FEDEZ - IL MIO PRIMO DISCO DA VENDUTO

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C'è un sassolino che devo proprio togliermi dalla scarpa e me ne scuso in anticipo. Dunque, se disapprovi le scelte artistiche di Fabri Fibra sei un hater, se non ti piacciono i dischi della Dogo Gang sei un hater, se hai smesso di ascoltare Mondo Marcio ai tempi di "Solo un uomo" sei un hater, se non recensisci nulla di Entics sei un hater. E così via. E' un paradosso che m'incuriosisce e, devo ammettere, spesso mi fa sorridere: essere tacciati di preconcetto attraverso un secondo preconcetto, scrivi questo o quello per partito preso e quindi, sempre per partito preso, sei un hater. Un preconcetto al quadrato, un sillogismo degno di un deficiente. E allora, per una buona volta, intendiamoci (o almeno tentiamo), una recensione non si basa mai sui dati di vendita di un disco, sulle apparizioni in TV dell'mc e sulla firma con una major, ma sul prodotto finito, che può piacere o meno. Anche perché, detto sinceramente, se col Rap ci si fanno due soldi e si diventa famosi a me non interessa neppure di striscio, non è mia abitudine fare i conti in tasca a Fabri Fibra o segnare le visualizzazioni su youtube dei Club Dogo, così come, in un passato che si allontana sempre più, non mi sembra di aver bollato come commerciali "Neffa & i messaggeri della dopa" (disco d'oro) e "La morte dei miracoli" per i risultati (apprezzabili) ottenuti in classifica. Che c'entra tutto ciò con Fedez? C'entra eccome, dato che se, come farò, ti permetti di spendere un giudizio meno che sufficiente su "Il mio primo disco da venduto", ecco che automaticamente sei un hater. Cominciamo a dire, per quei pochi che non lo sapessero, che Fedez, milanese, arriva all'esordio con Tanta Roba (etichetta fondata da Gue e Dj Harsh) e Best Sound dopo svariate autoproduzioni nelle quali veniva spesso affiancato dal beatmaker JT, per "Il mio primo disco da venduto" la strategia è però pressoché invariata, dato che (video a parte) la distribuzione del disco è avvenuta tramite il free download, consentendone (scelta intelligente) un'esposizione decisamente ampia. Le tracce sono ventuno e, globalmente, tanto i featuring e l'elenco dei produttori (dai Dogo a J-Ax, passando per Deleterio, Shablo e Two Fingerz) quanto la scelta delle tematiche ed il tipo di sound, rispondono in maniera più o meno puntuale alle previsioni, il che non toglie né aggiunge nulla sulla qualità complessiva dell'album. Diciamo piuttosto che Fedez aderisce in pieno alle due tendenze più in voga nell'attuale Hip-Hop italiano, rinunciando dunque da principio a un'originalità autentica: il ricorso a sonorità di confine, che di Hip-Hop hanno poco (il beat in 4/4) e al sample preferiscono tastiere e synth (cito "Bella vita", "Ipocondria", "Una cosa sola" e "Soffritto", ma si potrebbe anche pescare a caso), e, venendo alle liriche, un'equa distribuzione di autobiografismo abbastanza calcolato, retorica politica e sociale spolverata qua e là e prese di posizione insidiose (consiglio di riascoltare "Jet set" tra un paio di anni, su "Parli di Rap?", invece, ricordo a Fedez e Gemitaiz che se non si parlasse di Rap in tutta probabilità non si parlerebbe nemmeno di loro). Insomma, a mio modesto parere "Il mio primo disco da venduto" non offre chissà che di nuovo, al contrario si inserisce con una certa destrezza tra quelle uscite in grado di raccogliere accoliti anche (e talvolta soprattutto) al di fuori dell'utenza strettamente Hip-Hop, il che, sia chiaro, non è per forza un male. Non risponde, viceversa, a canoni soggettivi l'esame di una tecnica che mostra debolezze forse marginali (o forse no), sebbene evidenti: uno schema metrico rigido, che non cambia mai, un fiume di parole con la rima in coda e senza figure retoriche di una certa rilevanza. Non è una tragedia, ci mancherebbe, ma se a ciò si aggiunge un uso davvero intollerabile dell'onnipresente autotune (dai refrain, tutti uguali, alle stesse strofe) viene a scomparire quel minimo di dinamicità che, in sessantaquattro minuti di Hip-Hop, ritengo sia necessaria. Che poi le immagini tangibili di "Blues" (indovinato anche il contributo di Marra e Gue) o le interpretazioni decise di "Intro" ed "Outro" (è già un bene l'assenza del ritornello) mostrino un mc sulle cui potenzialità, si badi, non pongo veti, è tutt'altro discorso, dato che in nessun caso azzarderei pareri irreparabili su un ragazzo che è ancora all'inizio del proprio percorso musicale, nonostante in tanti lo abbiano prematuramente eletto come il nuovo messia del Rap da venerare a scatola chiusa. Ma ci siamo abituati, no? E il più delle volte, purtroppo, sappiamo anche come va a finire. Tocca a Fedez, pertanto, scegliere se indossare i panni dell'ennesima popstar col vizietto del Rap oppure preservare un'identità che, a prescindere dalla relatività dei gusti, risulti orgogliosamente Hip-Hop. Staremo a vedere.


TRACK LIST

Fedez - Il mio primo disco da venduto (Tanta Roba/Best Sound 2011)
  1. Intro
  2. Jet set
  3. Vivere domani
  4. Bella vita
  5. Blues [Feat. Marracash e Gue Pequeno]
  6. Alza la testa [Feat. J-Ax]
  7. Ipocondria
  8. Il cemento non è un fiore [Feat. Jake La Furia]
  9. Reality show
  10. Quello che ho [Feat. Entics]
  11. Una cosa sola [Feat. Two Fingerz]
  12. Restiamo umani [Feat. Ted Bee]
  13. Soffritto
  14. Non scorderò [Feat. KillaCat]
  15. Parli di Rap? [Feat. Gemitaiz]
  16. La scelta giusta [Feat. Denny LaHome]
  17. Liberi in cattività
  18. Giorni [Feat. Ghali Foh e Vincenzo Da Via Anfossi]
  19. Unica al mondo
  20. Lo zainetto (bonus track) [Feat. Maite]
  21. Outro
BEATZ
  • 2P: 1
  • JT: 2, 10, 14, 19
  • Don Joe: 3, 15
  • Roofio: 4, 17
  • Deleterio: 5
  • Guido Styles: 6
  • Mastermaind: 7
  • Bzilla: 8, 12
  • Shablo: 9
  • Two Fingerz: 11
  • Exo: 13
  • 2nd Roof: 16
  • Dannystyle: 18
  • Fonzie Beat: 20
  • Fritz Da Cat: 21