Tramite quest'intervista vi
presentiamo Irko, un giovane fonico e produttore che, oltre ad essere il
titolare di un noto studio di registrazione, lo Studiobeat (www.studiobeat.net), ha recentemente lavorato all'audio per un pezzo di
"Kingdom Come", ultimo album di Jay-Z.
Blema: Come nasce lo Studiobeat?
Irko: Che bella domanda. Lo Studiobeat nasce più o meno nel 2000, quando
ero in discoteca dove ho lavorato per un sacco di tempo, il Manhattan a
Conegliano. Lì vedevo un sacco di americani della base di Aviano e dicevo
"Ma cazzo, qua è pieno di gente che vuole fare dischi!". Poi non era
proprio vero, a vederli mi sembrava così e allora ho iniziato a pensare
che potessi preparare una struttura mia dove lavorare. Tra l'altro,
parallelamente, in quello stesso periodo, stavo registrando il mio primo
disco come produttore, non come fonico. Al tempo non sapevo niente, e mi
sono ritrovato nella situazione divertente in cui io ero nello studio,
studio tra virgolette, una roba molto casalinga di questo tipo che io
pagavo per fare le registrazioni delle voci dei rappers che cantavano
sulle mie basi, ma in realtà ero io a dire a questo fonico cosa fare. Mi
sono detto "Mmh, io sto pagando questo e gli sto dicendo cosa fare della
mia roba, c'è qualcosa che non funziona". Allora ho deciso di
approfondire l'argomento e se la vediamo qualche anno dopo, sono qua che
faccio il fonico.
B: Ti definisci più fonico o più produttore?
I: 70% fonico e 30% produttore. In realtà è variabile, dipende dai
periodi.
B: Iniziamo a parlare della tua attività di produttore e fonico per mc's
italiani: hai lavorato sia coi T.A.P.E., che hanno suoni più commerciali,
più vicini al tipico Rap italiano, che con Kavemura, che invece ha
aspirazioni più Def Jux, più anticoniane. Tu dove ti ritrovi maggiormente?
Sia per quanto riguarda le produzioni che per il lavoro da fonico. E
rispetto ai tuoi gusti?
I:
Dunque, Kavemura non l'ho prodotto io, ho solo fatto l'audio. Però è vero
che come produzioni ho fatto cose diversissime e non solo per italiani,
anche per gli americani. Ho fatto un po' di tutto in realtà. In partenza,
ho iniziato a fare robe che piacevano a me e dipendeva dal periodo. Io
vengo fuori nella seconda metà degli anni novanta, quando c'era il suono
classico della golden era, però poi pian piano ho sempre cercato di
evolvermi, per cui una volta ad esempio era il disco south che dovevo fare
per gli americani, ed inizialmente per me è stato un dramma perché non ne
sapevo nulla di quel genere! Poi la roba r'n'b, poi la roba Hip-Hop ma con
influenze Jazz, tipo il disco "Ren" che ho fatto insieme a Volo. Oggi
posso dire di aver fatto un po' di tutto, per cui se domani devo fare un
disco di Tizio e dopodomani di Caio, sono in grado di farlo, perché come
produzioni sono abbastanza versatile.
Moro: Quindi alla fine allo Studiobeat può venire chiunque...
I: Il discorso dello studio è ancora più ampio in realtà, perché per
l'audio io sono specializzato in tutta quella che è la musica che io
chiamo tra virgolette "finta", cioè quella in cui ci sono tastiere e
simili... Sto prendendo pian piano anche tutto quello che è la musica vera,
per cui tutto quello che è acustico, strumentale, suonato dal vivo,
intendo ovviamente con gli strumenti. Tra gli ultimi dischi che sto
facendo proprio in questi giorni, ce n'è uno Rock e uno Reggae Roots, per
cui è roba che non c'entra un cazzo con quello che faccio io normalmente.
Però quello è audio.
M: Quello è lavoro, diciamo. Nel senso che arriva uno, ti dice "Io ti
pago, fammi questo" e quindi tu ovviamente, da tecnico, fai quello che
vuole lui.
I: Sì, è tutto quello che è l'audio. Che comunque è tutto quello su cui
punto di più, ultimamente. Io sono un tecnico del suono e voglio fare
quello, anche perché non mi vedo a sessant'anni a fare le basi Hip-Hop, mi
vedo a sessant'anni a fare l'audio per chiunque sia, quello sì.
B: Aldilà delle tue esperienze per motivi lavorativi, come hai detto
prima, hai spaziato un po' qua e là nei generi. Di tuo, per quanto
riguarda le produzioni Hip-Hop, a chi t'ispiri di più? Produttori che ami,
che stimi, con cui sei nato...
I: Uno che io seguo da sempre è Timbaland, è proprio il mio produttore
preferito. Ma poi ce ne sono molti altri, ultimamente mi prendono abbastanza
bene Scott Storch, Hi-Tek, Mike Lee Zone, Stizzle, Drema, ce ne sono tanti
altri. Ovviamente anche Timbaland ha fatto delle porcate, per carità, chi
non le ha fatte?! Come anche i Neptunes hanno fatto di quelle cose
magistrali come anche delle cagate pazzesche. E poi ce ne sono tanti che
sono a metà tra l'Hip-Hop e altri generi, e anche tutto quello che è r'n'b, Soul, Nu Soul o quello che sia.
M: Le contaminazioni sono la base, l'Hip-Hop classico ormai non esiste
più...
I: Ma perché non siamo più in una volta. È normale, siamo nel 2007!
M: Io vedo che c'è molta gente che è legata all'Old School e che spesso si
fossilizza appunto in quello che c'era una volta. Alla fine siamo della
stessa generazione, e ci sono tanti della nostra generazione che non
prendono neanche in considerazione la roba nuova proprio perché dicono che
"Non è più l'Hip-Hop". Forse non vedono l'evoluzione che c'è. Secondo te,
avere delle radici è giusto, ma è giusto anche cercare sempre delle
evoluzioni, delle cose diverse, le contaminazioni appunto?
I: Io ho notato questa cosa: quando uno inizia ad essere parte di un
movimento, soprattutto un movimento musicale, è legato in modo molto forte
a quello che c'era nel momento in cui ha iniziato. Ma non solo in ambito
musica, in tutte le cose è così. Ad esempio le nonne dicevano "Ai miei
tempi era così e colà", "Ai miei tempi ci si sposava" e così via, che un
certo modo di vivere era giusto, che certe cose andavano fatte in un certo
modo, ecc. Chi l'ha detto che è così che va fatto? Nessuno! Dal punto di
vista della musica, io la noto tantissimo questa cosa. Io ho iniziato a
sentirmi parte di un certo movimento in un determinato periodo, quando
c'erano certe cose. Ovviamente sono ancora legato a quelle cose, ma sono
anche ben consapevole che si trattava di quindici anni fa. Ai tempi delle
medie, i dischi dei Cypress Hill, di Ice Cube, dei Mobb Deep, me li
frugavo, veramente me li sono mangiati e oggi non succede che mi mangi un
cd così tanto. Però bisogna rendersi conto che le cose cambiano, se no
finisci a ragionare come la famosa nonna che parla del matrimonio.
Soprattutto io, che sono un professionista della musica, devo essere
assolutamente aggiornato su tutto quello che succede, sempre. Per cui è
ovvio che pur essendo il mio cuore lì, so bene cosa sta succedendo, dove
sta andando la musica. Ovvio, certe volte mi piace, certe volte ci vuole
un po' perché mi abitui a certi suoni, ma è come mettersi un paio di
pantaloni nuovi.
B: Un artista che c'è sempre stato da quindici anni a questa parte è
proprio Jay-Z, per il quale hai lavorato. Com'è iniziata questa avventura,
come hai avuto il contatto con un personaggio comunque così grande? Come
ti è sembrata l'esperienza? Sei entrato direttamente in contatto con
Jay-Z?
I:
Allora (n.d.M.: è un po' imbarazzato)...cazzo, sì, Jay-Z, che figata!!! Mi
sembra ancora stranissimo che la gente mi chieda se sono io che ho
lavorato con lui e che io risponda "Ah sì, sono io". Allora, la storia
vera è che io sono andato a New York, dove ho fatto vari lavori tra cui
anche quello. Ovviamente lo sapevo fin dal primo giorno che stavo
lavorando su quel pezzo, però ho aspettato un mese e mezzo per dirlo a
tutti quanti perché non ero sicuro che venisse fuori il credito! Sai
com'è, lavori con studi enormi, compagnie di produzione, manager,
etichette, sottoetichette, è un casino, una giungla, per cui non ero
sicuro che ci fosse il credito. Quando mi ha chiamato il mio amico
B-Money, che è appunto il produttore del pezzo, mi fa: "Guarda che c'è il
tuo credito, è tutto a posto". Io ho veramente fatto i salti di gioia per
mezz'ora sul letto, oltretutto era mezzanotte, sai per via del fuso
orario, e ovviamente telefonai a tutti gridando come un pazzo! Per cui
tuttora mi sembra veramente stranissimo. Tanto più che c'è il mio credito
insieme a quello di Dre, gentina così. Com'è successo il tutto: i clienti
del mio studio sono principalmente artisti, produttori, etichette, manager
e produttori esecutivi. Uno di questi miei clienti, che è anche mio amico
da parecchi anni, appunto B-Money, che ha fatto cose molto grosse, ha
fatto per esempio "Hustler's Ambition" di 50Cent, il singolo della colonna
sonora del film, ha lavorato con J-Lo, ha lavorato con un sacco di gente
molto grossa, oltre a far parte della scena underground di New York. In
pratica non è uno di quelli che fa le commercialate maranza, come farei
io, ahem! Per cui è uno molto figo, ma comunque tranquillissimo.
Insomma, ero là e con lui ho registrato con Mic Geronimo, e con altra
gente sempre prodotta da lui, e durante quel periodo è saltato fuori che
avrebbe dovuto fare questa produzione per Jay. Quindi, essendo io il suo
fonico, gli ho fatto il lavoro. E' proprio lineare, semplicemente così. Io
purtroppo non ho incontrato Jay-Z perché lui era in Australia dove ha
registrato il pezzo, per cui abbiamo fatto tutto quello che è il tracking
del pezzo, le preamplificazioni, i premixing ecc. Poi in quel periodo lui
era in giro con una roba organizzata da MTV, tra l'altro era venuto anche
in Italia. Comunque adesso...cazzo, sono sul cd di Jay-Z!
B: Rispetto alla tua strumentazione, cosa ti sei trovato ad utilizzare a
cui non eri abituato?
I: Niente, tutto identico. Anzi, tutto più in piccolo in realtà, lo studio
dove ho fatto quel pezzo era molto più piccolo rispetto al mio. E in
realtà poi il lavoro che ho fatto è una roba che faccio tutti i giorni,
nessun tipo di numero particolare, anzi. Tra l'altro B-Money lavora con la
MPC per cui è come si fa qua.
B: Tu con che strumentazione sei partito e a cosa sei arrivato?
I: In generale io prendo il best of both worlds, cioè lavoro completamente
in analogico finché posso, soltanto il supporto di registrazione è
digitale, che è Pro Tools. Lavoro con un sistema TDM, tutto in analogico,
la preamplificazione, compressione, effettistica, equalizzazione. Che è
come si fa dal vero, tra virgolette.
B: Corrono voci che siano in progetto altri lavori con grandi personaggi
americani. Se ci puoi dire con chi e se ci puoi dire come nascono queste
collaborazioni.
I: Dal punto di vista audio ho due/tre cose in piedi, non voglio dire con
chi per scaramanzia, anche perché è veramente tutto per aria, non c'è
assolutamente niente di confermato. Comunque questa volta è r'n'b, non Hip-Hop.
M: Con la fidanzata di Jay-Z...?
I:
Eh, purtroppo non è lei, cazzo! Dal punto di vista delle produzioni invece
il discorso è molto più ampio, fra poco tornerò negli Stati Uniti sia per
l'audio che per le produzioni. Per le produzioni è sempre un po' un punto
di domanda, è molto più difficile dire cosa succederà e cosa no, comunque
vediamo. I contattoni ci sono, vediamo cosa succede. Casomai poi ci
troviamo e vi offro una birra per festeggiare!
M: Parliamo di italiani, adesso: gente italiana che hai sentito che può
avere un futuro, chi ha già fatto robe con te, chi c'è adesso che può
nascere, venir fuori?
I: Non mi sembra il caso di parlare della gente dello studio, mi
sembrerebbe di pomparli. Secondo me la musica che sta uscendo, è un po'
simile a quella degli anni Ottanta dell'Hip-Hop in America. Chi ha il
contatto più importante viene preso dalle etichettone e avanti così.
Questa cosa è un po' discutibile in realtà, ma non più di tanto.
Probabilmente è anche una cosa naturale, che fa ingrandire il business
della musica Hip-Hop in Italia, anche se sappiamo tutti quanti che ha i
suoi limiti. Purtroppo mi sono accorto di una cosa: la gente non compra
quello che gli piace, ma compra quello che gli altri gli fanno piacere.
M: Questo è il ruolo di MTV...
I: Non solo di MTV, anche dei vari giornali, delle radio e tutto
quanto. Non c'entra che un artista sia bravo o non bravo, non sta in
quello, ma in chi decide chi è bravo e chi no, capito? Per cui in realtà
l'energia non scaturisce dalla musica, purtroppo, ma dalla
commercializzazione della musica stessa. Dire "Deve vendere di più Ciccio
invece che Tizio" è sbagliato, perché non dovrebbe funzionare così. Poi
bisogna vedere anche come vanno i nuovi sistemi di distribuzione della
musica: per esempio gli ultimi quattro o cinque album che ho fatto in
studio, sono usciti tutti quanti su piattaforme digitali, ma non ho ancora
messo bene a fuoco la situazione. Io sono uno che compra i dischi, ma non
mi comprerei mai un mp3, quello no. Però sembra che ci sia movimento in
questo nuovo settore, bisogna stare a vedere.
M: Alla fine il mercato degli mp3 è un mercato che in America va
tantissimo. In pratica a cosa serve iTunes? iTunes non serve a metterti la
musica nell'iPod, serve a vendere l'mp3 a un dollaro, è quello il suo
reale scopo.
I: Io ovviamente, come tecnico del suono, non amo l'mp3, perché tutto il
lavoro che faccio, tutto no ma gran parte, se ne va via con la
compressione. Per questo motivo, io non sono uno che si comprerebbe un
mp3. Bisognerà vedere come evolve il mercato. Come ai tempi erano usciti i
Run-DMC con la canzone ebete delle Adidas, che comunque aveva il suo giro,
adesso qua probabilmente tirano fuori le cose più catchy, più facili da
far cantare allo stadio per capirci. Poi probabilmente usciranno anche i
vari Mos Def. Poi probabilmente arriveremo anche ai vari Eminem, poi si
vedrà.
B: C'è qualche mc italiano che ti piacerebbe produrre?
I: Ce ne sono certi, però mi piacerebbe farlo a modo mio. Per dirti, Fabri
mi piace molto, come attitudine ecc, però ci sono certe cose che gli
farei cambiare. La musica è fatta per dire cose, se non dici un cazzo a
cosa serve? Per fare la colonna sonora di spot televisivi va bene, ma non
per la musica Hip-Hop. Se fosse anche una roba ebete tipo "Muovi il culo
in discoteca", almeno stai dicendo qualcosa. Fabri mi sembra un po'
carente da quel punto di vista. Poi è ovvio che ci sono delle scelte, non
sto certo dicendo che non è capace. Mi piacerebbero Ghemon Scienz, Tormento,
anche Marcio mi piacerebbe produrre, però poi bisogna sempre vedere con
che ottica. Comunque questa gente è tutta capacissima di fare qualunque
cosa.
M: A livello di freestyle, ad esempio, proprio Tormento è una cosa
pazzesca, però anche lui è uno di quelli che quando gli capita, spara
anche delle cazzate. La cosa che a me fa pensare è come fa un'etichetta ad
andare a produrre personaggi non molto credibili né di gran talento.
Perché non vanno a tirare fuori personaggi che comunque potrebbero fare
bene pur parlando di temi importanti?
I: Ci sono delle dinamiche pazzesche dentro le etichette. In questi giorni
ne parlavo proprio con degli artisti con cui sto lavorando che vogliono
proporre delle cose nuove e la domanda è sempre: "Cazzo, io voglio
proporre qualcosa che a loro possa piacere ma non rientra in quello che
faccio io, allora cosa devo fare?". In realtà, la cosa bella e allo stesso
tempo brutta dell'ambiente della musica è che non ci sono regole, in
niente! Però è anche divertente questa specie di gioco, dai.
M: Sì, ma il problema alla fine è quello. C'è chi fa delle cose per
piacere alla massa e chi invece le fa perché vuole farle. E secondo me
se uno le cose le fa col cuore e con la mente, mettendo assieme le due
cose, poi comunque i risultati saltano fuori. Se una cosa la fai soltanto
per piacere agli altri, può piacere un mese ma poi non resterà nella
memoria.
I: Questo è ovvio. Ci sono esempi clamorosi di robe del genere, cioè i
vari Eamon, Lumidee... Io che vivo in quest'ambiente da dieci anni, ho
visto di quelle cose che dici "Ma com'è possibile una roba del genere?!",
eppure è così. È anche il bello della musica, anzi no, è IL bello.
B: Shouts!
I: Saluto la mamma...no dai, queste cose sono sempre problematiche perché
poi mi dimentico gente che non dovrei. Vi ringrazio dell'intervista e ci
aggiorneremo sicuramente prossimamente su tutto.
|