Freshbeat & Amon - Dusty Fingerz
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Il beatmaking italiano vanta emergenti giovani e intraprendenti che, nonostante i limiti congeniti dell'underground (uno su tutti, quello che genera conseguenze ovvie: l'assenza di un ritorno economico appropriato), riescono ad alimentare una scena qualitativamente e quantitativamente significativa, spesso arrangiandosi col poco di cui si dispone grazie all'ingegno e alle collaborazioni strette con chi è stato contagiato dalla medesima passione. E' questo lo spirito che muove "Dusty fingerz" e - 'fanculo la piaggeria! - lasciatemi dire subito che, se avessi dovuto indicare un paio di nomi in grado di alternarsi e addirittura affiancarsi nella produzione di un disco, questi sarebbero stati Freshbeat ed Amon, avendone seguito buona parte dei trascorsi. "32 barre", "Storytellers" e "Correvo senza mai arrivare" sono infatti progetti compatibili tra loro, poiché denotano caratteristiche analoghe in quanto a gusto compositivo, classicità del sound e ricorso all'analogico: in ciascuno le dita impolverate spulciano in mezzo a pile di vinili selezionando sample che, tagliati chirurgicamente, trovano una forma precisa su robuste inteialature di cassa e rullante, operazioni finalizzate ad offrire il mood adatto a tutti gli mc's coinvolti. Il passaggio a "Dusty fingerz" conserva la medesima logica ma amplifica le ambizioni del duo, impegnato in diciassette brani che vedono sfilare una quarantina tonda di rapper tra quasi esordienti, veterani e addirittura nomi illustri (oddio, tranne forse Wordsworth) provenienti dall'hardcore americano, un amalgama eterogeneo per definizione e spesso alle prese con temi di pura routine, dall'autocelebrazione all'esercizio di stile. Ecco appunto, tocca precisarlo: considerata la pregevole fattura delle strumentali, è una formula che non riesco a condividere in pieno, perché è inevitabile chiedersi cosa poteva venirne fuori coi soli Brain, Paura, Zethone, Jack The Smoker, Moder, Lord Madness e via dicendo, abituati ad onorare sempre nel migliore dei modi le rispettive partecipazioni. Intendiamoci, senza nulla togliere a chi magari ci mette tanto impegno (non è certo il caso di Nunzio, Montenero, Esa e un pigrissimo Ruste Juxx), l'accozzaglia di voci presenti rende "Dusty fingerz" una sorta di compilation nonostante, a mio giudizio, ci fosse spazio per puntare un po' più in alto; è questa la linea di demarcazione che segna un prodotto comunque dotato di episodi interessanti e prove degne di nota. Ad esempio "Good man" (ovviamente il campione è "Am I A Good Man"), con la collaudata coppia formata da Zampa e Capstan, "All day everyday", "Definitive gear" e "The villains", efficaci nel grosso degli abbinamenti, "Ultimo giro", intrigante duetto tra Jack The Smoker e Moder, che non avrei immaginato stessero così bene assieme, "100 passi col Rap", ironica e tecnica (Lord Madness non si smentisce), "Golden years", nostalgico back in the days per il torinese Kiffa, infine "This is how we do it", rabbiosa chiusura con Makkia e Bargeman. Ma si avverte, come detto, uno scarto tra l'elegante proposta musicale dei due padroni di casa, supportati da una copiosa dose di scratch, e uno standard lirico che, nell'insieme, non riesce a capitalizzarne le enormi potenzialità; qualche piccolo rammarico, insomma, per un'uscita ugualmente apprezzabile. |
TRACK LIST |
Freshbeat & Amon - Dusty fingerz
(Unlimited Platform 2013)
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BEATZ |
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SCRATCH |
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