Ocean Wisdom – Wizville
L’interurbana con il secondo album è una delle chiamate più difficili (e importanti) in assoluto a cui un rapper si ritrova a dover rispondere nel corso della propria carriera; specie quando al debutto ti sei permesso di fissare aspettative ad altezze pressoché siderali, come accadde nel febbraio di due anni fa con l’uscita di “Chaos 93′“, un disco che ha di fatto fissato un nuovo polo nella moderna topografia dell’Hip-Hop del Vecchio Continente (perché Manica o non Manica, qua non c’è articolo 50 che tenga) e che su queste pagine ha sfiorato un clamoroso en plein, mancando il centro perfetto del bersaglio solo a causa di qualche carenza alla voce contenuti.
Carenze che nel caso di Ocean Wisdom sono equiparabili più a un lieve rimpianto che non a lacune strutturali, cui in ogni caso il ragazzo di Brighton sopperisce senza troppi indugi affidandosi a un arsenale vocale predisposto per aggredire ogni superficie sonora. E senza lasciarsi intimidire né dal conteggio dei bpm né dalle loro texture, che nei viali di “Wizville” spaziano dal boom bap più classico alle cornici Drum’n’Bass di pezzi come “I Ain’t Eaten”, una bomba chimica innescata dalle mani di Chemo che costringe il flusso di sillabe di Wizzy a districarsi in un crescendo di vibrazioni lisergiche, fino ad amalgamarsi coi filamenti sonori dello scenario. Altrettanto tossico è il minaccioso loop a spirale ammirabile in “Deebo”, che col suo minimalismo permette di inquadrare con occhio scientifico a un flow ridisegnato sul principio be water my friend professato dal fondatore del Jeet Kune Do. E dal lisergico si vira infine sul piroclastico nel clash di “Revvin’”, un pulsante duetto ad alta velocità al fianco del sempiterno Dizzee Rascal, di quelli che ti fanno sentire come GZA dopo aver visto Deck nel booth intento a mettere il proprio marchio su “Triumph”. Una hit in piena regola, che in breve tempo ha spinto il marchio High Focus oltre la staccionata di casa, fino a toccare le classifiche bene della scena britannica.
Più tradizionale è invece la confezione di “Brick Or Bat”, costruita su una serie di accordi striduli che ricordano il profumo delle prime composizioni di Muggs nelle migliori domeniche nere all’ombra della Collina. Un piccolo tributo, se vogliamo, che lega il sound fresh e moderno del disco al genoma della golden age; quanto si verifica anche con due citazioni d’autore in “Ting Dun” e nella notturna “Officer”: la prima con un omaggio all’alter ego digitale dell’Abate (e una strofetta di Method Man che, nonostante la soglia di mezzo secolo sempre più vicina, rimane tutt’oggi fiero custode di uno dei flow più spettacolari mai ascoltati su cassa e rullante), la seconda che prende in prestito una pagina dal quaderno di Mastro KRS. “Incidents”, per contro, ricorda da vicino il periodo d’oro del primo Eminem e vede un Ocean Wisdom disarmato e riflessivo (<<I cut ties like joking/build bridges then approach them/if they give way I vault them/and when I’m strolling too close to them/they give way and ask why it’s so easy to get over them>>) su una composizione malinconica firmata dal collega di etichetta Leaf Dog.
Sia chiaro: citazioni, non imitazioni. E sono anche queste – unite alla maturazione stilistica di Wizzy e a una palette cromatica di prim’ordine – che contribuiscono nell’impresa di mantenere alti i battiti di un progetto che con la digital bonus track “Goosfraba FM” oltrepassa gli ottanta minuti di durata (e ve lo sta dicendo uno che di regola inizia a storcere il naso quando la tracklist oltrepassa gli undici/dodici brani, ok?). Una sorta di mission impossible, specie sotto l’effetto nefasto del conformismo virale che stritola la musica ai giorni nostri, resa invece possibile dai montanti a raffica assestati sulle note di “Eye Contact”, il singolo che accompagna il sollevamento del sipario, come dagli echi della spettrale “Swoosh” (lo zampino alle macchine è ancora una volta quello di Muchaniks, che in tutto timbra il cartellino in cinque occasioni) e dal Rap pregiato di brani come “Life”, “Menacing” e “Righteous”. Ed è così che il disco riesce a compiere un nuovo passo in avanti rispetto a ciò che abbiamo ascoltato dall’mc solo due anni or sono.
L’unico tassello del puzzle che proprio non riesco a incastrare è “Perspectives”, lì nel finale; non è una questione di qualità (il pezzo di per sé è ottimo), è che proprio i bordi non combaciano col resto della composizione. In ogni caso, nulla che vi rovinerà il soggiorno a “Wizville”.
Tracklist
Ocean Wisdom – Wizville (High Focus Records 2018)
- Eye Contact
- Don
- Brick Or Bat
- Ting Dun [Feat. Method Man]
- Life
- Tom & Jerry
- Righteous [Feat. Rodney P and Roots Manuva]
- Burning A Bridge
- Revvin’ [Feat. Dizzee Rascal]
- Deebo
- I Ain’t Eaten
- Swoosh
- Tiptronic [Feat. P Money]
- Flavours
- Less Is More [Feat. Jehst]
- Western Road
- Officer
- Incidents [Feat. Chester P]
- Perspectives
- Menacing
Beatz
- Kidkanevil: 1
- Pete Cannon: 2
- Muckaniks: 3, 9, 10, 12, 17
- Basquiat: 4
- Illinformed: 5
- Leaf Dog: 6, 18
- Alhamra: 7
- Kofi: 8
- Chemo: 11
- Pitch 92: 13
- Mystry: 14
- JP Soundz: 15
- Oohze: 16
- 184: 19
- Molotov: 20
li9uidsnake
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