Mobb Deep – Infinite

Voto: n.g.

Ci sono diversi modi per avvicinarsi a un’operazione come “Infinite”, uno di questi implica una dose di ragionevole diffidenza. La verità, fermo restando l’amore incondizionato che ai Mobb Deep va tributato per il clamoroso uno/due di “The Infamous” e “Hell On Earth”, è che dopo il discreto “Murda Muzik” (e siamo nel 1999) il duo non abbia mai ritrovato una solida alchimia, finendo peraltro invischiato nelle funeste parentesi Jive Records e G-Unit. In quegli oltre tre lustri che vanno fino al 20 giugno 2017, cioè quando Prodigy ha perso la sua lunga battaglia contro un’anemia falciforme diagnosticatagli alla nascita, sia lui che Havoc si sono espressi meglio in chiave solista (ricordiamo “H.N.I.C.”, “Return Of The Mac” e “The Silent Partner”), lasciando quindi intuire un implicito accantonamento – “The Infamous Mobb Deep” a parte – del loro connubio artistico. La notizia, concomitante all’ufficializzazione del progetto Legend Has It…, di un album postumo che ricomponesse il team, ha però stuzzicato la curiosità di ogni fan irriducibile, se non altro per capire quanto l’uscita potesse essere all’altezza di quell’iconico stile.

Sono infatti numerosi i dubbi da sciogliere: a quando risalgono le strofe di Prodigy? Furono registrate per un potenziale ritorno in accoppiata? In qualche misura si è dovuto ricorrere all’AI? Domande, sia chiaro, cui spesso non è facile rispondere; partiremo pertanto da un quesito differente: il sound di “Infinite” rispecchia l’identità più muscolosa dei Mobb Deep? L’impressione – per dirla in maniera inequivocabile – è che il gruppo sia stato calato di peso in un contesto molto attuale, assecondando le principali tendenze in atto nell’underground con strumentali che talvolta giocano di sottrazione, com’è più nell’indole di Alchemist (qui impegnato quattro volte) che di Havoc. Non che pretendessimo un riferimento al timbro di “Shook Ones Pt. II”, tuttavia è stato sufficiente il primo estratto, “Against The World”, per intuire che di quella ruvidezza avremmo percepito solo una lontana eco, scelta comunque preventivabile ma con la quale, venendo al punto, sarà bene fare i conti prima di mettersi all’ascolto – e diffidare di chi, come Il Rappuso, scrive a sproposito di old school nella sua essenza più pura.

Fatta questa premessa, inquadrato “Infinite” per quel che realmente è, aggiungiamo altresì che negli oltre cinquanta minuti di durata si colgono oggettivi pregi. Intanto, il disco ha una coerenza e una credibilità che smussano quella prudenza di cui sopra; in secondo luogo, si può già dire sia il miglior rilascio dei Mobb Deep dai tempi di “Free Agents”. Il lavoro in studio è stato accurato e rispettoso dell’interazione tra Prodigy e Havoc, almeno in astratto di nuovo fianco a fianco in un canovaccio che in media gli è congeniale, tra esperienze di strada, rivendicazioni e orgoglio, il ricorso a composizioni che pur non evocando in pieno il Queens costituiscono una soundtrack accattivante, come quando “Score Points” sfrutta a dovere il Prog della band francese Potemkine, fa il resto. Insomma, si tratta di individuare le combinazioni più riuscite e non occorre sforzarsi particolarmente: potremmo indicare la scurissima “The M. The O. The B. The B.” con Big Noyd, gradito ritorno alla minacciosità delle origini, o “My Era”, gentile macigno fornito da Alc per un brano di autentica spocchia (<<the greatest rapper of all time/your favorite rappers got all my songs on their hard drive/you laugh like it’s funny when I told you some real shit/and cry like a pussy when you see it’s legit>>), ma anche “Gunfire” (<<fuck all the debating and conversation about who the top niggas that Rap/me and H is the most likely to beat a nigga up>>) e la violenta “Mr Magik” (<<may your family grieve with broken hearts of stress/’cause when it came to me you ain’t give a fuck less/…/damn if I leave a nigga damaged, nah/leave a nigga with nothin’ but ether blowin’ in the sky>>) sono impregnate di quella crudezza che ha reso immortali le loro liriche.

Oltre a quelle col produttore californiano e l’immancabile Noyd, vengono poi a ricomporsi ulteriori alleanze: con Nas, in squadra da “The Infamous”, e con Rae e Ghost, rimarcando per certi versi l’unitarietà della serie lanciata dalla label. Il primo partecipa addirittura a tre tracce, “Down For You”, che campiona una nota composizione per archi di Samuel Barber, e “Love The Way”, che cita “It’s Mine”, sono i due episodi più morbidi in scaletta, la nostalgica “Pour The Henny” (<<I was born under the full moon/and I’ll die starin’ up at the cosmos/laid out ‘til my heart come to a stop and then my eyes close/I lived a full life, don’t cry for me>>) è dunque l’highlight di questo breve tratto onorato da Nasir con palese coinvolgimento; ai secondi tocca la notturna “Clear Black Nights”, sfoderando un quid di autocelebrazione che non guasta mai. E’ invece un po’ più compilativa “Look At Me”, coi Clipse che si dividono sedici barre di sola presenza, così come lascia qualche perplessità la decisione di ricorrere a versi non inediti di Prodigy per entrambe le anticipazioni, perché “Against The World” è “P Against The World” dall’autobiografia “My Infamous Life” (su beat dei Sid Roams), mentre “Taj Mahal” pesca da “Night Life”, in rete da non meno di quindici anni.

Considerato quanto sopra, esprimere un giudizio complessivo in termini numerici ci sembra fuorviante: atteniamoci ad aspetti più concreti. “Infinite” può incontrare il gusto di un pubblico trasversale, non importa se esperto dei Mobb Deep; al tempo stesso, pretendere di avere tra le mani un’esatta riproduzione dell’interazione che, un abbondante quarto di secolo fa, conduceva Prodigy e Havoc in vetta all’Hip-Hop newyorkese, fa sorridere. Apprezziamo il tentativo e il criterio di un omaggio – seguiranno presto quelli a Big L e Trugoy dei De La Soul – indirizzato tramite la musica stessa, fermo restando che tra un’intesa raggiunta durante mesi di confronto diretto, con tutte le difficoltà che ne seguono, e un mero processo di selezione, limatura e finalizzazione, la differenza è tanta e fingere di non percepirla serve a poco. Quel che era possibile fare, è stato fatto davvero bene.

Tracklist

Mobb Deep – Infinite (Mass Appeal Records 2025)

  1. Against The World
  2. Gunfire
  3. Easy Bruh
  4. Look At Me [Feat. Clipse]
  5. The M. The O. The B. The B. [Feat. Big Noyd]
  6. Down For You [Feat. Nas and Jorja Smith]
  7. Taj Mahal
  8. Mr Magik
  9. Score Points
  10. My Era
  11. Pour The Henny [Feat. Nas]
  12. Clear Black Nights [Feat. Raekwon and Ghostface Killah]
  13. Discontinued
  14. Love The Way (Down For You Pt. 2) [Feat. Nas and H.E.R.]
  15. We The Real Thing

Beatz

  • Havoc: 1, 3, 4, 5, 6, 8, 11, 12, 13, 14, 15
  • The Alchemist: 2, 7, 9, 10