Intervista ai Crazeology (Maggio 2012)

Bra: inevitabile cominciare dalla curiosità per un nome che, francamente, conoscevano in pochi e un album che, di conseguenza, si rivela ancora più una sorpresa; raccontateci chi sono i Crazeology, come nasce la vostra passione per l'Hip-Hop e qual è stata la trafila che vi ha condotti fino al primo disco.
Res Nullius: siamo alla fine degli anni '90 e come le più belle storie d'amore la passione per la musica Hip-Hop è nata tra i banchi di scuola. Dopo la scuola molte volte ci si vedeva a casa mia e Weirdo mi portava ogni volta qualche disco (estratto dalla sua, già all'epoca, ampia collezione) che puntualmente mi copiavo. Successivamente un'estate, andando come ogni anno in Calabria, al paese d'origine di mio padre (Palmi), conobbi un ragazzo che mi fece scoprire un software con cui poter fare musica (Fruity Loops) e da lì iniziò un percorso che mi portò alla scoperta anche di altri software (Acid Pro, Cubase). Dopo un annetto che iniziai a fare beat decisi di regalare una copia di Fruity Loops a Weirdo in occasione del suo compleanno...
Weirdo: il percorso che ha portato alla realizzazione del disco è stato un percorso molto naturale. Negli anni avevamo accumulato molti beat ed eravamo coscienti del fatto che fossero di un buon livello. Il nostro più grosso problema è stato il non aver seguito molto gli eventi che la scena milanese degli anni 2001/2006 offriva ai ragazzi della nostra età, quindi abbiamo perso l'occasione di stringere amicizie e prendere contatto con i vari mc's che in quel periodo stavano emergendo. Di fatto ci eravamo autoesclusi. Avevamo i beat, ma nessuno a cui proporli! Con l'arrivo di Myspace, però, le cose cambiarono. Non esisteva più solo Milano a cui potersi rivolgere, ma il mondo intero. Perché non provare a rivolgersi proprio alla grande mela, che tanto ci aveva ispirati negli anni? E così fu. Inizialmente abbiamo tastato il suolo contattando mc's semisconosciuti; da lì, vedendo che i beat piacevano, abbiamo deciso di contattarne di più affermati. Dopo due anni di gestazione nacque "Crazeology".

B: esordire, di fatto, con un'uscita così consistente è più un azzardo o un'opportunità? Com'è cambiata la vostra vita da beatmaker dopo l'uscita del disco?
RN: niente è troppo azzardato, anzi, bisogna sempre azzardare. Non si può mai sapere come andranno le cose se non ci si butta. In futuro continueremo ad azzardare perché è così che ci siamo creati l'opportunità di farci conoscere ed apprezzare. Come si suol dire: real recognize real.
W: se la vediamo in termini puramente monetari, si può dire che sia stato un azzardo in quanto tutt'ora non siamo rientrati totalmente delle spese. Tuttavia, come dice Res, questo progetto c'ha dato visibilità tra gli artisti del settore e ci sta aprendo porte che qualche tempo fa non avremmo mai immaginato di poter valicare. Siamo molto contenti di aver dato vita a "Crazeology".

Mistadave: progetti come il vostro sono la concreta testimonianza della globalità della cultura Hip-Hop. Nomi come Beatniks, The Returners e Snowgoons sono noti oramai anche oltreoceano, come vi spiegate il fatto che gli mc's americani, spesso abituati a collaborazioni geograficamente prossime al loro ambiente, abbiano avuto l'intraprendenza di mettere il naso fuori di casa? E' un fatto legato solo ad aspetti professionali o è possibile riconoscere un crescente desiderio di scambio, di integrazione tra realtà magari parecchio distanti?
RN: penso che sia un fatto puramente di feedback. In America la scena musicale Hip-Hop è satura di mc's. Tutti sono mc's e tutti hanno collaborato con tutti. Fanno ogni giorno live in cui non è difficile trovare nomi grossi affiancati. Noi europei siamo cresciuti con il mito dell'Hip-Hop americano celato dietro lo schermo di un televisore, che spesso c'impediva di captare appieno il contesto in cui si svolgeva tutto, perciò dove non arriva l'occhio subentra la fantasia. Stando con alcuni di loro (non quelli più grossi) ci siamo resi conto che molti non vivono da star, ma hanno una vita normalissima e magari un lavoro per mantenersi. Eppure, quando vengono qui tutto cambia. Sono costantemente circondati da gente e trattati con cura. Alcuni collaborano appositamente con europei con lo scopo di crearsi un pubblico qui e quindi successivamente poter fare un tour europeo. Alcuni degli mc's presenti nel nostro disco ci hanno chiesto di poter venire in Italia per fare dei live, ma molte volte abbiamo dovuto smorzare gli entusiasmi perché far venire uno o più artisti dall'America costa e il rientro monetario non è garantito, soprattutto in questo periodo, per un genere di nicchia come questo.

M: cos'ha spinto voi, invece, a cercare collaborazioni negli Stati Uniti? Vi siete confrontati prima con la mentalità italiana, spesso chiusa, ed avete scelto di conseguenza?
Crazeology: purtroppo in Italia, nel mondo musicale così come in qualsiasi altro ambito, si tende spesso a formare gruppi. E' facile immaginare come sia difficile riuscire a fare parte del club se non si ha una conoscenza diretta di qualcuno dei membri. L'alternativa a quest'opzione è quella della meritocrazia, cioè di presentarsi con del materiale o un prodotto che sia d'impatto e qualitativamente di un buon livello, in modo tale da lasciare non indifferenti i membri di questi gruppi. E' vero che la mentalità all'italiana è un po' chiusa, ma spesso è chiusa davanti alla mediocrità, se uno sa dimostrare quanto vale allora la porta si spalanca e ti viene offerta l'opportunità di dare il tuo contributo. Tutto sta nel non accontentarsi mai dei propri risultati.

M: il vostro suono richiama molto i classici della golden age, tuttavia si notano delle ovvie differenze soprattutto nel taglio dei campioni. A parte Premier, riferimento eloquente, da quali produttori avete tratto maggiore ispirazione per intraprendere il percorso che vi ha portati a produrre musica e qual è, in genere, il vostro approccio alla costruzione del beat?
RN: il 90% del tempo che impiego per realizzare un beat consiste nella ricerca dei sample. Mi fermo solo nel momento in cui, ascoltando un brano, mi scatta qualcosa dentro e m'immagino già un possibile modo in cui utilizzarlo. L'approccio varia da sample a sample. C'è quello che mi dice tagliami tutto e quello che mi dice sono il loop che cercavi. Trovare un sample che già suona se messo in loop può sembrare banale come processo creativo, ma la vera difficoltà sta nel trovare quel loop. Ci rifacciamo alla golden age, è vero. Io copio la golden age. Copiare serve a capire il procedimento che ti porta a un certo risultato. Però non basta copiare. Se copiando riesci a superare colui a cui t'ispiri, allora contribuisci ad evolvere quel suono. E' come portare avanti il lavoro iniziato da qualcun altro. E magari, in futuro, qualcuno, ripartendo dal tuo suono lo svilupperà ulteriormente dandoti continuità.
W: come accennavi tu, si può sentire chiaramente come Premier sia il mio produttore di riferimento numero uno. Per me, è il migliore di sempre e ascoltando le sue cose ormai da parecchi anni è normale che mi abbia influenzato. Il fatto che lui stesso tempo fa abbia speso belle parole per le mie produzioni mi ha dato molta autostima e mi ha fatto capire che la direzione in cui sto lavorando è quella giusta. Non basta ispirarsi a un grande per tirare fuori belle produzioni, è necessario avere talento - e quello non lo puoi copiare da nessuno. Detto ciò, i nostri altri produttori di riferimento sono gli stessi che hanno influenzato molti altri beatmaker prima di noi. Mostri sacri come Havoc, Alchemist, Pete Rock, Dj Muggs, Buckwild, Godfather Don and the list goes on... Per quanto riguarda la creazione di un beat, c'è chi ha schemi fissi e chi segue l'ispirazione del momento. Io faccio parte della prima categoria e parto sempre dalla scelta del campione, che secondo me fa l'80% di un beat. E' decisamente la cosa a cui mi dedico maggiormente e per cui spendo più tempo. Sembra una cosa banale da dire, ma ad alcuni piace per esempio partire da una batteria per poi costruirci il resto sopra.
 

B: che macchine e software usate? Tra l'altro, siete tra i pochi a dire apertamente che vi capita di campionare dall'mp3, come vi ponete rispetto a chi reclama una certa purezza nella scelta delle fonti dalle quali attingere?
RN: io ho iniziato con Fruity Loops (dalla versione 1 fino alla 4 circa), dopo qualche tempo sono passato ad Acid Pro, l'ho utilizzato per circa 3 anni per passare successivamente a Cubase, con il quale ho realizzato il disco. Da pochissimo tempo ho acquistato un MacBook e di conseguenza ho voluto provare Logic 9. Promette bene, ma per ora attendiamo che dia qualche frutto. Ho anche provato ad utilizzate un MPC1000, ma dato che nel tempo ho acquisito un metodo di lavoro basato esclusivamente sull'utilizzo dei software, non mi ci sono trovato molto bene e l'ho rivenduto.
W: il mio percorso è praticamente identico a quello di Res, con l'unica differenza che io mi sono fermato ad Acid Pro. Spesso quando la gente scopre come lavoriamo si meraviglia molto. Sembra quasi che se non hai un MPC non puoi essere un producer. Noi non abbiamo nulla contro le macchine, ma oramai è da anni che abbiamo acquisito un metodo di lavoro che ci sta dando buoni risultati, perché dovremmo ricominciare tutto da capo? Anche un produttore ad alti livelli come 9th Wonder usa Fruity Loops. La verità è che sta tutto nella testa. Riguardo la questione del campionamento da mp3 vs vinile, è chiaro che la differenza nella qualità audio c'è, è innegabile. Quando abbiamo iniziato il nostro budget era pari a zero e quindi è stata una scelta obbligata. Poi, come per tutte le cose, è rimasta un'abitudine. E' vero, l'uso dell'mp3 elimina una delle parti più belle del lavoro, cioè andare in giro per negozietti e mercatini a fare il cosiddetto diggin'. D'altro canto, però, quest'aspetto fa si che si risparmi un sacco di tempo e si riesca cosi ad essere più produttivi. Insomma, ognuna delle due tipologie di lavoro presenta dei vantaggi e degli svantaggi, ma noi al momento ci troviamo bene così. La cosa fondamentale è che nessuno si è mai lamentato della qualità del nostro suono (probabilmente ora che sta cosa dell'mp3 inizierà a girare qualcuno si farà avanti, eh-eh!). Rispettiamo i puristi e speriamo che loro facciano altrettanto nei nostri riguardi: ognuno lavora con i mezzi che ha a disposizione, quello che conta è sempre il risultato finale.

M: e riguardo ai generi musicali da campionare, che preferenze avete? Ascoltate più o meno le stesse cose o avete gusti differenti?
C: sicuramente amiamo entrambi le sonorità Soul e quindi per molto tempo abbiamo attinto da li. Per una nostra etica cerchiamo sempre, se possibile, di utilizzare campioni mai usati prima da altri produttori e in questo senso c'è da dire che ormai è rimasto davvero ben poco di utilizzabile. Il Soul è stato saccheggiato fin troppo, quindi ultimamente ci stiamo buttando su altri generi, come ad esempio il Progressive Rock. Anche le colonne sonore degli anni '70 hanno davvero ottimo materiale da offrire.

M: una delle tracce migliori del disco è senz'altro "Ps N Qs". Com'è nata la collaborazione con Reks, che a mio parere è un mc che combina molto bene grinta e tecnica?
RN: è anche una delle nostre tracce preferite e non a caso abbiamo deciso di posizionarla subito dopo l'intro, in modo da far partire l'album col botto! La collaborazione con Reks è nata più o meno nello stesso modo in cui sono nate quelle con gli altri artisti, ovvero tramite internet.
W: gli ho mandato un'e-mail descrivendo brevemente il progetto e allegando un po' di beat e lui si è mostrato subito disponibile. Abbiamo dovuto attendere più di quello che ci saremmo aspettati per avere la traccia (qualche mese) ma il risultato finale ha decisamente ripagato l'attesa. Successivamente, mentre eravamo ancora in fase di mixaggio del disco, ho avuto anche la possibilità di conoscerlo di persona in Svizzera. Eravamo andati entrambi lì per girare il video di un pezzo che avevo prodotto per Da Solo, un mc di Losanna, in cui partecipava anche Reks con una strofa. Devo dire che mi è sembrato una persona piacevole e alla mano, oltre ad essere un ottimo mc. Mi ricordo che eravamo lì a chiaccherare e lui, rivolgendosi a Dan, il suo manager, gli fa: hai sentito "Ps N Qs"? Il pezzo che ho registrato per il disco di Weirdo, è una bomba! La cosa mi fece molto piacere, perché mi resi conto che per lui non era stata una collaborazione fatta tanto per, ma ci teneva davvero. Prima di salutarci ci siamo detti che lavoreremo ancora insieme e io non vedo l'ora!

B: il resto della tracklist comprende però altri nomi pesanti, da Blaq Poet e Vast Aire fino a Goretex e Torae. Il dato in comune è di certo l'appartenenza all'underground, in particolare newyorkese, come si è svolta, invece, la scelta degli abbinamenti tra gli mc's, dato che in media ce ne sono almeno un paio per traccia? Qualcuno di loro ha potuto collaborare direttamente al pezzo, registrando assieme le singole strofe?
C: in realtà il tutto è nato in maniera un po' casuale. Avevamo entrambi le idee chiare riguardo agli ospiti immancabili, quindi inizialmente ci siamo concentrati su quelli. Una volta entrati in possesso delle strofe di questi mc's abbiamo riflettuto su chi potesse abbinarsi bene per chiudere i vari pezzi, prendendo in considerazione il budget a disposizione, i tipi di beat, i temi trattati o anche il luogo di provenienza degli mc's stessi. Prendiamo, per fare un esempio, "NY Minute": il primo a registrare la propria strofa è stato Blaq Poet e abbiamo voluto abbinargli altri mc's che fossero del Queen's, da qui la scelta di Kool Sphere e Nutso. Quest'ultimo, inoltre, aveva gia lavorato con Poet quindi sapevamo cos'aspettarci. Ogni pezzo ha la sua storia, ma le dinamiche sono state pressoché queste per tutti. L'unico che ha visto una collaborazione diretta tra gli mc's è stato "Hood Now" di Main Flow e Crunch Ex; anche questo, però, non era programmato, noi avevamo contattato solo Main Flow e poi, avendogli chiesto due strofe, lui ha deciso di far fare la seconda a Crunch Ex, un mc che bazzica spesso lo studio con lui.

M: tre mc's per i quali vorreste produrre una traccia in futuro e che al momento ritenete inaccessibili.
W: ce ne sono parecchi ma cosi su due piedi direi R.A. the Rugged Man, Kool G Rap e Sean Price.
RN: Skyzoo, R.A. the Rugged Man ed Action Bronson.

B: in una buona parte dei pezzi compaiono anche gli scratch, è un voler rimarcare ulteriormente quel rapporto di cui sopra con l'Hip-Hop degli anni '90?
C: esatto, è stata prima di tutto una scelta stilistica. Sono molti i gruppi di quel periodo che si avvalevano degli scratch e volendo rispolverare i fasti di quell'epoca d'oro abbiamo seguito la stessa direzione, laddove possibile. In particolare ci sono dei tipi di beat, per esempio quelli che noi definiamo alla Premier, che si prestano maggiormente ad ospitare gli scratch tra una strofa e l'altra. Non a caso i Gang Starr sono uno dei gruppi che ci hanno influenzato maggiormente. Un'altra ragione, che potrebbe sembrare uno scherzo ma non lo è, è che è davvero difficile trovare gente che sappia buttare giù ritornelli come si deve. Meglio quindi mantenersi sul classico, i buoni vecchi scratch non deludono mai, sopratutto se a realizzarli è gente come Dj Double S, Dj El-Zink, Dj Bizkid, Dj Modesty, Dj Connect e Thorotracks. Ci teniamo a ricordarli tutti, sono stati davvero preziosi.
 

B: avete notato differenze nell'accoglienza ricevuta da "Crazeology" tra l'utenza italiana e quella statunitense? In generale il riscontro qual è stato?
C: dunque, parlando in termini di feedback possiamo dire che abbiamo avuto un ottimo riscontro non solo in Italia, ma anche negli Stati Uniti e in Europa. A dire il vero, siamo più conosciuti all'estero che non qui in Italia. D'altronde stiamo parlando di una musica che è di nicchia negli States, figuriamoci qui. Inoltre, il fatto che il disco sia tutto in inglese può tagliar fuori un grossa fetta di ascoltatori che magari apprezzano i beat ma preferiscono ascoltare artisti del loro paese, dai quali possono cogliere il messaggio. In ogni caso, i pochi appassionati rimasti fedeli alla Golden Age ci hanno mostrato affetto e supporto. Quest'album è il nostro primo lavoro e dunque era fondamentale presentarci nel migliore dei modi; a giudicare dalle critiche di chi se ne intende (artisti del settore compresi) possiamo ritenerci soddisfatti.

B: da 1 a 10 quanto siete soddisfatti del disco e come ve lo immaginavate prima di chiudere la prima traccia? Suppongo sia estenuante dover collaborare a lunghe distanze sia di spazio che di tempo.
C: non è un album perfetto ma ci siamo andati vicini, almeno per i nostri gusti. Un 8 glie lo possiamo dare. All'inizio del lavoro non potevamo immaginare quello che avremmo ottenuto, dato che alcune dinamiche sono state frutto del caso. Negli ultimi anni sono usciti parecchi album che presentavano alti e bassi. Magari all'inizio partivano con bombe a ripetizione per poi, via via, calare di qualità. Ecco, il nostro obiettivo era produrre un album che fosse qualitativamente bilanciato verso l'alto. Insomma, uno di quelli che ti ascolti con piacere dall'inizio alla fine senza skippare delle tracce. Chiedendo pareri agli ascoltatori riguardo le tracce preferite, quasi ogni volta ci viene data una risposta diversa e ciò vuol dire che siamo riusciti nel nostro intento. Ovviamente non è stato facile raggiungere un risultato del genere perché, come accennavi, il dover lavorare a distanza senza mai potersi confrontare faccia a faccia con gli artisti ha reso tutto più difficile. Per esempio ci sono stati dei casi in cui abbiamo richiesto delle correzioni e purtroppo abbiamo dovuto attendere parecchio prima che venissero eseguite. Quando un oceano ti separa dai tuoi collaboratori hai le mani legate e, se ne vale la pena, non puoi far altro che aspettare.

B: la vostra è un'autoproduzione pressoché totale, cominciata dal contatto con gli mc's e proseguita fino alla promozione del prodotto finito; quanto è stato difficile organizzare ogni aspetto e quanto può pesare la mancanza, tanto per fare degli esempi, di un video ufficiale o di un vero e proprio supporto alla pubblicità?
C: è stato tutto un po' complicato, più che altro perché questa era la nostra prima esperienza e non avevamo idea di come muoverci, non avevamo idea di tutto quel che c'è dietro a un disco. E' stato un processo lungo e dispendioso, ma ne è valsa la pena. Lavorare a questo progetto ci ha insegnato molte cose. Se dovessimo iniziare a lavorare a un nuovo album ora ci impiegheremmo sicuramente molto meno - e faremmo la metà degli errori. Ad ogni modo il fatto che l'album sia finito non significa che lo sia anche il nostro lavoro, anzi. Qui viene la parte più difficile, ovvero la promozione. Non avere un'etichetta alle spalle ti rende più libero artisticamente, ma ti obbliga a smazzarti questa parte del lavoro. Fortunatamente viviamo in un'epoca in cui esiste Internet, uno strumento potentissimo che se usato con intelligenza può essere davvero utile allo scopo. Siamo ovviamente iscritti ai vari social network, che tutti conoscono, principalmente per il nostro business. E' li che abbiamo conosciuto praticamente tutti gli ospiti del disco. Con uno di loro, ovvero Torae, abbiamo addirittura dato il release party del nostro album che si è tenuto a Milano da Wag (shout to Albee!), uno storico negozio streetwear Hip-Hop. Oltre a Torae abbiamo avuto la fortuna di avere come ospite Skyzoo, un altro mc di Brooklyn che non è nel disco ma che adoriamo. I due avevano una data a Milano in occasione della finale del Tecniche Perfette e abbiamo dunque colto la palla al balzo per invitarli. E' stata una giornata molto bella e anche fruttuosa, dato che, a livello di pubblicità, con la loro presenza l'evento ha avuto più risalto. Cogliamo l'occasione per ringraziare Masta5, senza il quale l'evento non sarebbe stato possibile. Accennavi alla mancanza di un video ufficiale ma in realtà nel frattempo ne è uscito uno. Si tratta del pezzo "Trained Specialists", con Vast Aire, L.I.F.E. Long e Dj Connect. Sempre sfruttando i social network, ci siamo rivolti a un video maker amico degli mc's in questione che si è prestato ad aiutarci. Dal canto nostro, abbiamo girato delle scene a Milano e poi gli abbiamo inviato il materiale. Ad essere onesti dobbiamo dire che il risultato finale ci ha davvero deluso, il montaggio non si può infatti definire un'opera d'arte. Ovviamente stiamo parlando di un video low budget, però è chiaro che avremmo voluto presentarci meglio al nostro video di debutto. E' un'altra esperienza, comunque, da cui trarremo insegnamenti, quindi non è del tutto da buttare. Inoltre pare che il video stia girando abbastanza e che i fan stiano apprezzando: è un inizio. Al giorno d'oggi YouTube è uno degli strumenti più potenti per farsi sentire e quindi, tornando al discorso della promozione, questa è una pista su cui bisogna puntare. I video sono fondamentali, soprattutto per noi che, in quanto produttori, non abbiamo la possibilità di mettere la faccia ai live e siamo sempre un po' dietro le quinte.

M: raccontateci di "Unreleased Material" e di ciò che vi attende per il futuro.
C: lavorando ormai da anni con svariati mc's americani avevamo raccolto una buona quantità di pezzi che però, per varie ragioni, erano rimasti a far polvere nei nostri computer. Si tratta delle prime collaborazioni che abbiamo realizzato, i pezzi che son serviti come riscaldamento prima di passare a lavorare al progetto ufficiale. All'epoca eravamo felici del risultato di quelle collaborazioni, si tratta infatti di pezzi di ottimo livello, anche se realizzati con mc's pressoché sconosciuti. Per il nostro primo album ufficiale, però, avevamo bisogno di realizzare qualcosa di imponente, lavorando sempre con artisti a livello underground, ma che avessero già un curriculum importante, così da far vedere alla scena che non eravamo i primi arrivati (scusate il gioco di parole...). La reazione più comune al nostro progetto è stata spaccate! Ma da dove siete sbucati?, quindi si può dire che siamo riusciti nel nostro intento. Ora che la gente ha avuto un assaggio di quel che sappiamo fare abbiamo pensato fosse il momento di buttare fuori anche il resto del materiale raccolto. Era un peccato lasciare nel dimenticatoio dei bei pezzi a cui siamo anche affezionati. Cosi è nato "Unreleased Material". Per chi fosse interessato, l'album è gia disponibile su iTunes e inoltre, vista qualche richiesta che è già arrivata, abbiamo provveduto a stampare qualche copia fisica fatta in casa. Per il futuro abbiamo diversi progetti in mente, forse anche troppi. Sicuramente ci piacerebbe ripetere un album del genere, magari anche con altri mc's a cui ancora non siamo arrivati; proveremo a puntare più in alto, a nomi ancora più illustri. Nell'immediato, però, abbiamo deciso che il secondo capitolo di "Crazeology" lo realizzeremo con la collaborazione di mc's italiani. Il nostro primo album ci sta aprendo parecchie porte in questo senso e inoltre molti dei nostri supporter ce lo chiedono. Per scaramanzia non diciamo nomi, ma abbiamo già avuto modo di contattare diversi artisti che si sono mostrati disponibili. Diffonderemo altri dettagli una volta che il progetto sarà ben avviato...

B: grazie a entrambi, spazio libero da utilizzare come preferite.
C: vogliamo prima di tutto ringraziare voi per averci concesso questo spazio e inoltre tutte le persone che ci hanno supportato dal primo giorno e che stanno continuando a farlo. Come abbiamo scritto nei crediti del nostro CD, you know who you are. Peace!