MRGA e Cuns – Villains

Quando, nell’aprile di due anni fa, abbiamo avuto il piacere di intervistare (Andrea) Cuns, ci è venuto spontaneo associare il carattere musicale di Tuff Kong Records all’Hip-Hop di sponda U.S.A., data anche l’esigua presenza del Nostro sul versante delle uscite italiane. Stiamo parlando di un produttore che, nell’inspiegabile indifferenza dei maggiori siti di settore, ha affiancato Conway, Benny, A.G., Guilty Simpson, Crimeapple, Tha God Fahim, Hus Kingpin e Big Twins – per citarne una parte; tutto ciò in poco più di un lustro, intervallo durante il quale la label ha ingrossato il proprio catalogo con inediti e ristampe, incrociando in parallelo la tenace attività del collettivo Make Rap Great Again per l’edizione in vinile di diversi suoi titoli. Le successive partecipazioni del beatmaker romano a “5 bambole per la luna d’agosto”, poi alle deluxe edition di “Alta moda” e “Make money like war”, infine al più recente “Economia e commercio 2”, hanno gettato le fondamenta per una collaborazione che cristallizzasse le spiccate aderenze tra uno stile forgiato dal rigoroso ricorso al diggin’ e un Rap dall’indole apertamente bellicosa.

Il risultato è “Villains”, producer album che va dritto al punto e condensa la filosofia del progetto in un’intensa mezz’ora di barre: più che un filo conduttore, un abbozzo di trama, tra i dieci brani c’è una finalità unica consistente nell’affermazione di una realtà divenuta presto – e ci ripetiamo – termine di riferimento per l’intera scena underground. Cuns preme i tasti, MRGA sputa le rime: è tutto qui, zero intermezzi, zero sbandamenti, zero riferimenti a un concept grafico che, appunto, non ha sfumature secondarie. Essenzialità, concretezza, sostanza; l’anima è quella tradizionale di un mixtape corale, anzi di una jam nella quale il microfono passi di mano in mano senza soluzione di continuità – Armani lo sintetizza bene in “Antonino Speziale”: <<nove sopra un palco, come il Wu>>. Una stima al ribasso, in realtà: a Gionni Gioielli, Blo/B, Armani Doc, Gionni Grano, RollzRois, EliaPhoks e Lil Pin (dei titolari manca solo Bras) si sommano i graditi ritorni di Davide Bates, Less Torrance, Nex Cassel, Toni Zeno, Gast e Gentle T, più l’efficace inserimento di Montenero. Non un gruppetto di chierichetti, ecco.

E infatti Gioielli la tocca subito con l’eleganza che gli è consona (<<siamo i greater, pare, dillo agli hater, pare/io mi grindo la tua vita tipo skater, pare/odio le strisce rosse, io non vesto Prada/capisci di che parlo? Dialettica hegeliana>>“Georg Hegel”), avviando una gragnola di punchline in mezzo alle quali – dato l’imbarazzo della scelta – peschiamo quasi a casaccio: <<sono dei crips solo nei videoclip/in piazza le tribù, strisce sul viso come cherokee/sul resto passo sopra, sì, ci passo su con una Jeep/rendiamo grande il Rap, rendiamo l’underground chic>> (Blo in “Yoweri Museweni”), <<A.G., ti chiamano un coroner/ehi, G, ho imballi di domopak nei jeans/tu parli di droga e ti trovano sei g/voglio casa nuova e i soldi sul conto di Jay-Z>> (Rollz in “Sub-Zero”), <<soldi sulla carta perché uso parole spicciole/parlo di strada così ti do una via per distinguere/non sono Jovanotti e, fra’, non soffro di vertigine/’sti qua non sono Marra ma gli bastano le briciole>> (Zeno in “Boy George” su una strumentale spaziale) e <<finisce tutta la poesia del tuo Rap se non pippi/lascia ‘sta cosa a Phizzy, lasciala ai miei compari/niente Rap, niente armi, tu non sputi e non spari>> (Elia in “Gianni Celeste”) dovrebbero bastare per chiarire il tono – che è mono, sì – di “Villains”.

Il resto lo fanno i suoni di Cuns, che scava con attenzione tra i solchi e dà un’impronta personale all’intera cartella. Diversamente dal filone più Soul di Gioielli, la gamma del sampling ha contorni sfumati: ci sono le voci pitchate di “Francis Turatello”, c’è il timbro eighties di “Boy George” e “Marco Polo”, c’è il Funk/Jazz di “Yoweri Museweni” e c’è il clima visionario di “Magnum P.I.”; a rimanere invariata è però la qualità di una composizione che, unita alle prove incisive del reparto lirico, conferma la cifra delle uscite MRGA e ne ribadisce altresì la rocciosa coerenza interna, proponendo all’ascoltatore esattamente ciò che promette. Non una virgola in più, non una di meno: bandita con forza l’introspezione (<<testi profondi, ma chi ti fa il ghostwriter, Diego Fusaro?>> – Blo/B in “Jerry Brudos”), “Villains” prosegue lungo una scia che, in circa tre e anni e mezzo, ha tenuto sempre la barra a dritta.

Perciò, a prescindere dai gusti di ciascuno, tra le voci del bilancio 2021 dell’Hip-Hop italiano la milizia col garofano rosso appuntato sul petto non potrà in alcun modo mancare. Fatevene una ragione.

Tracklist

MRGA e Cuns – Villains (Make Rap Great Again 2021)

  1. Georg Hegel (Gionni Gioielli e Nex Cassel)
  2. Antonino Speziale (Armani Doc e Lil Pin)
  3. Yoweri Museweni (Gionni Grano e Blo/B)
  4. Sub-Zero (Davide Bates, RollzRois e Less Torrance)
  5. Francis Turatello (Gionni Gioielli e Armani Doc)
  6. Jerry Brudos (Blo/B e Montenero)
  7. Boy George (Gionni Grano, Armani Doc e Toni Zeno)
  8. Marco Polo (Gionni Gioielli e Gast)
  9. Gianni Celeste (RollzRois e EliaPhoks)
  10. Magnum P.I. (Blo/B e Gentle T)

Beatz

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