Neffa – Canerandagio – parte 1
Si dice FOMO, che sta per fear of missing out, ed è la paura – spesso riferita al mondo dei social – di essere tagliati fuori, restando indietro, distanti, disinformati, rispetto alle presunte meraviglie che ci circondano, si tratti di esperienze, mode, serie TV, cinema, musica e via a seguire. Più o meno – ma stiamo esagerando, ça va sans dire – è lo stesso meccanismo che ha portato noi assieme a tanti altri a sentire l’obbligo di spendere un approfondimento sul ritorno di Neffa all’Hip-Hop, a quasi ventisei anni dall’EP “Chicopisco”: se ti occupi di questa roba qui, se in certa misura ne sei figlio, non puoi non dire una parola a proposito di “Canerandagio – parte 1”. Sul quale, a essere schietti, avevamo pregiudizi importanti, più per il potenziale stato di forma del (non più ex) rapper, che per un percorso di carriera ondivago, attraversato da titoli puramente Pop (sebbene, ad esempio, “Arrivi e partenze” lasciasse ancora intravedere un intrigante groviglio di generi) e un paio di partecipazioni al festival di Sanremo che ricordiamo abbastanza insignificanti; per questo motivo – e per altri che saranno chiari di seguito – a una disamina più tecnica preferiamo un discorso di mera pancia, che per forza di cose ci riporta alla nostra adolescenza, ai nastri consumati dentro vecchi walkman scassati e a testi divenuti immortali.
Intanto, come di consueto, ci riteniamo parecchio irritati da buona parte dei commenti e dei pronostici scritti a scatola chiusa da quanti avevano già vaneggiato sul(l’ennesimo) disco che avrebbe fatto di nuovo grande il Rap (italiano); il concetto ci fa sorridere a prescindere, a maggior ragione, però, se l’aspettativa riguarda un artista classe 1967, che per un quarto di secolo non ha rappato nemmeno mezza barra, reduce da un progetto che omaggiava la canzone neomelodica napoletana: non importa che il tuo nome sia Giovanni Pellino, Neffa o Piscopo, la sfida rimane complicata. Suonerà brutale, forse irrispettoso, eppure la prima considerazione emersa al termine dell’ascolto dell’intera tracklist è appunto che voce, flow e lessico mirassero all’agilità di un tempo, evocando quel timbro oggettivamente unico, ma abbiano risentito in maniera evidente dell’intervallo trascorso, sfoggiando dei muscoli che via via hanno perso tono. Non che il Nostro abbia smarrito la capacità di comporre rime, ci mancherebbe, tuttavia <<sono passati trent’anni e passa/ancora in massa puoi sentire che mi copiano/…/sono senile, ma se serve stile ancora te ne caccio>> (“Littlefunkyintro”) è il rapido acme di una prova che, al netto della nostalgia, della sensazione a tratti straniante che avvertiamo al cospetto di una figura così iconica, offre un numero ridotto di zampate.
Dubitiamo derivi da questa (auto)consapevolezza la decisione di rimpinguare il tutto con i quattordici featuring in scaletta, fatto sta che – con l’eccezione del brano appena citato – la struttura dell’album preveda uno schema discretamente rigido: la strofa del protagonista, il ritornello cantato, la strofa dell’ospite di turno; a essere diluito, è di conseguenza il Rap di Neffa. Scelta che in realtà ci perplime soprattutto perché quella che nelle intenzioni doveva apparire come una ballotta caratterizzata da almeno vaghe affinità elettive, ha i tratti di una lista della spesa: chi doveva esserci, c’è. E, beninteso, parliamo di professionisti seri, che hanno cercato di onorare la chiamata: Noyz Narcos e Guè secondo menù, IZI addirittura sorprendente, Fabri Fibra con degli incastri che oramai offre raramente. Senza pretendere l’impossibile, avremmo gradito un minimo di esplorazione dell’underground, essendo convinti che, se qualche ipotetico testimone “…i messaggeri della dopa” e “107 elementi” l’abbiano lasciato, questo non sia nelle loro mani: che Kaos, Gruff, Lugi e Al Castellana non fossero della partita, era scontato, che potesse esserlo Myss Keta… Un po’ di coraggio, di rottura degli schemi più mainstream, avrebbe reso quantomeno avvincente la scoperta di questa fotografia un tantino prevedibile della scena (Urban?), scattata da un nume tutelare, un intoccabile, della vecchia guardia – che evidentemente si affida agli algoritmi della musica liquida e alle charts, più che al diggin’.
Dove a tratti, per il suo timbro scuro, scarno, “…parte 1” si ravviva, è sul fronte dei suoni, una sorta di slittamento dal Funk/Soul delle origini a un moderno Jazz che raccoglie spunti dall’Hip-Hop del decennio in corso. Il rotondo cassa e rullante di “TROPPAweed”, dato il tema, si presta agli svarioni di Neffa e Noyz; il clima ansiogeno di “Bufera”, con Franco126, trova un efficace connubio nelle liriche sospese dei due; le diverse linee di piano campionate in “Canerandagio” sono una delizia e punto; la nostalgia e le immagini personali proposte in “Perdersi&ritorno” prendono forma anche grazie all’intensa strumentale. Tutto ciò basta per dirsi, se non entusiasti, soddisfatti dei ventisette minuti complessivi, che supponiamo verranno estesi con una parte 2 da rilasciare in prossimità dell’Universo Neffa che si terrà il prossimo 5 novembre al Forum di Assago? Ciascuno risponderà per sé. Chi scrive deve ammettere la più semplice delle verità, arrendendosi all’evidenza: il senso di questo disco io proprio non l’ho capito.
“Canerandagio – parte 1” non è, né poteva esserlo, la fantasmagorica lezione al microfono impartita da un mc che era solito stracciare gli scarsi grazie a uno stile eccelso. Non è, per fortuna, il tentativo fuori tempo massimo di dare un seguito a dei vecchi capolavori. Non è, speriamo, il presuntuoso testamento di un veterano che sembra avere una visione limitata, parziale, del comunque vasto ambiente di cui è tornato a far parte. Non è tante altre cose e di certo non è la gemma che incastoneremo in un’annata al momento piuttosto piatta, in zona alta come nei bassifondi.
Tracklist
Neffa – Canerandagio – parte 1 (Sony Music Entertainment Italy/Dischi Numero Uno 2025)
- Littlefunkyintro
- TROPPAweed [Feat. Noyz Narcos]
- Bufera [Feat. Franco126]
- Cuoreapezzi [Feat. Guè e Joshua]
- Canerandagio [Feat. IZI]
- Hype (nuoveindagini) [Feat. Fabri Fibra e Myss Keta]
- Perdersi&ritorno [Feat. Frah Quintale]
- Miraggio [Feat. Joan Thiele e Gemitaiz]
- Argiento [Feat. Lucariello e STE]
- Tuttelestelle [Feat. Ele A e Francesca Michielin]
Beatz
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Bra

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