Nipsey Hussle – Victory Lap
Lunedì 1° aprile 2019. Sono le 7:05 del mattino – ora centrale europea – e la sveglia puntata sullo smartphone inizia la consueta tarantella di suoni e convulsioni per ricordarti che tocca muovere il culo e andare in ufficio a guadagnare la pagnotta. Il classico risveglio d’inizio settimana. Afferri quindi il telefono e, dopo aver tastato casualmente il display, riesci finalmente a interrompere quella sequenza confusa di suoni, svelando così quanto rimasto impresso tra i cristalli liquidi dello schermo nelle ore precedenti. Lanci l’applicazione di turno e nello swipe compulsivo e appannato del mattino non ti rendi conto di quanto si dipana di fronte ai tuoi occhi. Una foto. Due foto. Arrivato alla quinta foto consecutiva di Nipsey Hussle il primo neurone accende finalmente la luce: ma che cazzo è successo? Tempo di stropicciarsi gli occhi ed ecco che la risposta non tarda, purtroppo, ad arrivare…
Ne abbiamo perso un altro. E questa volta è una perdita davvero pesante, di quelle che fanno male e segnano un’epoca. E’ vero che l’Hip-Hop ci ha abituato a delitti (purtroppo) eccellenti, anche negli ultimi anni; ma una scomparsa come quella di Nipsey Hussle (e non ce ne vogliano i fan di XXXTentacion) è qualcosa di diverso. E tocca ritornare fino a quel maledetto 1° novembre del 2004 – quando un killer tuttora sconosciuto aprì il fuoco prendendosi la vita di Mac Dre, figura leggendaria della scena di Oakland e pioniere di quel modello di business poi perseguito anche dal fondatore della All Money In – per ritrovare uno squarcio di tali dimensioni in questa Cultura, che proprio non vuole saperne (o forse non può farne a meno) della violenza che ne intride i tessuti.
Il giro d’onore di Nipsey si è interrotto così, all’improvviso. Probabilmente per uno screzio, senza un vero motivo. Con sei proiettili, sparati da un vigliacco di fronte al suo negozio di Los Angeles, che hanno fatto calare il sipario senza alcuna possibilità di un bis. Un giro iniziato poco più di un anno fa, quando al termine di una gavetta quasi decennale diede alle stampe quel “Victory Lap” che lo mise ufficialmente sulla piazza di fianco ai grandi, consacrandolo come una delle figure di punta della west coast, con tanto di candidatura ai Grammy.
Quel disco, contro ogni aspettativa, oggi è divenuto il suo testamento artistico. L’ultimo lascito a una scena musicale che solo in questi ultimi anni – anche grazie al suo apporto – aveva ripreso a brillare come ai tempi in cui la dicotomia con la costa atlantica era del tutto inconciliabile. La tradizione si reincarna nel G-Funk moderno di brani come l’ipersteroidea “Rap Niggas” e “Last Time That I Checc’d”, due anthem eretti su synth pulsanti e massicce linee di basso. Il primo ringhia in ossequio all’estremismo della “Natural Born Killaz” di Dr. Dre e Ice Cube, il secondo è un block party in piena regola che sfila su sfumature rosso/blu, al fianco del suo alter ego cromatico YG.
C’è tutto il gusto del classico senza l’olezzo stantio della naftalina quando in cuffia senti passare pezzi come “Grinding All My Life” o la rovente “Succa Proof”, due facce della stessa medaglia. O ancora nel sequel ufficiale di “Blue Laces” (straordinaria la terza strofa) e nella stessa titletrack – la seconda rifinita con la complicità dei fedelissimi Mike & Keys, onnipresenti tra i crediti dell’album; due punte di diamante che sono già tra i capisaldi della sua eredità musicale.
E infine tocca spendere due parole a proposito di “Loaded Bases”, che riascoltata oggi finisce per smuovere un brivido anche nel più coriaceo degli animi, specie quando mette in rima il suo personale punto di non ritorno nell’attacco della seconda strofa: <<look, I was sittin’ on my Lincoln, I start thinkin’/nigga, I ain’t gon’ make a hundred mil’ off in these streets and/more than likely I’m gon’ end up in somebody’s precinct/even worse, horse and carriage, front the church/laid off in a hearse, I dealt with it/I ain’t just out here for my health with it>>.
Il giro d’onore completo purtroppo gli è stato negato; l’home run, però, no. Quello non glielo può levare nessuno. Rest in peace.
Tracklist
Nipsey Hussle – Victory Lap (All Money In No Money Out/Atlantic 2018)
- Victory Lap [Feat. Stacy Barthe]
- Rap Niggas
- Last Time That I Checc’d [Feat. YG]
- Young Nigga [Feat. Puff Daddy]
- Dedication [Feat. Kendrick Lamar]
- Blue Laces 2
- Hussle & Motivate
- Status Symbol 3 [Feat. Buddy]
- Succa Proof
- Keyz 2 The City 2 [Feat. Teeflii]
- Grinding All My Life
- Million While You Young [Feat. The-Dream]
- Loaded Bases [Feat. Cee-Lo]
- Real Big [Feat. Marsha Ambrosius]/Double Up (Hidden Track) [Feat. Belly and Dom Kennedy]/Right Hand 2 God (Hidden Track)
Beatz
- SAP with the co-production by Amaire Johnson: 1
- Dj Khalil, Mike & Keys and Rance: 2, 9
- Brody Brown, Mike & Keys and Rance with the additional production by Kacey Khalil: 3
- Mike & Keys, Nipsey Hussle and Rance with the co-production by Axl Folie and Ralostylez: 4
- Mike & Keys and Rance with the co-production by Axl Folie and RaloStylez: 5a
- MyGuyMars: 5b
- Mr. Lee with the additional production by Mike & Keys and Rance: 6
- D.O. Speaks and Street with the additional production by Brody Brown, Mike & Keys and Rance: 7
- Mike & Keys: 8
- Jake One, JustJosh Music Group, Mike & Keys and Teddy Walton: 10
- Murda Beatz: 11
- Mike & Keys with the co-production by G-Koop and Jake One and the additional production by MyGuyMars: 12a
- Amaire Johnson: 12b
- Jake One with the additional production by Rance: 13
- Larrance Dopson and Mike & Keys with the co-production by MyGuyMars: 14a, 14b
- Axl Folie, IAMNOBODI and Teddy Walton with the additional production by Rance: 14c
Scratch
- Garnett “G” Flynn: 9
li9uidsnake
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