Bra:
inevitabile cominciare dalla curiosità per un nome che, francamente,
conoscevano in pochi e un album che, di conseguenza, si rivela ancora più
una sorpresa; raccontateci chi sono i Crazeology, come nasce la
vostra passione per l'Hip-Hop e qual è stata la trafila che vi ha condotti
fino al primo disco.
Res Nullius: siamo alla fine degli anni '90 e come le più belle
storie d'amore la passione per la musica Hip-Hop è nata tra i banchi di
scuola. Dopo la scuola molte volte ci si vedeva a casa mia e Weirdo mi
portava ogni volta qualche disco (estratto dalla sua, già all'epoca, ampia
collezione) che puntualmente mi copiavo. Successivamente un'estate,
andando come ogni anno in Calabria, al paese d'origine di mio padre
(Palmi), conobbi un ragazzo che mi fece scoprire un software con cui poter
fare musica (Fruity Loops) e da lì iniziò un percorso che mi portò alla
scoperta anche di altri software (Acid Pro, Cubase). Dopo un annetto che
iniziai a fare beat decisi di regalare una copia di Fruity Loops a Weirdo
in occasione del suo compleanno...
Weirdo: il percorso che ha portato alla realizzazione del disco è
stato un percorso molto naturale. Negli anni avevamo accumulato molti beat
ed eravamo coscienti del fatto che fossero di un buon livello. Il nostro
più grosso problema è stato il non aver seguito molto gli eventi che la
scena milanese degli anni 2001/2006 offriva ai ragazzi della nostra età,
quindi abbiamo perso l'occasione di stringere amicizie e prendere contatto
con i vari mc's che in quel periodo stavano emergendo. Di fatto ci eravamo
autoesclusi. Avevamo i beat, ma nessuno a cui proporli! Con
l'arrivo di Myspace, però, le cose cambiarono. Non esisteva più solo
Milano a cui potersi rivolgere, ma il mondo intero. Perché non provare a
rivolgersi proprio alla grande mela, che tanto ci aveva ispirati negli
anni? E così fu. Inizialmente abbiamo tastato il suolo contattando mc's
semisconosciuti; da lì, vedendo che i beat piacevano, abbiamo deciso di
contattarne di più affermati. Dopo due anni di gestazione nacque "Crazeology".
B: esordire, di fatto, con un'uscita così consistente è più
un azzardo o un'opportunità? Com'è cambiata la vostra vita da beatmaker
dopo l'uscita del disco?
RN: niente è troppo azzardato, anzi, bisogna sempre azzardare. Non
si può mai sapere come andranno le cose se non ci si butta. In futuro
continueremo ad azzardare perché è così che ci siamo creati l'opportunità
di farci conoscere ed apprezzare. Come si suol dire: real recognize
real.
W: se la vediamo in termini puramente monetari, si può dire che sia
stato un azzardo in quanto tutt'ora non siamo rientrati totalmente delle
spese. Tuttavia, come dice Res, questo progetto c'ha dato visibilità tra
gli artisti del settore e ci sta aprendo porte che qualche tempo fa non
avremmo mai immaginato di poter valicare. Siamo molto contenti di aver
dato vita a "Crazeology".
Mistadave: progetti come il vostro sono la concreta testimonianza
della globalità della cultura Hip-Hop. Nomi come Beatniks, The Returners e
Snowgoons sono noti oramai anche oltreoceano, come vi spiegate il fatto
che gli mc's americani, spesso abituati a collaborazioni geograficamente
prossime al loro ambiente, abbiano avuto l'intraprendenza di mettere il
naso fuori di casa? E' un fatto legato solo ad aspetti professionali o è
possibile riconoscere un crescente desiderio di scambio, di integrazione
tra realtà magari parecchio distanti?
RN: penso che sia un fatto puramente di feedback. In America la
scena musicale Hip-Hop è satura di mc's. Tutti sono mc's e tutti hanno
collaborato con tutti. Fanno ogni giorno live in cui non è difficile
trovare nomi grossi affiancati. Noi europei siamo cresciuti con il mito
dell'Hip-Hop americano celato dietro lo schermo di un televisore, che
spesso c'impediva di captare appieno il contesto in cui si svolgeva tutto,
perciò dove non arriva l'occhio subentra la fantasia. Stando con alcuni di
loro (non quelli più grossi) ci siamo resi conto che molti non vivono da
star, ma hanno una vita normalissima e magari un lavoro per mantenersi.
Eppure, quando vengono qui tutto cambia. Sono costantemente circondati da
gente e trattati con cura. Alcuni collaborano appositamente con europei
con lo scopo di crearsi un pubblico qui e quindi successivamente poter
fare un tour europeo. Alcuni degli mc's presenti nel nostro disco ci hanno
chiesto di poter venire in Italia per fare dei live, ma molte volte
abbiamo dovuto smorzare gli entusiasmi perché far venire uno o più artisti
dall'America costa e il rientro monetario non è garantito, soprattutto in
questo periodo, per un genere di nicchia come questo.
M: cos'ha spinto voi, invece, a cercare collaborazioni negli Stati
Uniti? Vi siete confrontati prima con la mentalità italiana, spesso
chiusa, ed avete scelto di conseguenza?
Crazeology: purtroppo in Italia, nel mondo musicale così come in
qualsiasi altro ambito, si tende spesso a formare gruppi. E' facile
immaginare come sia difficile riuscire a fare parte del club se non
si ha una conoscenza diretta di qualcuno dei membri. L'alternativa a
quest'opzione è quella della meritocrazia, cioè di presentarsi con del
materiale o un prodotto che sia d'impatto e qualitativamente di un buon
livello, in modo tale da lasciare non indifferenti i membri di questi
gruppi. E' vero che la mentalità all'italiana è un po' chiusa, ma spesso è
chiusa davanti alla mediocrità, se uno sa dimostrare quanto vale allora la
porta si spalanca e ti viene offerta l'opportunità di dare il tuo
contributo. Tutto sta nel non accontentarsi mai dei propri risultati.
M: il vostro suono richiama molto i classici della golden age,
tuttavia si notano delle ovvie differenze soprattutto nel taglio dei
campioni. A parte Premier, riferimento eloquente, da quali produttori
avete tratto maggiore ispirazione per intraprendere il percorso che vi ha
portati a produrre musica e qual è, in genere, il vostro approccio alla
costruzione del beat?
RN: il 90% del tempo che impiego per realizzare un beat consiste
nella ricerca dei sample. Mi fermo solo nel momento in cui, ascoltando un
brano, mi scatta qualcosa dentro e m'immagino già un possibile modo in cui
utilizzarlo. L'approccio varia da sample a sample. C'è quello che mi dice
tagliami tutto e quello che mi dice sono il loop che cercavi.
Trovare un sample che già suona se messo in loop può sembrare banale come
processo creativo, ma la vera difficoltà sta nel trovare quel loop.
Ci rifacciamo alla golden age, è vero. Io copio la golden age.
Copiare serve a capire il procedimento che ti porta a un certo risultato.
Però non basta copiare. Se copiando riesci a superare colui a cui
t'ispiri, allora contribuisci ad evolvere quel suono. E' come portare
avanti il lavoro iniziato da qualcun altro. E magari, in futuro, qualcuno,
ripartendo dal tuo suono lo svilupperà ulteriormente dandoti continuità.
W: come accennavi tu, si può sentire chiaramente come Premier sia
il mio produttore di riferimento numero uno. Per me, è il migliore di
sempre e ascoltando le sue cose ormai da parecchi anni è normale che mi
abbia influenzato. Il fatto che lui stesso tempo fa abbia speso belle
parole per le mie produzioni mi ha dato molta autostima e mi ha fatto
capire che la direzione in cui sto lavorando è quella giusta. Non basta
ispirarsi a un grande per tirare fuori belle produzioni, è necessario
avere talento - e quello non lo puoi copiare da nessuno. Detto ciò, i
nostri altri produttori di riferimento sono gli stessi che hanno
influenzato molti altri beatmaker prima di noi. Mostri sacri come Havoc,
Alchemist, Pete Rock, Dj Muggs, Buckwild, Godfather Don and the list
goes on... Per quanto riguarda la creazione di un beat, c'è chi ha
schemi fissi e chi segue l'ispirazione del momento. Io faccio parte della
prima categoria e parto sempre dalla scelta del campione, che secondo me
fa l'80% di un beat. E' decisamente la cosa a cui mi dedico maggiormente e
per cui spendo più tempo. Sembra una cosa banale da dire, ma ad alcuni
piace per esempio partire da una batteria per poi costruirci il resto
sopra.
B:
che macchine e software usate? Tra l'altro, siete tra i pochi a dire
apertamente che vi capita di campionare dall'mp3, come vi ponete rispetto
a chi reclama una certa purezza nella scelta delle fonti dalle
quali attingere?
RN: io ho iniziato con Fruity Loops (dalla versione 1 fino
alla 4 circa), dopo qualche tempo sono passato ad Acid Pro, l'ho
utilizzato per circa 3 anni per passare successivamente a Cubase, con il
quale ho realizzato il disco. Da pochissimo tempo ho acquistato un MacBook
e di conseguenza ho voluto provare Logic 9. Promette bene, ma per ora
attendiamo che dia qualche frutto. Ho anche provato ad utilizzate un
MPC1000, ma dato che nel tempo ho acquisito un metodo di lavoro basato
esclusivamente sull'utilizzo dei software, non mi ci sono trovato molto
bene e l'ho rivenduto.
W: il mio percorso è praticamente identico a quello di Res, con
l'unica differenza che io mi sono fermato ad Acid Pro. Spesso quando la
gente scopre come lavoriamo si meraviglia molto. Sembra quasi che se non
hai un MPC non puoi essere un producer. Noi non abbiamo nulla contro le
macchine, ma oramai è da anni che abbiamo acquisito un metodo di lavoro
che ci sta dando buoni risultati, perché dovremmo ricominciare tutto da
capo? Anche un produttore ad alti livelli come 9th Wonder usa Fruity Loops.
La verità è che sta tutto nella testa. Riguardo la questione del
campionamento da mp3 vs vinile, è chiaro che la differenza nella qualità
audio c'è, è innegabile. Quando abbiamo iniziato il nostro budget era pari
a zero e quindi è stata una scelta obbligata. Poi, come per tutte le cose,
è rimasta un'abitudine. E' vero, l'uso dell'mp3 elimina una delle parti
più belle del lavoro, cioè andare in giro per negozietti e mercatini a
fare il cosiddetto diggin'. D'altro canto, però, quest'aspetto fa
si che si risparmi un sacco di tempo e si riesca cosi ad essere più
produttivi. Insomma, ognuna delle due tipologie di lavoro presenta dei
vantaggi e degli svantaggi, ma noi al momento ci troviamo bene così. La
cosa fondamentale è che nessuno si è mai lamentato della qualità del
nostro suono (probabilmente ora che sta cosa dell'mp3 inizierà a girare
qualcuno si farà avanti, eh-eh!). Rispettiamo i puristi e speriamo
che loro facciano altrettanto nei nostri riguardi: ognuno lavora con i
mezzi che ha a disposizione, quello che conta è sempre il risultato
finale.
M: e riguardo ai generi musicali da campionare, che preferenze
avete? Ascoltate più o meno le stesse cose o avete gusti differenti?
C: sicuramente amiamo entrambi le sonorità Soul e quindi per molto
tempo abbiamo attinto da li. Per una nostra etica cerchiamo sempre,
se possibile, di utilizzare campioni mai usati prima da altri produttori e
in questo senso c'è da dire che ormai è rimasto davvero ben poco di
utilizzabile. Il Soul è stato saccheggiato fin troppo, quindi ultimamente
ci stiamo buttando su altri generi, come ad esempio il Progressive Rock.
Anche le colonne sonore degli anni '70 hanno davvero ottimo materiale da
offrire.
M: una delle tracce migliori del disco è senz'altro "Ps N Qs".
Com'è nata la collaborazione con Reks, che a mio parere è un mc che
combina molto bene grinta e tecnica?
RN: è anche una delle nostre tracce preferite e non a caso abbiamo
deciso di posizionarla subito dopo l'intro, in modo da far partire l'album
col botto! La collaborazione con Reks è nata più o meno nello stesso modo
in cui sono nate quelle con gli altri artisti, ovvero tramite internet.
W: gli ho mandato un'e-mail descrivendo brevemente il progetto e
allegando un po' di beat e lui si è mostrato subito disponibile. Abbiamo
dovuto attendere più di quello che ci saremmo aspettati per avere la
traccia (qualche mese) ma il risultato finale ha decisamente ripagato
l'attesa. Successivamente, mentre eravamo ancora in fase di mixaggio del
disco, ho avuto anche la possibilità di conoscerlo di persona in Svizzera.
Eravamo andati entrambi lì per girare il video di un pezzo che avevo
prodotto per Da Solo, un mc di Losanna, in cui partecipava anche Reks con
una strofa. Devo dire che mi è sembrato una persona piacevole e alla mano,
oltre ad essere un ottimo mc. Mi ricordo che eravamo lì a chiaccherare e
lui, rivolgendosi a Dan, il suo manager, gli fa: hai sentito "Ps N Qs"?
Il pezzo che ho registrato per il disco di Weirdo, è una bomba! La
cosa mi fece molto piacere, perché mi resi conto che per lui non era stata
una collaborazione fatta tanto per, ma ci teneva davvero. Prima di
salutarci ci siamo detti che lavoreremo ancora insieme e io non vedo
l'ora!
B: il resto della tracklist comprende però altri nomi pesanti, da
Blaq Poet e Vast Aire fino a Goretex e Torae. Il dato in comune è di certo
l'appartenenza all'underground, in particolare newyorkese, come si è
svolta, invece, la scelta degli abbinamenti tra gli mc's, dato che in
media ce ne sono almeno un paio per traccia? Qualcuno di loro ha potuto
collaborare direttamente al pezzo, registrando assieme le singole strofe?
C: in realtà il tutto è nato in maniera un po' casuale. Avevamo
entrambi le idee chiare riguardo agli ospiti immancabili, quindi
inizialmente ci siamo concentrati su quelli. Una volta entrati in possesso
delle strofe di questi mc's abbiamo riflettuto su chi potesse abbinarsi
bene per chiudere i vari pezzi, prendendo in considerazione il budget a
disposizione, i tipi di beat, i temi trattati o anche il luogo di
provenienza degli mc's stessi. Prendiamo, per fare un esempio, "NY
Minute": il primo a registrare la propria strofa è stato Blaq Poet e
abbiamo voluto abbinargli altri mc's che fossero del Queen's, da qui la
scelta di Kool Sphere e Nutso. Quest'ultimo, inoltre, aveva gia lavorato
con Poet quindi sapevamo cos'aspettarci. Ogni pezzo ha la sua storia, ma
le dinamiche sono state pressoché queste per tutti. L'unico che ha visto
una collaborazione diretta tra gli mc's è stato "Hood Now" di Main Flow e
Crunch Ex; anche questo, però, non era programmato, noi avevamo contattato
solo Main Flow e poi, avendogli chiesto due strofe, lui ha deciso di far
fare la seconda a Crunch Ex, un mc che bazzica spesso lo studio con lui.
M: tre mc's per i quali vorreste produrre una traccia in futuro e
che al momento ritenete inaccessibili.
W: ce ne sono parecchi ma cosi su due piedi direi R.A. the Rugged
Man, Kool G Rap e Sean Price.
RN: Skyzoo, R.A. the Rugged Man ed Action Bronson.
B: in una buona parte dei pezzi compaiono anche gli scratch, è un
voler rimarcare ulteriormente quel rapporto di cui sopra con l'Hip-Hop
degli anni '90?
C: esatto, è stata prima di tutto una scelta stilistica. Sono molti
i gruppi di quel periodo che si avvalevano degli scratch e volendo
rispolverare i fasti di quell'epoca d'oro abbiamo seguito la stessa
direzione, laddove possibile. In particolare ci sono dei tipi di beat, per
esempio quelli che noi definiamo alla Premier, che si prestano
maggiormente ad ospitare gli scratch tra una strofa e l'altra. Non a caso
i Gang Starr sono uno dei gruppi che ci hanno influenzato maggiormente.
Un'altra ragione, che potrebbe sembrare uno scherzo ma non lo è, è che è
davvero difficile trovare gente che sappia buttare giù ritornelli come si
deve. Meglio quindi mantenersi sul classico, i buoni vecchi scratch non
deludono mai, sopratutto se a realizzarli è gente come Dj Double S, Dj
El-Zink, Dj Bizkid, Dj Modesty, Dj Connect e Thorotracks. Ci teniamo a
ricordarli tutti, sono stati davvero preziosi.
B:
avete notato differenze nell'accoglienza ricevuta da "Crazeology" tra
l'utenza italiana e quella statunitense? In generale il riscontro qual è
stato?
C: dunque, parlando in termini di feedback possiamo dire che
abbiamo avuto un ottimo riscontro non solo in Italia, ma anche negli Stati
Uniti e in Europa. A dire il vero, siamo più conosciuti all'estero che non
qui in Italia. D'altronde stiamo parlando di una musica che è di nicchia
negli States, figuriamoci qui. Inoltre, il fatto che il disco sia tutto in
inglese può tagliar fuori un grossa fetta di ascoltatori che magari
apprezzano i beat ma preferiscono ascoltare artisti del loro paese, dai
quali possono cogliere il messaggio. In ogni caso, i pochi appassionati
rimasti fedeli alla Golden Age ci hanno mostrato affetto e supporto.
Quest'album è il nostro primo lavoro e dunque era fondamentale presentarci
nel migliore dei modi; a giudicare dalle critiche di chi se ne intende
(artisti del settore compresi) possiamo ritenerci soddisfatti.
B: da 1 a 10 quanto siete soddisfatti del disco e come ve lo
immaginavate prima di chiudere la prima traccia? Suppongo sia estenuante
dover collaborare a lunghe distanze sia di spazio che di tempo.
C: non è un album perfetto ma ci siamo andati vicini, almeno per i
nostri gusti. Un 8 glie lo possiamo dare. All'inizio del lavoro non
potevamo immaginare quello che avremmo ottenuto, dato che alcune dinamiche
sono state frutto del caso. Negli ultimi anni sono usciti parecchi album
che presentavano alti e bassi. Magari all'inizio partivano con bombe a
ripetizione per poi, via via, calare di qualità. Ecco, il nostro obiettivo
era produrre un album che fosse qualitativamente bilanciato verso
l'alto. Insomma, uno di quelli che ti ascolti con piacere dall'inizio
alla fine senza skippare delle tracce. Chiedendo pareri agli ascoltatori
riguardo le tracce preferite, quasi ogni volta ci viene data una risposta
diversa e ciò vuol dire che siamo riusciti nel nostro intento. Ovviamente
non è stato facile raggiungere un risultato del genere perché, come
accennavi, il dover lavorare a distanza senza mai potersi confrontare
faccia a faccia con gli artisti ha reso tutto più difficile. Per esempio
ci sono stati dei casi in cui abbiamo richiesto delle correzioni e
purtroppo abbiamo dovuto attendere parecchio prima che venissero eseguite.
Quando un oceano ti separa dai tuoi collaboratori hai le mani legate e, se
ne vale la pena, non puoi far altro che aspettare.
B: la vostra è un'autoproduzione pressoché totale, cominciata dal
contatto con gli mc's e proseguita fino alla promozione del prodotto
finito; quanto è stato difficile organizzare ogni aspetto e quanto può
pesare la mancanza, tanto per fare degli esempi, di un video ufficiale o
di un vero e proprio supporto alla pubblicità?
C: è stato tutto un po' complicato, più che altro perché questa era
la nostra prima esperienza e non avevamo idea di come muoverci, non
avevamo idea di tutto quel che c'è dietro a un disco. E' stato un processo
lungo e dispendioso, ma ne è valsa la pena. Lavorare a questo progetto ci
ha insegnato molte cose. Se dovessimo iniziare a lavorare a un nuovo album
ora ci impiegheremmo sicuramente molto meno - e faremmo la metà degli
errori. Ad ogni modo il fatto che l'album sia finito non significa che lo
sia anche il nostro lavoro, anzi. Qui viene la parte più difficile, ovvero
la promozione. Non avere un'etichetta alle spalle ti rende più libero
artisticamente, ma ti obbliga a smazzarti questa parte del lavoro.
Fortunatamente viviamo in un'epoca in cui esiste Internet, uno strumento
potentissimo che se usato con intelligenza può essere davvero utile allo
scopo. Siamo ovviamente iscritti ai vari social network, che tutti
conoscono, principalmente per il nostro business. E' li che abbiamo
conosciuto praticamente tutti gli ospiti del disco. Con uno di loro,
ovvero Torae, abbiamo addirittura dato il release party del nostro album
che si è tenuto a Milano da Wag (shout to Albee!), uno storico negozio
streetwear Hip-Hop. Oltre a Torae abbiamo avuto la fortuna di avere come
ospite Skyzoo, un altro mc di Brooklyn che non è nel disco ma che
adoriamo. I due avevano una data a Milano in occasione della finale del
Tecniche Perfette e abbiamo dunque colto la palla al balzo per invitarli.
E' stata una giornata molto bella e anche fruttuosa, dato che, a livello
di pubblicità, con la loro presenza l'evento ha avuto più risalto.
Cogliamo l'occasione per ringraziare Masta5, senza il quale l'evento non
sarebbe stato possibile. Accennavi alla mancanza di un video ufficiale ma
in realtà nel frattempo ne è uscito uno. Si tratta del pezzo "Trained
Specialists", con Vast Aire, L.I.F.E. Long e Dj Connect. Sempre
sfruttando i social network, ci siamo rivolti a un video maker amico
degli mc's in questione che si è prestato ad aiutarci. Dal canto nostro,
abbiamo girato delle scene a Milano e poi gli abbiamo inviato il
materiale. Ad essere onesti dobbiamo dire che il risultato finale ci ha
davvero deluso, il montaggio non si può infatti definire un'opera d'arte.
Ovviamente stiamo parlando di un video low budget, però è chiaro che
avremmo voluto presentarci meglio al nostro video di debutto. E' un'altra
esperienza, comunque, da cui trarremo insegnamenti, quindi non è del tutto
da buttare. Inoltre pare che il video stia girando abbastanza e che i fan
stiano apprezzando: è un inizio. Al giorno d'oggi YouTube è uno degli
strumenti più potenti per farsi sentire e quindi, tornando al discorso
della promozione, questa è una pista su cui bisogna puntare. I video sono
fondamentali, soprattutto per noi che, in quanto produttori, non abbiamo
la possibilità di mettere la faccia ai live e siamo sempre un po'
dietro le quinte.
M: raccontateci di "Unreleased Material" e di ciò che vi attende
per il futuro.
C: lavorando ormai da anni con svariati mc's americani avevamo
raccolto una buona quantità di pezzi che però, per varie ragioni, erano
rimasti a far polvere nei nostri computer. Si tratta delle prime
collaborazioni che abbiamo realizzato, i pezzi che son serviti come
riscaldamento prima di passare a lavorare al progetto ufficiale.
All'epoca eravamo felici del risultato di quelle collaborazioni, si tratta
infatti di pezzi di ottimo livello, anche se realizzati con mc's pressoché
sconosciuti. Per il nostro primo album ufficiale, però, avevamo bisogno di
realizzare qualcosa di imponente, lavorando sempre con artisti a
livello underground, ma che avessero già un curriculum importante, così da
far vedere alla scena che non eravamo i primi arrivati (scusate il gioco
di parole...). La reazione più comune al nostro progetto è stata
spaccate! Ma da dove siete sbucati?, quindi si può dire che siamo
riusciti nel nostro intento. Ora che la gente ha avuto un assaggio di quel
che sappiamo fare abbiamo pensato fosse il momento di buttare fuori anche
il resto del materiale raccolto. Era un peccato lasciare nel dimenticatoio
dei bei pezzi a cui siamo anche affezionati. Cosi è nato "Unreleased
Material". Per chi fosse interessato, l'album è gia disponibile su
iTunes e inoltre, vista qualche richiesta che è già arrivata, abbiamo
provveduto a stampare qualche copia fisica fatta in casa. Per il futuro
abbiamo diversi progetti in mente, forse anche troppi. Sicuramente ci
piacerebbe ripetere un album del genere, magari anche con altri mc's a cui
ancora non siamo arrivati; proveremo a puntare più in alto, a nomi ancora
più illustri. Nell'immediato, però, abbiamo deciso che il secondo capitolo
di "Crazeology" lo realizzeremo con la collaborazione di mc's italiani. Il
nostro primo album ci sta aprendo parecchie porte in questo senso e
inoltre molti dei nostri supporter ce lo chiedono. Per scaramanzia non
diciamo nomi, ma abbiamo già avuto modo di contattare diversi artisti che
si sono mostrati disponibili. Diffonderemo altri dettagli una volta che il
progetto sarà ben avviato...
B: grazie a entrambi, spazio libero da utilizzare come preferite.
C: vogliamo prima di tutto ringraziare voi per averci concesso
questo spazio e inoltre tutte le persone che ci hanno supportato dal primo
giorno e che stanno continuando a farlo. Come abbiamo scritto nei crediti
del nostro CD, you know who you are. Peace!
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