Mecna – Laska

Il tempo passa. E fin qui tutto chiaro. Passa per le persone, passa per la musica. Il problema è come noi ci rapportiamo al tempo che passa: stiamo a guardarlo, facciamo finta di non vederlo, oppure ci nuotiamo dentro? “Laska” fa riflettere, da questo punto di vista. Andiamo con ordine. Mecna partiva da “Disco inverno” e “Disco inverno rare & unreleased”, in cui aveva messo in chiaro determinate cose: anzitutto la capacità di scrivere per immagini in maniera efficacissima, poi una spiccata predilezione personale per l’inverno, riflessa nella musica, nella scelta di sonorità poco solari (sì, lo so, detta così fa schifo, ma avete capito il concetto, dai…), ma anche in uno sguardo diretto già avanti, diciamo oltre il canone classico del pezzo Rap. Che non significa necessariamente verso i pezzi cantati (non so voi, ma io quest’idea che un rapper che evolva inizi a cantare l’ho trovata sempre poco digeribile, ma tant’è).

Poi venne il cornetto, per la gioia di talebani vari, polemisti, opinionisti colpevolisti e innocentisti e più o meno chiunque in quel momento non avesse di meglio da fare e una tastiera sottomano. E casserò allegramente l’argomento, se non per sottolineare che tra le parodie ci sono state alcune delle robe più lollose dell’interwebz dell’ultimo anno. Ma, come dicevo prima, il tempo passa. Passa per le persone, che a una certa decidono di fare un disco nuovo, e passa per la musica che è (fortunatamente) il riflesso della vita delle suddette persone. Perciò che fa il buon Corrado? Se ne va in Norvegia con un amico musicista, una chitarra, una scheda audio e inizia a buttare giù le idee che poi diventeranno “Laska”. Lo fa ribaltando il paradigma di “Disco inverno” (spariscono quasi tutti i featuring, cambia quasi del tutto la rosa dei produttori), come simbolicamente si capisce già dal colore della copertina. Di sicuro va a pescare manate piene d’ispirazione in altro, che sia Nu-Soul, Elettronica o qualsivoglia altro nome sia stato dato a ‘sto tipo di suoni (perdonatemi, sono un cane nelle definizioni e il mio aggiornamento alle tendenze sonore è fermo al 1995), insomma, sta in un range di beat mid-tempo che sono decisamente in secondo piano rispetto alla voce (peraltro bellissima, ma questo si sapeva già da prima!).

E veniamo al punto forte dell’album: il tempo passa, e la scrittura cresce; quella di Mecna esplode. Il viaggio è tutto interiore, qui si entra nelle relazioni e nella vita di questo ragazzo che si racconta esplicitamente ma senza diventare mai didascalico, giocando sul contrasto tra il freddo dell’immagine/del personaggio e l’empatia suscitata da una sorta di identificazione transferale con gli stati d’animo. Insomma, Mecna mette fuori un disco difficile ma con l’appeal per piacere a molti. Difetti? Se ne dobbiamo trovare, dirò che le sonorità, per gusti personali, sono troppo moderne e distanti da quelle cui sono abituato, ma va anche detto che non ho comprato “Laska” cercandoci pezzi di autoesaltazione su campioni classici. Il tempo passa, dicevo all’inizio. Passa per la musica, passa per le persone. Passa anche per il vostro affezionatissimo scrivente, che probabilmente una decina d’anni fa sarebbe stato tra l’esercito degli opinionisti da cornetto e altrettanto probabilmente avrebbe scritto una recensione riassumibile in che cazzo di genere è questo? e si sarebbe sprecato in battute da caserma sulle minorenni che vanno a farsi i selfie agli instore.

Mentirei se dicessi che non mi manca un po’ la giovanile testadicazzaggine, ma mentirei se dicessi che non passo buona parte del mio tempo a riscoprire dischi che ai tempi cassai senza troppo rifletterci in nome della suddetta. Ergo, mi godo “Laska” approcciandomi con attenzione e senza pregiudizi: tiro fuori cose belle, altre meno, ma nel complesso ne do un giudizio più che positivo. Vedremo come passa la prova del tempo, che continua a passare, per la musica, per le persone…e anche per i dischi!

NdLord – sebbene la recensione sia a cura di Lord 216, mentre la scrivevo mi vedevo le facce del Bra e le sue probabili obiezioni. Quindi, tecnicamente, vi è del Bra, in tutto ciò. Forza Bra, daje Bra!
NdLord2 – la vendetta: non ho usato la parola hipster. Volutamente. Non conosco il termine ma lo sento utilizzato in senso spregiativo molto spesso. Ergo, evito. Se avesse altre accezioni culturalmente importanti per definire il disco me ne scuso, ma c’ho ‘na certa ignoranza da sfoggiare…

Tracklist

Mecna – Laska (Macro Beats Records 2015)

  1. Intro
  2. Micidiale
  3. Dove sei tu
  4. Faresti con me
  5. 31/08
  6. Male di me
  7. Pace
  8. Non dovrei essere qui
  9. Roar [Feat. Patrick Benifei]
  10. Taxi
  11. Non ci sei più
  12. 09:30 [Feat. Johnny Marsiglia]
  13. Favole

Beatz

  • Iamseife: 1, 10
  • The Ceasars: 2
  • Iamseife e LVNAR: 3
  • Big Joe: 4, 6
  • Yakamoto Kotzuga: 5
  • Lazy Ants: 7
  • Iamseife e LVNAR con la produzione aggiuntiva di Alessandro Cianci: 8
  • Pasta: 9
  • Clefco: 11
  • Fid Mella: 12
  • The Night Skinny: 13
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Lord 216