Montenero e Frank’s Vinyl – Self-made/Montenero e Gionni Gioielli – Ligera memories

Tra l’uno e l’altro, un intervallo di un paio di settimane. Stavo appunto cominciando a farmi un’idea di “Self-made”, annotando (mentalmente e non) l’avvio della recensione, quando è stato annunciato “Ligera memories”; ho quindi atteso la pubblicazione di quest’ultimo e deciso di commentare entrambi all’interno del medesimo spazio. Non perché i due dischi siano identici né speculari, ma per il loro essere caratterizzati da un chiaro denominatore comune (al netto, ovviamente, della voce del protagonista): l’attitudine cruda, che sfocia spesso in una narrazione ambientata ai margini della legalità e del vivere secondo le più elementari norme dell’urbanità. Qui, urge fare un’onesta premessa: ammetto di non essere un attento conoscitore dell’esperienza di Montenero in Dogo Gang, realtà col cui gusto musicale non sono mai riuscito a entrare in sintonia; è solo a partire da “C’era una volta a Milano”, EP realizzato con Bizzy Classico nel 2019, che il rapper torna con prepotenza tra le frequenze del mio radar, avvicendandosi poi in una serie di release che potremmo quasi considerare all’origine dei progetti con Frank’s Vinyl e Gionni Gioielli.

Nel senso che, tra singoli e collaborazioni, Big Monte è entrato a spintoni nel sottogenere, forte di una credibilità pregressa che in “Self-made” e “Ligera memories” sposa il mood più adatto all’occasione: asciutto, scarno, affilato. Quello proposto dai due produttori, ciascuno col proprio stile, è un percorso invitante e dal taglio cinematografico, in accordo alle liriche dell’mc milanese; non una cronaca in senso stretto e neppure una dettagliata biografia, il racconto attinge da un preciso milieu – in particolare nelle “…memories” – e ne restituisce una versione che scansa molte forzature (Jubilee”: <<sono fuori dalla scena e sempre dalle droghe/nato dove i polsi vantano catene e Rolex>>), combinando una visione magari romantica della criminalità alla retorica Hip-Hop dell’autodeterminazione e della coerenza a tutti i costi (esemplare Gioielli in “Soldi falsi”: <<ricordo le stronzate che hai cantato/non sei diventato ricco, lo sei sempre stato/e io che vengo da un paese dormitorio/ora il mio portafoglio vale più di quel che hai tu/dentro al portafoglio>>).

Un perimetro di gioco non troppo ampio, nel quale Montenero – conteggiando i cinquanta minuti complessivi – si conferma però un interprete infallibile, primus inter pares quando si tratta di mollare schiaffoni come nella violentissima “Pizzeria Transatlantico” (<<Gioielli passami una pala che li seppellisco/ai miei fianchi ho due ladroni come Gesù Cristo/…/barre al polso, sono di oro giallo, marca Rolex/frate, tu sei un wannabe che si è comprato un Lorenz>>) o evocare immagini efficaci quanto quelle di “Check the fly shit” (<<nebbia fitta tra i palazzi qua in periferia/zona mia, brutta malattia sotto a un cavalcavia/50 di macerie umane, 50 di calce/i bambini fanno slalom tra puttane ed ambulanze>>). Così dalla spigolosa autocelebrazione di “Gioielleria Colombo” (<<con la penna Tarantino, da sceneggiatore/i miei mi hanno rapito in culla a casa del Signore>>) alle trame di Mangia tetra”, “Spara spara” e “Il Bricciolo”: la prova di Alessandro va dritta al punto, esibendo più muscoli che finezze liriche.

Barre robuste per una gamma tecnica funzionale allo scopo, in abbinamento a un elenco di partecipazioni che mettono ulteriormente in risalto il temperamento aggressivo delle due uscite. Detto delle buone prestazioni di Frank’s Vinyl e Gionni Gioielli, aggiungiamo che il primo opta per un timbro più classico, con sample ipnotici che variano alla quarta battuta e in un paio di occasioni rinunciano alla sovrapposizione della batteria (delizioso il morbido campione di “Check the fly shit” con gli scratch di FatFat Corfunk), mentre il secondo aggiunge un quid di hardcore quando omaggia il Wu-Tang Clan nell’introduttiva “Il solista del mitra”, pesca nel poliziottesco (la ost di “Milano violenta” di Pieranunzi e Chimenti) per “Milano come Chicago” e asciuga al massimo la composizione in “Riunione in Giambellino”. E poi i featuring: se “Self-made” si aggiudica Estee Nack, “Ligera memories” sfodera l’intera armata Make Rap Great Again; sappiamo già che EliaPhoks, Gionni Grano e Blo/B si distinguono sempre per delle strofe di alta qualità, è tuttavia Dafa, con quello switch in “Palto de legn”, a raccogliere l’applauso più lungo.

Di fatto, non resta che consigliarvene l’ascolto, sottolineando una volta ancora quanto duramente stiano lavorando realtà indipendenti come quelle in questione. Il rispetto per ciò che fanno, a prescindere dai gusti e dalle preferenze personali, è il minimo che dovremmo rendergli; lo diciamo a qualche forum che oramai discute solo a suon di trolling…

Tracklist

Montenero e Frank’s Vinyl – Self-made (Frank’s Vinyl Records 2022)

  1. Jubilee
  2. Mangia tetra
  3. Icona milanese
  4. Check the fly shit
  5. Jesus piece [Feat. Estee Nack]
  6. Self-made
  7. Soldi falsi [Feat. Gionni Gioielli]
  8. Spara spara

Beatz

Tutte le produzioni di Frank’s Vinyl

Scratch

  • FatFat Corfunk: 4

 

Montenero e Gionni Gioielli – Ligera memories (Make Rap Great Again 2022)

  1. Il solista del mitra
  2. Milano come Chicago
  3. Gioielleria Colombo [Feat. Gionni Gioielli]
  4. NightClub PussyCat [Feat. EliaPhoks e Gionni Grano]
  5. Palto de legn [Feat. Dafa]
  6. Il Bricciolo
  7. Riunione in Giambellino [Feat. Armani Doc, Gentle T e RollzRois]
  8. L’assalto di Via Osoppo
  9. Pizzeria Transatlantico [Feat. Blo/B]
  10. Panini al formaggio

Beatz

Tutte le produzioni di Gionni Gioielli