Posted 24 December 2007 by Mistadave in USA

Masta Ace – Take A Look Around

Voto: 4

Avete presente quando eravate a scuola da bambini e nella vostra classe c’era il genio che in età precoce mangiava gli spaghetti in testa a tutti? Si? Ecco, se avete presente questa figura, allora vi sarà facilitata la conoscenza di Masta (qui Master) Ace, ennesimo talento newyorchese pescato dalla Juice Crew di Marley Marl e responsabile, a ventidue anni, di un disco sorprendente per intelligenza e avanguardia, preludio di una carriera underground di assoluto spessore.

Che sia un passo avanti lo si intuisce leggendo stralci di frasi di “Take A Look Around” o della poetica “Together”, il senso del suo dovere è sottolineato in “I Got Ta” e le sue storie di strada, contenute in “The Other Side Of Town” e nella bellissima “Brooklin Battles”, brano di punta nel quale immaginiamo Ace fischiare e raccontare con tranquillità la sua storia seduto nella improbabile spiaggia fotografata in copertina, sono tanto accurate quanto spietate. Il tutto è condito da lezioni di Rap (“Ace Iz Wild” spacca tantissimo) e dalla giusta dose di humour, Masta finge di farsi accompagnare da Biz Markie in “Me And The Biz”, quindi stuzzica l’arguzia con “Four Minus Three”, chiaro riferimento a quella “The Symphony” in cui aveva condiviso il microfono con altri tre rapper e che ora si propone di affrontare da solo.

L’imprinting produttivo di Marley Marl è evidente. Alcune basi sono magistrali (“Music Man”, “Movin’ On”, “Maybe Next Time” e la stessa “Brooklin Battles”), altre tracce suonano invece datate e il fatto è giustificato dalla presenza di singoli molto antecedenti all’uscita del disco; meno incisivo, invece, il lavoro di Mr. Cee, che cade nella ripetitività annoiante di “I Got Ta” e “Can’t Stop The Bumrush”, rialzandosi nella creatività di “Postin’ High” e della malinconica “As I Reminisce”.

Ne risulta un progetto sconosciuto ai più, ma valida testimonianza dell’immensa bravura di lyricist dell’ennesimo asso nato e cresciuto nella vasta fucina di talento chiamata Brooklyn. Indispensabile per capire cosa c’era prima di “Slaughtahouse” e “Sittin’ On Chrome”.