Intervista a Irko @ Jesolo Lido - Gennaio 2007

Tramite quest'intervista vi presentiamo Irko, un giovane fonico e produttore che, oltre ad essere il titolare di un noto studio di registrazione, lo Studiobeat (www.studiobeat.net), ha recentemente lavorato all'audio per un pezzo di "Kingdom Come", ultimo album di Jay-Z.

Blema: Come nasce lo Studiobeat?
Irko: Che bella domanda. Lo Studiobeat nasce più o meno nel 2000, quando ero in discoteca dove ho lavorato per un sacco di tempo, il Manhattan a Conegliano. Lì vedevo un sacco di americani della base di Aviano e dicevo "Ma cazzo, qua è pieno di gente che vuole fare dischi!". Poi non era proprio vero, a vederli mi sembrava così e allora ho iniziato a pensare che potessi preparare una struttura mia dove lavorare. Tra l'altro, parallelamente, in quello stesso periodo, stavo registrando il mio primo disco come produttore, non come fonico. Al tempo non sapevo niente, e mi sono ritrovato nella situazione divertente in cui io ero nello studio, studio tra virgolette, una roba molto casalinga di questo tipo che io pagavo per fare le registrazioni delle voci dei rappers che cantavano sulle mie basi, ma in realtà ero io a dire a questo fonico cosa fare. Mi sono detto "Mmh, io sto pagando questo e gli sto dicendo cosa fare della mia roba, c'è qualcosa che non funziona". Allora ho deciso di approfondire l'argomento e se la vediamo qualche anno dopo, sono qua che faccio il fonico.

B: Ti definisci più fonico o più produttore?
I: 70% fonico e 30% produttore. In realtà è variabile, dipende dai periodi.

B: Iniziamo a parlare della tua attività di produttore e fonico per mc's italiani: hai lavorato sia coi T.A.P.E., che hanno suoni più commerciali, più vicini al tipico Rap italiano, che con Kavemura, che invece ha aspirazioni più Def Jux, più anticoniane. Tu dove ti ritrovi maggiormente? Sia per quanto riguarda le produzioni che per il lavoro da fonico. E rispetto ai tuoi gusti?
I: Dunque, Kavemura non l'ho prodotto io, ho solo fatto l'audio. Però è vero che come produzioni ho fatto cose diversissime e non solo per italiani, anche per gli americani. Ho fatto un po' di tutto in realtà. In partenza, ho iniziato a fare robe che piacevano a me e dipendeva dal periodo. Io vengo fuori nella seconda metà degli anni novanta, quando c'era il suono classico della golden era, però poi pian piano ho sempre cercato di evolvermi, per cui una volta ad esempio era il disco south che dovevo fare per gli americani, ed inizialmente per me è stato un dramma perché non ne sapevo nulla di quel genere! Poi la roba r'n'b, poi la roba Hip-Hop ma con influenze Jazz, tipo il disco "Ren" che ho fatto insieme a Volo. Oggi posso dire di aver fatto un po' di tutto, per cui se domani devo fare un disco di Tizio e dopodomani di Caio, sono in grado di farlo, perché come produzioni sono abbastanza versatile.

Moro: Quindi alla fine allo Studiobeat può venire chiunque...
I: Il discorso dello studio è ancora più ampio in realtà, perché per l'audio io sono specializzato in tutta quella che è la musica che io chiamo tra virgolette "finta", cioè quella in cui ci sono tastiere e simili... Sto prendendo pian piano anche tutto quello che è la musica vera, per cui tutto quello che è acustico, strumentale, suonato dal vivo, intendo ovviamente con gli strumenti. Tra gli ultimi dischi che sto facendo proprio in questi giorni, ce n'è uno Rock e uno Reggae Roots, per cui è roba che non c'entra un cazzo con quello che faccio io normalmente. Però quello è audio.

M: Quello è lavoro, diciamo. Nel senso che arriva uno, ti dice "Io ti pago, fammi questo" e quindi tu ovviamente, da tecnico, fai quello che vuole lui.
I: Sì, è tutto quello che è l'audio. Che comunque è tutto quello su cui punto di più, ultimamente. Io sono un tecnico del suono e voglio fare quello, anche perché non mi vedo a sessant'anni a fare le basi Hip-Hop, mi vedo a sessant'anni a fare l'audio per chiunque sia, quello sì.

B: Aldilà delle tue esperienze per motivi lavorativi, come hai detto prima, hai spaziato un po' qua e là nei generi. Di tuo, per quanto riguarda le produzioni Hip-Hop, a chi t'ispiri di più? Produttori che ami, che stimi, con cui sei nato...
I: Uno che io seguo da sempre è Timbaland, è proprio il mio produttore preferito. Ma poi ce ne sono molti altri, ultimamente mi prendono abbastanza bene Scott Storch, Hi-Tek, Mike Lee Zone, Stizzle, Drema, ce ne sono tanti altri. Ovviamente anche Timbaland ha fatto delle porcate, per carità, chi non le ha fatte?! Come anche i Neptunes hanno fatto di quelle cose magistrali come anche delle cagate pazzesche. E poi ce ne sono tanti che sono a metà tra l'Hip-Hop e altri generi, e anche tutto quello che è r'n'b, Soul, Nu Soul o quello che sia.

M: Le contaminazioni sono la base, l'Hip-Hop classico ormai non esiste più...
I: Ma perché non siamo più in una volta. È normale, siamo nel 2007!

M: Io vedo che c'è molta gente che è legata all'Old School e che spesso si fossilizza appunto in quello che c'era una volta. Alla fine siamo della stessa generazione, e ci sono tanti della nostra generazione che non prendono neanche in considerazione la roba nuova proprio perché dicono che "Non è più l'Hip-Hop". Forse non vedono l'evoluzione che c'è. Secondo te, avere delle radici è giusto, ma è giusto anche cercare sempre delle evoluzioni, delle cose diverse, le contaminazioni appunto?
I: Io ho notato questa cosa: quando uno inizia ad essere parte di un movimento, soprattutto un movimento musicale, è legato in modo molto forte a quello che c'era nel momento in cui ha iniziato. Ma non solo in ambito musica, in tutte le cose è così. Ad esempio le nonne dicevano "Ai miei tempi era così e colà", "Ai miei tempi ci si sposava" e così via, che un certo modo di vivere era giusto, che certe cose andavano fatte in un certo modo, ecc. Chi l'ha detto che è così che va fatto? Nessuno! Dal punto di vista della musica, io la noto tantissimo questa cosa. Io ho iniziato a sentirmi parte di un certo movimento in un determinato periodo, quando c'erano certe cose. Ovviamente sono ancora legato a quelle cose, ma sono anche ben consapevole che si trattava di quindici anni fa. Ai tempi delle medie, i dischi dei Cypress Hill, di Ice Cube, dei Mobb Deep, me li frugavo, veramente me li sono mangiati e oggi non succede che mi mangi un cd così tanto. Però bisogna rendersi conto che le cose cambiano, se no finisci a ragionare come la famosa nonna che parla del matrimonio. Soprattutto io, che sono un professionista della musica, devo essere assolutamente aggiornato su tutto quello che succede, sempre. Per cui è ovvio che pur essendo il mio cuore lì, so bene cosa sta succedendo, dove sta andando la musica. Ovvio, certe volte mi piace, certe volte ci vuole un po' perché mi abitui a certi suoni, ma è come mettersi un paio di pantaloni nuovi.

B: Un artista che c'è sempre stato da quindici anni a questa parte è proprio Jay-Z, per il quale hai lavorato. Com'è iniziata questa avventura, come hai avuto il contatto con un personaggio comunque così grande? Come ti è sembrata l'esperienza? Sei entrato direttamente in contatto con Jay-Z?
I: Allora (n.d.M.: è un po' imbarazzato)...cazzo, sì, Jay-Z, che figata!!! Mi sembra ancora stranissimo che la gente mi chieda se sono io che ho lavorato con lui e che io risponda "Ah sì, sono io". Allora, la storia vera è che io sono andato a New York, dove ho fatto vari lavori tra cui anche quello. Ovviamente lo sapevo fin dal primo giorno che stavo lavorando su quel pezzo, però ho aspettato un mese e mezzo per dirlo a tutti quanti perché non ero sicuro che venisse fuori il credito! Sai com'è, lavori con studi enormi, compagnie di produzione, manager, etichette, sottoetichette, è un casino, una giungla, per cui non ero sicuro che ci fosse il credito. Quando mi ha chiamato il mio amico B-Money, che è appunto il produttore del pezzo, mi fa: "Guarda che c'è il tuo credito, è tutto a posto". Io ho veramente fatto i salti di gioia per mezz'ora sul letto, oltretutto era mezzanotte, sai per via del fuso orario, e ovviamente telefonai a tutti gridando come un pazzo! Per cui tuttora mi sembra veramente stranissimo. Tanto più che c'è il mio credito insieme a quello di Dre, gentina così. Com'è successo il tutto: i clienti del mio studio sono principalmente artisti, produttori, etichette, manager e produttori esecutivi. Uno di questi miei clienti, che è anche mio amico da parecchi anni, appunto B-Money, che ha fatto cose molto grosse, ha fatto per esempio "Hustler's Ambition" di 50Cent, il singolo della colonna sonora del film, ha lavorato con J-Lo, ha lavorato con un sacco di gente molto grossa, oltre a far parte della scena underground di New York. In pratica non è uno di quelli che fa le commercialate maranza, come farei io, ahem! Per cui è uno molto figo, ma comunque tranquillissimo. Insomma, ero là e con lui ho registrato con Mic Geronimo, e con altra gente sempre prodotta da lui, e durante quel periodo è saltato fuori che avrebbe dovuto fare questa produzione per Jay. Quindi, essendo io il suo fonico, gli ho fatto il lavoro. E' proprio lineare, semplicemente così. Io purtroppo non ho incontrato Jay-Z perché lui era in Australia dove ha registrato il pezzo, per cui abbiamo fatto tutto quello che è il tracking del pezzo, le preamplificazioni, i premixing ecc. Poi in quel periodo lui era in giro con una roba organizzata da MTV, tra l'altro era venuto anche in Italia. Comunque adesso...cazzo, sono sul cd di Jay-Z!

B: Rispetto alla tua strumentazione, cosa ti sei trovato ad utilizzare a cui non eri abituato?
I: Niente, tutto identico. Anzi, tutto più in piccolo in realtà, lo studio dove ho fatto quel pezzo era molto più piccolo rispetto al mio. E in realtà poi il lavoro che ho fatto è una roba che faccio tutti i giorni, nessun tipo di numero particolare, anzi. Tra l'altro B-Money lavora con la MPC per cui è come si fa qua.

B: Tu con che strumentazione sei partito e a cosa sei arrivato?
I: In generale io prendo il best of both worlds, cioè lavoro completamente in analogico finché posso, soltanto il supporto di registrazione è digitale, che è Pro Tools. Lavoro con un sistema TDM, tutto in analogico, la preamplificazione, compressione, effettistica, equalizzazione. Che è come si fa dal vero, tra virgolette.

B: Corrono voci che siano in progetto altri lavori con grandi personaggi americani. Se ci puoi dire con chi e se ci puoi dire come nascono queste collaborazioni.
I: Dal punto di vista audio ho due/tre cose in piedi, non voglio dire con chi per scaramanzia, anche perché è veramente tutto per aria, non c'è assolutamente niente di confermato. Comunque questa volta è r'n'b, non Hip-Hop.

M: Con la fidanzata di Jay-Z...?
I: Eh, purtroppo non è lei, cazzo! Dal punto di vista delle produzioni invece il discorso è molto più ampio, fra poco tornerò negli Stati Uniti sia per l'audio che per le produzioni. Per le produzioni è sempre un po' un punto di domanda, è molto più difficile dire cosa succederà e cosa no, comunque vediamo. I contattoni ci sono, vediamo cosa succede. Casomai poi ci troviamo e vi offro una birra per festeggiare!

M: Parliamo di italiani, adesso: gente italiana che hai sentito che può avere un futuro, chi ha già fatto robe con te, chi c'è adesso che può nascere, venir fuori?
I: Non mi sembra il caso di parlare della gente dello studio, mi sembrerebbe di pomparli. Secondo me la musica che sta uscendo, è un po' simile a quella degli anni Ottanta dell'Hip-Hop in America. Chi ha il contatto più importante viene preso dalle etichettone e avanti così. Questa cosa è un po' discutibile in realtà, ma non più di tanto. Probabilmente è anche una cosa naturale, che fa ingrandire il business della musica Hip-Hop in Italia, anche se sappiamo tutti quanti che ha i suoi limiti. Purtroppo mi sono accorto di una cosa: la gente non compra quello che gli piace, ma compra quello che gli altri gli fanno piacere.

M: Questo è il ruolo di MTV...
I: Non solo di MTV, anche dei vari giornali, delle radio e tutto quanto. Non c'entra che un artista sia bravo o non bravo, non sta in quello, ma in chi decide chi è bravo e chi no, capito? Per cui in realtà l'energia non scaturisce dalla musica, purtroppo, ma dalla commercializzazione della musica stessa. Dire "Deve vendere di più Ciccio invece che Tizio" è sbagliato, perché non dovrebbe funzionare così. Poi bisogna vedere anche come vanno i nuovi sistemi di distribuzione della musica: per esempio gli ultimi quattro o cinque album che ho fatto in studio, sono usciti tutti quanti su piattaforme digitali, ma non ho ancora messo bene a fuoco la situazione. Io sono uno che compra i dischi, ma non mi comprerei mai un mp3, quello no. Però sembra che ci sia movimento in questo nuovo settore, bisogna stare a vedere.

M: Alla fine il mercato degli mp3 è un mercato che in America va tantissimo. In pratica a cosa serve iTunes? iTunes non serve a metterti la musica nell'iPod, serve a vendere l'mp3 a un dollaro, è quello il suo reale scopo.
I: Io ovviamente, come tecnico del suono, non amo l'mp3, perché tutto il lavoro che faccio, tutto no ma gran parte, se ne va via con la compressione. Per questo motivo, io non sono uno che si comprerebbe un mp3. Bisognerà vedere come evolve il mercato. Come ai tempi erano usciti i Run-DMC con la canzone ebete delle Adidas, che comunque aveva il suo giro, adesso qua probabilmente tirano fuori le cose più catchy, più facili da far cantare allo stadio per capirci. Poi probabilmente usciranno anche i vari Mos Def. Poi probabilmente arriveremo anche ai vari Eminem, poi si vedrà.

B: C'è qualche mc italiano che ti piacerebbe produrre?
I: Ce ne sono certi, però mi piacerebbe farlo a modo mio. Per dirti, Fabri mi piace molto, come attitudine ecc, però ci sono certe cose che gli farei cambiare. La musica è fatta per dire cose, se non dici un cazzo a cosa serve? Per fare la colonna sonora di spot televisivi va bene, ma non per la musica Hip-Hop. Se fosse anche una roba ebete tipo "Muovi il culo in discoteca", almeno stai dicendo qualcosa. Fabri mi sembra un po' carente da quel punto di vista. Poi è ovvio che ci sono delle scelte, non sto certo dicendo che non è capace. Mi piacerebbero Ghemon Scienz, Tormento, anche Marcio mi piacerebbe produrre, però poi bisogna sempre vedere con che ottica. Comunque questa gente è tutta capacissima di fare qualunque cosa.

M: A livello di freestyle, ad esempio, proprio Tormento è una cosa pazzesca, però anche lui è uno di quelli che quando gli capita, spara anche delle cazzate. La cosa che a me fa pensare è come fa un'etichetta ad andare a produrre personaggi non molto credibili né di gran talento. Perché non vanno a tirare fuori personaggi che comunque potrebbero fare bene pur parlando di temi importanti?
I: Ci sono delle dinamiche pazzesche dentro le etichette. In questi giorni ne parlavo proprio con degli artisti con cui sto lavorando che vogliono proporre delle cose nuove e la domanda è sempre: "Cazzo, io voglio proporre qualcosa che a loro possa piacere ma non rientra in quello che faccio io, allora cosa devo fare?". In realtà, la cosa bella e allo stesso tempo brutta dell'ambiente della musica è che non ci sono regole, in niente! Però è anche divertente questa specie di gioco, dai.

M: Sì, ma il problema alla fine è quello. C'è chi fa delle cose per piacere alla massa e chi invece le fa perché vuole farle. E secondo me se uno le cose le fa col cuore e con la mente, mettendo assieme le due cose, poi comunque i risultati saltano fuori. Se una cosa la fai soltanto per piacere agli altri, può piacere un mese ma poi non resterà nella memoria.
I: Questo è ovvio. Ci sono esempi clamorosi di robe del genere, cioè i vari Eamon, Lumidee... Io che vivo in quest'ambiente da dieci anni, ho visto di quelle cose che dici "Ma com'è possibile una roba del genere?!", eppure è così. È anche il bello della musica, anzi no, è IL bello.

B: Shouts!
I: Saluto la mamma...no dai, queste cose sono sempre problematiche perché poi mi dimentico gente che non dovrei. Vi ringrazio dell'intervista e ci aggiorneremo sicuramente prossimamente su tutto.