Marracash – Status
Quarto disco in sette anni abbondanti per Marracash: cominciamo dalla media realizzativa per dire che, all’interno della scena mainstream, l’mc della Barona va tenuto distinto per (minore) prolificità sia dai Club Dogo, oramai sfacciati nel loro essere una macchina per sparare hit, che da Fabri Fibra, il vero termometro dell’Hip-Hop italiano più in vista. La sua discografia è scandita da un esordio eponimo ascrivibile all’esperienza con la Dogo Gang, un seguito incredibilmente brutto e sfilacciato (“Fino a qui tutto bene”), una terza prova la cui rincorsa al successo risulta più esplicita (“King del Rap”); dulcis in fundo “Status”, tre anni di pausa per un progetto che guarda con lucidità alle chart statunitensi sposandone sonorità, pericolose adiacenze col Pop e gusto per l’orrido (musicalmente parlando, si veda il refrain di “Crack”) – Roccia Music, come collettivo e canone estetico, è invece presente in dosi innocue nella lunga tracklist di diciotto brani senza intermezzi di alcun tipo.
Questa la premessa, ma potremmo trasferire il concetto in coda alla recensione perché ne anticipa gran parte delle conclusioni: se la rete promuove “Status” soprattutto per il suo respiro internazionale, dato che ritengo di per sé privo di accezioni positive o negative, complessivamente ciò si traduce in idee ora efficaci (“20 anni (peso)”, di gran lunga il brano migliore dell’album), poi grossolane (una roba come “Nella macchina” è indifendibile), quindi derivative e prossime, si legga a titolo di provocazione, al plagio (da “Crack”, che fa man bassa dell’ultimo Kanye West, all’ultraradiofonica “Senza un posto nel mondo”). Insomma, la presunta originalità di “Status” andrebbe rintracciata nella scelta (radicale ed esplicita) di aderire a un processo di reciproca assimilazione tra Hip-Hop e Pop? Spero davvero di no, considerando che del primo si rischia di perdere importanti tratti identitari (ho cercato la mano di M-Phazes in “Senza un posto nel mondo” senza riuscirci) e del secondo si acquisisce solo l’uso sfrenato dei synth (“Vita da star”, “Sushi & cocaina”, “Di nascosto”…) o l’ingresso di voci che spesso si pongono in aperto contrasto al carattere ruvido delle rime (“In radio“).
A mio modo di vedere, il pregio reale dell’intero lavoro risiede nella fitta scrittura esibita da Marracash; fitta per quantità e dimensione tecnica: un fiume di parole e un’abilità sontuosa nel modificare il flow, schemi metrici sempre differenti, figure retoriche di ogni genere, incastri eccellenti. Peccato non si ravvisi la medesima ricchezza di sfumature nella componente contenutistica, declinata tra l’introspezione del rapper famoso che però viene dal quartiere, un tasso minimo e indolore di critica sociale (in “Sushi & cocaina” si parla di Milano) e il solito campionario di slogan e sbruffonate. E qui conviene aprire una parentesi: laddove molti parlano di un liricista maturo e finalmente adulto, io segnalo un percorso che intuivo già a scatola chiusa, di conseguenza o posseggo doti divinatorie (smentisco), oppure siamo sempre lì, ci si ostina a voler riconoscere sprazzi di genialità e di insolita profondità, tappandosi al contrario naso e orecchie quando il tono precipita verso il basso.
Io preferisco un commento globale che tenga conto di tutto, pregi e difetti, dando atto a “Status” di nascondere, tra le pieghe di un linguaggio musicale alla portata di chiunque (popolare, appunto), sentimenti, riflessioni, amore, citazioni, alternandogli tuttavia non-sense, ovvietà, egocentrismo e via dicendo. Ancora due righe sui featuring, in ordine sparso: Salmo al top, Fabri Fibra si fa un ritornello e se ne va, Achille Lauro e Guè da dimenticare, Luchè in italiano rende la metà, Neffa e Coez come da programma, Tiziano Ferro… Tiziano Ferro poteva metterci un goccio di Soul, ma dalle parti di Marracash l’auto-tune vige sovrano. Attesissimo, accolto con entusiasmo generalizzato e poco incline a tormentoni clamorosi, “Status” non imprime alcuna sterzata all’Hip-Hop che fa i numeri, semplicemente si accoda alla sua costante progressione candidandosi a un prevedibile bagno di vendite.
Tracklist
Marracash – Status (Universal Music Italia 2015)
- Bruce Willis
- Bentornato
- Don [Feat. Achille Lauro]
- Vita da star [Feat. Fabri Fibra]
- A volte esagero [Feat. Coez e Salmo]
- 20 anni (peso)
- Il nostro tempo
- In radio
- Vendetta
- Senza un posto nel mondo [Feat. Tiziano Ferro]
- Status
- Sushi & cocaina [Feat. Luchè]
- Crack
- Sindrome depressiva da social network
- Nella macchina [Feat. Neffa]
- Di nascosto [Feat. Guè Pequeno]
- Sogni non tuoi
- Untitled
Beatz
- Sonny CRSN e 24SVN: 1
- Denny The Cool: 2
- Ishi: 3
- Don Joe con la co-produzione di Jason Rooney: 4, 16
- Neff-U: 5
- Deleterio con la co-produzione di Marracash: 6
- Marz: 7, 18
- Takagi e Ketra: 8
- Banf: 9
- S1 e M-Phazes: 10
- Don Joe: 11
- D-Ross con la co-produzione di Luchè: 12
- Blatta e Inesha: 13
- Medeline: 14
- Neffa: 15
- 2nd Roof: 17
Bra
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