Naughty By Nature – Poverty’s Paradise
Sui Naughty By Nature si può dire di tutto, ma certo non si può sostenere che sia stato un gruppo capace di sedersi sugli allori del proprio successo. Avrebbero potuto benissimo far passare cinque anni e collezionare i proventi delle royalties di “O.P.P.” e “Hip Hop Hooray”, Treach, Vinnie e Kay Gee preferirono invece raccogliere nuovamente il guanto della sfida con “Poverty’s Paradise”, che tanto per inciso fu il primo album del trio a non contenere un singolo d’immediato impatto, la cosiddetta smash hit.
Il terzo disco della carriera del gruppo del New Jersey non si discosta molto dalle uscite precedenti, mantenendo quindi un più che soddisfacente livello qualitativo: con un occhio sempre attento al ritmo orecchiabile, Kay Gee fornisce basi meno riconoscibili ma comunque sostanziose, alcune più leggere, altre molto più scure e grezze, trovando il giusto compromesso tra un buon posizionamento in classifica e l’importantissimo rispetto delle strade, da mantenere intatto a tutti i costi, fornendo il tappeto sonoro ideale per i funambolismi vocali dell’immenso Treach e del migliorato Vinnie, presente, come di consueto, in percentuale decisamente minoritaria rispetto al socio.
La consistenza che attraversa gran parte dell’album è testimoniata dai numerosi pezzi validi: “Clap Your Hands” è una consistente introduzione piena di stile autocelebrativo, “Craziest” tiene alla larga gli mc’s inferiori ed è testimone chiave della grandezza lirica di Treach, “Holdin’ Fort”, “Hang Out & Hustle” e “Chain Remains” saldando il legame con la credibilità nei confronti del ghetto, ricordando chi è finito dietro le sbarre, chi si sbatte dalla mattina alla sera in attività sospette perché non c’è alternativa per vivere e chi viene disturbato dalle continue incursioni dei piedipiatti in territorio ostile, anche senza aver fatto nulla di male. Treach, di tanto in tanto, si prende una pausa e si concede del relax, escono quindi fuori altre tracce interessanti, più morbide, come il singolo “Feel Me Flow” e la sexy “Sunshine”, giusto per tenere a mente che esiste anche il momento della festa, dello star bene con i compari e le tipe, una finestra che si può saltuariamente aprire per respirare un po’ d’aria diversa dal solito grigiore rabbioso e pessimistico.
“Poverty’s Paradise” ha un solo difetto: è troppo lungo. Nella seconda parte del lavoro è facile imbattersi in qualche pezzo superfluo, con sporadiche partecipazioni degli immancabili Rottin’ Raskalz e altri personaggi, i Cruddy Clik e i Road Dawgs, più o meno meritevoli di presenziare nelle stesse linee sputate dalla lingua infuocata di Treach. Una serie di “Shout Out” che supera i sette minuti, peraltro, sembra decisamente eccessiva e giustifica, da parte dell’ascoltatore, un frettoloso sbarazzarsi del finale di un disco comunque andato a cementare ulteriormente il nome dei Naughty By Nature tra il novero delle crew più influenti e significative che l’Hip-Hop degli anni novanta abbia saputo offrire.
Tracklist
Naughty By Nature – Poverty’s Paradise (Tommy Boy Music 1995)
- Intro Skit
- Poverty’s Paradise
- Clap Yo Hands
- City Of Ci-Lo
- Hang Out And Hustle [Feat. Cruddy Click and Road Dawgs]
- It’s Workin’ [Feat. Rottin Raskalz]
- Holdin’ Fort
- Chain Remains
- Feel Me Flow
- Craziest
- Radio Skit
- Sunshine
- Webber Skit [Feat. Chris Webber]
- Respect Due
- World Go Round
- Klickow-Klickow [Feat. Cruddy Click, Rottin Raskalz and Road Dawgs]
- Double I Skit
- Slang Bang
- Shout Out [Feat. Gordon Chambers]
- Outro
- Connections [Feat. Cruddy Click, Kandi Kain, Road Dawgs]
Beatz
- Naughty By Nature: 2, 3, 5, 6, 7, 9, 10, 12, 14, 16, 19, 21
- Minnesota: 4, 15
- Brice: 8
- Kid Nyce: 18
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