Nex Cassel – Vera pelle (made in Italy)

Come talvolta accade, di “Vera pelle” – disponibile da inizio gennaio – non siamo riusciti a parlarne a ridosso dell’uscita, il disco è rimasto lì, sulla pila delle cose da fare, assieme ad altri cui avremmo senz’altro voluto dedicare il meritato spazio, pur dovendo fare i conti con una risorsa limitata di tempo a disposizione; l’occasione per rimediare ci viene offerta dalla pubblicazione di una versione estesa che allunga la tracklist di cinque brani (tre inediti e due remix), portando il minutaggio fino ai tre quarti d’ora abbondanti, aggiunte totalmente coerenti con lo spirito e i suoni dell’album, affidati per intero alle mani di St. Luca Spenish, al fianco del rapper veneto da “Come Dio comanda”. Anzi, l’impressione è che la variant made in Italy dia addirittura maggior compiutezza al progetto, cui in effetti mancavano una titletrack e le collaborazioni dei rimanenti due terzi dei Micromala, Gioielli e Grano: nel suo assetto definitivo, il terzo titolo solista di Francesco esprime bene l’attitudine che ha spinto il duo, un’operazione che vuol essere distante dalle idiosincrasie della scena underground, collocabile a metà strada tra la scuola da cui Cassel proviene, quella delle barre chiuse con mestiere, e l’immediatezza della nuova, coinvolta attraverso i featuring di Dani Faiv, DrefGold e IZI.

Sia chiaro, però, che “Vera pelle” non è un ibrido, un amalgama che intende accontentare più gusti possibili. L’impronta, l’immaginario, l’essenza, sono inequivocabilmente Hip-Hop; idem per l’atteggiamento poco amichevole, l’orgoglio di chi può permettersi di entrare e uscire dal mainstream senza rischiare di compromettere la propria credibilità, l’arroganza del veterano – <<da vent’anni nel game, più di The Game>> è l’esplicita introduzione del secondo estratto video, “Ne voglio ancora”. Contenuti in media di routine, gestiti da Nex con la necessaria sicurezza e zero effetti speciali: Rap chirurgico, stile e punchline, uno schema che prevede minime variazioni ma non difetta mai di sostanza, frutto della lunga esperienza acquisita e di una dimensione identitaria solidissima. In aggiunta a ciò, tocca dire un gran bene del producer palermitano, abile a tracciare un percorso privo di ostacoli, tagliato su misura per un’eterogeneità di palati grazie alle diverse gradazioni di modernità con le quali pennella le strumentali, quasi agli antipodi di quelle proposte nell’eccellente “Ragazzi per sempre” di EliaPhoks. C’è poco da girarci attorno: la prova di Spenish è un valore aggiunto, tanto nelle composizioni un po’ meno eccentriche, quanto nelle deviazioni più tamarre, tra baseline che fanno vibrare i woofer e batterie che guardano in direzione della Trap.

Nell’uno e nell’altro caso, il protagonista appare a suo agio. Lo è nella cruda minacciosità di “Giudice e giuria” (<se io ti condanno, fotte un cazzo della corte/te ti credi salvo e sei nel braccio della morte>>), su un indovinato sample orientale, come nelle descrizioni per nulla velate di “Serata lunga” (<<ritornano pudiche dopo due guerre puniche/batto come un fabbro tra martello е l’incudine/visto che vuoi essеrci, devi esserci utile/te cambia l’attitudine o cambia latitudine>>), passando per un singolo che si confronta apertamente col linguaggio del tempo presente (“Vita in tuta”, altra clip), atrofizzando le strofe e dando centralità al refrain, o giocando con una citazione non proprio colta (“Eins, Zwei, Polizei” di Mo-Do) in “Polizia”. Autocelebrazione, riferimenti a un vissuto non del tutto candido, una filosofia personale basata su regole abbastanza pratiche (“Fino a giù”); il filo conduttore di “Vera pelle” è lineare e non occorre attendersi finezze e approfondimenti che non sono nelle corde di Nex Cassel, la cui realness costituisce la dominante del canovaccio.

A maggior ragione, l’album esce arricchito dai vari contributi esterni, voci ben inserite nel clima generale e che aggiungono un pizzico di dinamicità all’insieme. Quentin40 si prende il ritornello di “Tiro da tre”, in video dallo scorso settembre, le sedici di Nitro – per “Slow food” – vanno a bersaglio (<<vieni in Veneto ma non per Gardaland/c’ho un fra’ che fa più crack della Parmalat/forse ‘sta città non mi vede come erede/infatti Lanerossi mica sponsorizza me, ma Fedez>>), il ligure Dani Faiv si conferma tra i pochi artisti in grado di fare Trap senza mettere in imbarazzo gli appassionati di Hip-Hop (o viceversa, non lo so), IZI e DrefGold, lontani dalle preferenze del sottoscritto, completano la quota degli under 30 facendo quel che ci si aspetta facciano. Infine, se Nerone e Clementino sono all’altezza delle rispettive convocazioni, Gionni Gioielli e Gionni Grano si inseriscono nel migliore dei modi in “Giudice e giuria” e “Jesolo”, quasi i due brani avessero già in origine bisogno del sigillo AdriaCosta.

<<Questa roba non è un gioco, dentro anche da innocente/avevo il coprifuoco prima del DPCM/rappo tanto, dico poco, se parlo non dico niente/torno tutto ingessato e non ho fatto un incidente>>. “Vera pelle (made in Italy)” è 100% Nex Cassel: diretto, consapevole di come giri l’Hip-Hop, nessuna ortodossia, figurarsi l’eleganza. Se vi occorre altro, cambiate canale; viceversa: xe ben!

Tracklist

Nex Cassel – Vera pelle (made in Italy) (RP Music Ent 2021)

  1. Giudice e giuria
  2. Serata lunga
  3. Cose nostre [Feat. Dani Faiv]
  4. Ne voglio ancora
  5. Tutto passa [Feat. DrefGold]
  6. Vita in tuta
  7. Slow food [Feat. Nitro]
  8. Ottagono [Feat. IZI]
  9. Colla
  10. Jesolo
  11. Tiro da tre [Feat. Quentin40]
  12. Polizia
  13. Fino a giù
  14. Vera pelle (bonus track)
  15. Terminator (bonus track) [Feat. Nerone]
  16. Bassdown (bonus track) [Feat. Clementino]
  17. Giudice e giuria RMX (bonus track) [Feat. Gionni Gioielli]
  18. Jesolo RMX (bonus track) [Feat. Gionni Grano]

Beatz

Tutte le produzioni di St. Luca Spenish tranne le tracce #5 co-prodotta da Daves The Kid, #7 co-prodotta da Stabber e #11 co-prodotta da Dr. Cream

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