Murs – Murs For President

Voto: 3

Eccoli lì, sempre i soliti backpacker. Murs si è venduto, non fa più il vero Hip-Hop, quello underground che piace a noi, fatto per passione e non per soldi, eccetera, eccetera. Troppo facile, davvero troppo facile crocifiggere Murs solo per il suo ingresso nell’Hip-Hop che conta. Non è che stiamo parlando del primo Soulja Boy che passando davanti alla Interscope ha incantato i discografici/sanguisughe con le sue mossette e i suoi vestiti sgargianti. No, decisamente no, Murs sta proprio da un’altra parte. Common? Venduto. Shadow? Venduto. Ibrahimovic? Venduto. Cambiare il proprio stile, la propria personalità, mettere una maschera che non ti rispecchia per ingrassare il portafogli vuol dire vendersi; Murs invece non è cambiato di una virgola. E Will.I.Am? E Snoop Dogg? Eh? Eh? Eh? Prendeteli semplicemente come due nomi di richiamo inseriti per non far apparire Murs il primo rapper allo sbaraglio lanciato all’improvviso sotto i riflettori. Sì, perché l’onnipresente leader dei Black Eyed Peas oltre a offrire un misero contributo vocale/musicale/istituzionale non fa e il vecchio Snoop D-O-Double G si limita al solito compitino. Per il resto, Murs fa tutto da solo, senza bisogno di un nome di spicco come produttore esecutivo che lo presenti in copertina perché, per chi lo conosce e lo segue da prima che firmasse per la Warner, è lui il nome di spicco.

La strada, il rapporto travagliato con l’altro sesso, la festa, il cazzeggio e il Rap da battaglia sono sempre stati nelle sue corde e sono temi che in “Murs For President” ritroviamo, intatti e stesi con efficacia come ci ha abituato da anni, senza bisogno di cerone e lustrini. E’ forse vendersi questo? Che Murs non sia mai stato una underground head (che cazzo vorrà dire non lo so, ma già immagino alcuni di fronte al monitor a dire sì, sì, è proprio vero, non lo è mai stato! Venduto!!!) lo si è sempre capito, che il suo soggiorno alla Def Jux fosse solo un modo per farsi notare da più persone possibili sfruttando la label più potente in ambito indipendente (consapevole di portare avanti un Rap diverso in una scena chiusa come quella californiana) è sempre stato evidente perché, nonostante le eccelse collaborazioni con El-P, Aesop Rock, RJD2 o Blockhead, le sue vere inclinazioni musicali venivano fuori in coppia con 9th Wonder; boom bap Soulful e Rap senza troppi fronzoli.

Ed è così che, anziché deviare verso beat fatti di librerie, Murs ha deciso per un indirizzo più Soul/melenso per il suo esordio su major; una scelta neanche troppo popolare, a mio modo di vedere. Nel senso che sì, la parte musicale è decisamente deleteria secondo il mio punto di vista, ma non è nemmeno smaccatamente radio friendly, nel senso più becero dell’espressione. Il fido 9th, col suo Soul ripetitivo e le sue vocine pitchate (ma baaaasta) si conferma il produttore più palloso del globo terracqueo in “I’m Innocent”, “Love And Appreciate II” e “Breakthrough”, ma suona come Mozart se confrontato ai tappeti sonori di “Lookin’ Fly” di Keith Harris, che va a ripescare il tema di “The Green Hornet” di Al Hirt (tutto sommato però è divertente), “Everything” di LT Moe (qui si va a campionare addirittura James Blunt), “Sooo Comfortable” (degna dei peggiori Outkast), “Think You Know Me” (ritornello e beat farebbero inorridire anche l’Eminem più scanzonato), “Me & This Jawn” (come si fa a reggere un beat simile per quattro minuti?) o “A Part Of Me” (vi ricordate gli Evanescence? , quel gruppo di merda).

Qualcosa di buono, da questo punto di vista, lo offrono Scoop DeVille con “Can It Be (Half A Million Dollars And 18 Months Later)” e, soprattutto, “The Science”, e Khalil, che in “Road Is My Religion” costruisce l’episodio musicale migliore del disco e traccia un parallelo tra il Murs jukie e quello attuale. Per il resto, si scade nell’anonimato, tra pianoforti luccicanti e qualche ritornello Nu-Soul sui quali però Murs sciorina, come lui sa fare, ottimo Rap, contenuti, un buonismo forse a tratti eccessivo, discrete dosi d’ironia e consapevolezza di essere lo stesso dei Felt e di “The End Of The Beginning”. Qualcuno potrebbe vederlo come un personaggio creato a tavolino, un bonaccione con dei capelli bizzarri e il sorrisone, un moderatore del machismo imperante nel mainstream, ma chi lo conosce da anni non potrà che constatare che questo è il solito Murs e che si merita tanta fortuna. Gli diamo un 3 di stima, quindi, in attesa del tributo a Rosie Perez.

Tracklist

Murs – Murs For President (Warner Bros. Records 2008)

  1. Intro
  2. I’m Innocent
  3. Lookin’ Fly [Feat. Will.I.Am]
  4. The Science
  5. Can It Be (Half A Million Dollars And 18 Months Later)
  6. Everything
  7. Road Is My Religion
  8. Sooo Comfortable
  9. Time Is Now [Feat. Snoop Dogg]
  10. Think You Know Me
  11. Me And This Jawn
  12. Love And Appreciate II [Feat. Tyler Woods]
  13. A Part Of Me
  14. Break Up (The OJ Song)
  15. Breakthrough

Beatz

  • Wild Animals: 1
  • 9th Wonder: 2, 12, 15
  • Keith Harris with the co-production by Will.I.Am: 3
  • Scoop DeVille with the additional production by Dj Quik: 4
  • Scoop DeVille : 5
  • LT Moe: 6
  • Khalil: 7
  • Josef Leimberg: 8
  • Terrace Martin: 9, 13
  • Nottz: 10, 11
  • Knotch: 14

Scratch

All scratches by Dj Quik

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