambient e, per cosi dire, profonde,
amo una certa Deep House, allo stesso tempo anche se faccio Elettronica
ho le mie radici nell'Hip-Hop. Oggi uso molti meno sample, ma tendo
ancora a trattare linee melodiche di synth come fossero dei sample. Sui
generi emersi negli ultimi tempi non sono molto ferrato, ho visto alcune
volte definire il mio sound Chillstep, ma ad essere sincero non mi
preoccupa poi tanto definirmi in un genere.
B: domanda di rito: artisti a cui ti ispiri?
K: scelgo di non ascoltare molta musica nuova per evitare di
esserne influenzato e mantenere una certa originalità. Ci sono alcuni
artisti che tuttavia mi piacciono molto come Shlohmo e Daedalus e con i
quali avverto una certa affinità artistica. Per il resto, Dj Krush per
me è stato la fonte principale d'ispirazione per molti anni, assieme a
certo sound Anticon, in special modo i lavori dei cLOUDDEAD.
B:
so che sei un collezionista di LP. Campioni da mp3 o da vinile?
K: quando ho smesso di avere un giradischi accanto al letto ho
smesso anche di usare campioni. Detto ciò, a volte mi capita di trovare
qualche frammento vocale da mp3 o CD. Non è tanto un discorso di voler
restare duri e puri, ma secondo me è anche una questione di sound. Ciò
che mi affascina dell'utilizzo del sample è anche il fruscio del vinile
che si porta dietro, quel calore inconfondibile che mi ha fatto spendere
gran parte dei miei soldi da ragazzino. Vedo il diggin' un po' come
l'arte del collage, un'arte preziosa che tuttavia può essere arricchita
anche dall'utilizzo di nuove tecnologie, perché no.
B: hai un modo di scrivere e di esprimerti, come ad esempio nell'intervista
su DLSO, che è molto poetico. Una volta cantavi, pure bene,
perché adesso no?
K: grazie del complimento, troppo buona. La verità è che ho
smesso di fare Rap più o meno da quando mi sono trasferito all'estero.
Ho smesso di vivere circondato da persone che parlassero quella lingua e
ho sentito l'italiano come inadeguato ad esprimere certe mie emozioni
del momento. Tuttavia, l'italiano è l'unica lingua con la quale ho
totale dimestichezza e devo dirti che nei periodi che trascorro in
Italia scrivo sempre qualcosa, ma poi difficilmente trovo il tempo per
registrarlo. Produrre mi appassiona decisamente di più ed essendo la
musica più universale della parola, sento di poter toccare più persone.
B: quanto sei soddisfatto nel complesso di "Every dog has its
day"? Cosa senti di aver dato al pubblico?
K: sento di aver condiviso con chi ascolta un mio viaggio
interiore ed esteriore, il risultato di mesi di sensazioni accumulate e
già questo è un risultato che mi soddisfa pienamente, perché nel disco
ci vedo riflesso senza distorsioni un determinato periodo della mia
vita. L'ho messo in musica e ora esiste concretamente. Mi fa piacere
aver finalmente collaudato un nuovo metodo compositivo che sicuramente
ha apportato grossi miglioramenti rispetto al passato, dove ricercavo il
suono lo-fi senza compromessi, e sono molto soddisfatto del
lavoro fatto da Jolly Mare in fase di master e da Johnny Ryall che ha
realizzato la copertina interpretando al meglio il concetto di "Every
dog has its day".
B: ti lascio un po' di spazio per salutare/ringraziare/dire quello che
vuoi.
K: ringrazio Dio per la musica e per tutte le fortune che mi ha
regalato e dedico il mio album al genio incommensurabile di Guru, che ci
ha regalato alcune delle rime più belle e dense di significato della
storia:
<<So like they say, every dog has its day
and like they say, God works in a mysterious way>>.
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