Goedi e Medda # Scena vera

Quando si parla dell'Hip-Hop italiano precedente al duemila, questo è un disco che, a mio avviso, bisognerebbe richiamare alla memoria più spesso. Medda ha cominciato a fare Rap nei primi anni '90 con un gruppo chiamato R.C.P. (ricordate una certa "Salta" sulla compilation della Irma Records "Nati per rappare"?) per poi passare agli En Mi Casa; Goedi si era visto invece prima nel disco d'esordio di Fritz producendone un interludio e poi col demo tape "La kermesse", che ospitava gente tipo Esa, Kaso, Marya e lo stesso Medda. In breve, "Scena vera" gioca le proprie carte attorno ai campioni jazzati di uno e alla solidità al microfono dell'altro; ciò che stupisce è però il risultato finale, dato che un abbinamento così ben riuscito non è affatto scontato, tanto più se si considera il periodo in cui "Scena vera" uscì. Goedi si rivela quale uno dei più raffinati beatmaker italiani, i loop tagliati funzionano tutti egregiamente (Akai S950, si sente) e le batterie confermano un gusto molto elegante; Medda può dirsi un eccellente mc che bada in modo particolare alla scrittura e agli incastri, le tematiche sono quelle di sempre ma non risultano affatto banali e la voce calda accompagna nella giusta maniera le splendide produzioni del suo socio. Se non avete mai avuto la fortuna di ascoltare "Scena vera", vi assicuro che tracce come "La roulette", il remix di "Fuego nella plaza" (l'originale era presente proprio ne "La kermesse") o la strumentale "Solo garbo 2" potrebbero lasciare di stucco chiunque. Le uniche due note negative rimangono l'esiguo numero di tracce e il remix targato Vez & Vigor, che non lega perfettamente col resto del disco. Ciononostante, un EP fatto così bene dovrebbe rientrare di diritto nella discografia di un appassionato di Hip-Hop italiano.