Michael Sorriso – Parole sante

Lo diciamo spesso e non siamo affatto stanchi di ripeterlo: l’underground italiano è vivo e le piccole realtà indipendenti, ciascuna con le proprie peculiarità, stanno dando all’Hip-Hop quella dinamicità che al mainstream, solito riprodurre in serie dei cliché, è preclusa. All’interno di questo ritrovato fermento, abbiamo certamente rivolto particolare attenzione ad alcuni progetti piuttosto che ad altri; non con intenti censori, però: per gusto personale – e non fatichiamo ad ammetterlo – ci siamo identificati in un approccio che, a sua volta, riconosce nella scena statunitense meno in vista un irrinunciabile termine di riferimento. Al tempo stesso, non abbiamo un’avversione, un pregiudizio, nei riguardi di quanti si esprimano attraverso formule molto identitarie, pur attingendo da un background di partenza condiviso; che è appunto il caso di Michael Sorriso.

Originario di Torino, classe ‘90, in passato noto come Lince, ex componente del collettivo – non più in attività da un lustro – Milizia Postatomica, il rapper rilascia l’EP “Parole sante” e si colloca in un quadrante a sé dell’ingarbugliato scenario di cui sopra, equidistante dalle posizioni più ortodosse (ma sfoggiando una generosa dotazione di barre) come da quelle allineatesi a un’esasperata modernità. Nei nostri archivi sono presenti sia “Antitesi” che “Lincertezza”, dei quali chiacchierammo in un’intervista col diretto interessato; ricordiamo entrambi ed è un piacere scoprire che da radici già solide sia sbocciato un profilo artistico di grande maturità, capace di combinare vena polemica, introspezione, tecnica e attitudine al battle Rap con assoluta naturalezza. Il tutto in meno di un quarto d’ora di durata e con la preziosa assistenza di Luke Beats aka Bassista Sabaudo aka Luca Romeo alle macchine, affiancato da Frank Sativa per la definizione dei dettagli.

Cominciamo dal Rap, inteso quale meccanismo di sfida e misura di destrezza: laddove vi siate fatti trarre in inganno dalla fisionomia non troppo minacciosa di Michael, sappiate che la foga riversata al microfono punge a dovere. Ad esempio in “Firmacopie”, secondo dei quattro estratti video su una strumentale scura al punto giusto: <<rapper state buoni, che siete così copie/che se fate un firmacopie vi autografate da soli/…/parli della bamba che sembra sei in Nicaragua/sul conto solo 2k, più monte dell’Himalaya>>. Idem per “Dura lex sed lex”, con basso e batteria a scandire il tempo: <<questi fanno i primi, sono i primi nel jet set/ma sul beat gli rompo il culo, dura lex sed lex>>; Willie Peyote, unica collaborazione in scaletta, rincalza: <<ma geniale cosa? ‘Sta roba è pacco/piantala con ‘sti giochetti e con i colpi di tacco>>. Così ai due estremi, esibendo tanto cervello quanti muscoli, per lasciare al centro le questioni di maggior peso, non a caso abbinate ad atmosfere che ne evochino il carico umorale.

Dalle riflessioni (amare) su un ambiente che premia solo determinate dinamiche (“Michael Sorriso”: <<nella media col pubblico delle medie/qualche appoggio dai media, collabo con i big player/io solo ‘sta faccia serba, un cognome da livornese/’sta roba la faccio seria ma non ci guadagno niente>>) al bilancio dei “Pro e contro” che ne conseguono (<<qui nessuno fa uno sconto, brutto stronzo/io mi sa che prima muoio, poi svolto/vita vera come l’aloe, puoi chiedere a Manuel/sì scrivo da Dio, non uso un tablet ma le tavole>>), sovente determinando la fine di sogni e passioni. In ultimo “Paradosso”, vertice emotivo del disco che, su un beat dal taglio Soulful riecheggiante un po’ Dilla, lascia fluire il dolore innescato dalla perdita di un genitore e dalla malattia dell’altro: <<un padre morto in casa, mi dice sei strano/non riesco a scoparla proprio lì su quel divano/…/non mi serve dire che sono real/mi basta ricordare le facce in oncologia/…/il lume si è spento come un fiammifero/una candela senza ossigeno/eppure io la immagino in un vestito magnifico/ridere di domenica con te in un mercatino>>.

Questa lucida dignità sarebbe argomento sufficiente per dire bene di “Parole sante”, cui tuttavia si devono riconoscere apprezzamenti su larga scala: per la qualità delle rime e dei suoni, per l’originalità di un percorso che non cade mai nell’emulazione e per il carattere di una prova nel suo insieme adulta. Certo, mai col sorriso.

Tracklist

Michael Sorriso – Parole sante (ITALIA90 2023)

  1. Cui prodest
  2. Firmacopie
  3. Michael Sorriso
  4. Fubu
  5. Pro e contro
  6. Paradosso
  7. Dura lex sed lex [Feat. Willie Peyote]

Beatz

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