DOMASAN E DJ 2PHAST - I RACCONTI DEL VINILE INFRANTO

Reviewed by Riccardo Orlandi

L'impatto iniziale con questo disco è, a dir poco, spiazzante. Il livello medio della scena - ma lo sappiamo fin troppo bene - è spaventosamente carente di nuove idee. Per essere un buon mc ci vuole tecnica, gusto nella scelta dei suoni, capacità interpretative, abilità metrica, ma, sempre di più, sembra che siano fondamentali le idee. Nuovi temi, ma non solo: nuovi modi di interpretare i temi classici. Domasan, che forse ricorderete dalla militanza nei 13 Bastardi, appartiene alla ristrettissima cerchia di rapper italiani che lasciano intravedere, tra le tracce dei loro dischi, la presenza di un progetto. Qualcosa di più, quindi, del rapper classico, dove con classico - che normalmente non comporta giudizio di valore - intendo un rapper che non sa andare oltre ai modelli vigenti, scelta a volte doverosa e legittima, ma spesso causa di un'apatia che porta i progetti dei suddetti mc's ad appiattarsi intorno ad una serie di tematiche inevitabilmente identiche le une alle altre. Domasan, dicevamo, ha invece una personalità artistica propria, una buona attitudine interpretativa, un flow sciolto e scorrevole, una grande predisposizione al gioco di parole e alle associazioni fonetiche e, soprattutto, dei testi tanto deliranti quanto affascinanti. "I lupi sono bestie ostinate" è un eccellente esempio di questa capacità di tessere trame liriche apparentemente folli ma capaci di nascondere significati mai univoci. Le strofe di Domasan, infatti, non sono di immediata comprensione: le associazioni analogiche e i salti tematici sono continui e disorientanti, ma tengono in piedi il funzionamento del disco, che si propone come una sorta di sfida costante all'ascoltatore, costretto a interpretare e impossibilitato a farsi sfuggire un solo verso, una sola rima, pena la totale perdita della comprensione. Apprezzabile in maniera altrettanto entusiastica, oltre alle già dette capacità tecniche e la solidità della scrittura, è l'attitudine narrativa che appare nel disco. Non storytelling immediatamente riconoscibili, non narrazioni pulite e chiare, ma vie di mezzo, da seguire con concentrazione e su cui ci troviamo costretti a scommettere un'interpretazione, anche con il rischio di andare fuori strada. "L'ultima tentazione di Domasan", giusto per fare un solo esempio, appartiene a questa categoria di canzoni. I suoni con cui Dj Phast sorregge il Rap del suo compare sono assolutamente azzeccati: nessuna forma di beat battagliero o di suono particolarmente sostenuto, soltanto un continuo tappeto di bassi e batterie cupi e serrati, perfetti per le liriche atipiche di Domasan, con qualche melodia, sempre lontana da ogni gusto Pop. Niente di scontato, in ogni caso: la differenziazione sonora tra le varie tracce è ottima e le atmosfere acustiche sempre coerenti con il mood del disco. Un gran lavoro, denso e costruito magistralmente, capace di smuovere un poco le atrofizzate menti del pubblico Hip-Hop e di mostrare alla scena che esiste chi stampa dischi (in vinile, peraltro) con una personalità artistica che trascende il concetto di rapper, ma che dovrebbe essere accolta da più mc's possibili.


TRACK LIST

Domasan e Dj 2Phast - I racconti del vinile infranto (Porci Comodi 2011)
  1. Un nome vale l'altro
  2. La grotta del drago blu
  3. La spada che taglia le illusioni
  4. Miraggi sulla via della muffa
  5. L'ultima tentazione di Domasan
  6. Astronauti sotterranei [Feat. Joz]
  7. Tempi strani per il rap
  8. E' preferibile perdersi [Feat. Callister]
  9. Indigestione in Giappone
  10. Incidente atomico alla baia degli orchi
  11. ...continuavano a chiamarlo rap [Feat. Ekspo e Zin]
  12. Neuro per la vita
  13. C'e troppo vento
  14. I lupi sono bestie ostinate
  15. Incendio alla piantagione numero tredici
  16. Volevo andare all'inferno...ma ho trovato chiuso
  17. Gli spiriti non possono trovarmi
BEATZ
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